Recensione: Infinity

Di Paolo Beretta - 26 Gennaio 2007 - 0:00
Infinity
Band: Silverwing
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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70

Il demo dei siciliani Silverwing offre un giusto mix di potenza, velocità e melodia per un power metal d’impatto che più che strizzare l’occhio a Vision Divine e Labyrinth, come leggo nella brevissima biografia che allega il prodotto, mi sembra veleggiare verso un heavy metal veloce e aggressivo con alcune sfuriate davvero notevoli. La giovane e neonata band manca di un sound personale ma questo, per le prime 4 tracce della loro carriera, era prevedibile e non mi sembra il caso di farne una tragedia. Quello che maggiormente mi interessa sottolineare nelle righe sottostanti sono le potenzialità che la band ha dimostrato di avere e che potranno forse maturare negli anni a venire.

Tecnica: la sezione ritmica infuocata (in particolare dell’opener) è davvero esaltante grazie alla produzione onorevole; in generale tutte le accelerazioni sono piacevoli e rendono i brani agitati e in movimento. La voce di Flavio Rezza è potente, dotata di una buona estensione vocale e, a tratti, sa graffiare. Le chitarre gemelle in fase di assolo, come ho già letto in un’altra recensione, sono in effetti troppo debitrici nei confronti dei Maiden ma siamo sicuri che questa sia una grave pecca? Chiudendo il cerchio a livello tecnico questo demo mostra una band matura e che sicuramente potrà regalare soddisfazioni in sede live.

Sound: Die Hard parte con un’intro di tastiere e crescendo in direzione di un power metal veloce e senza tanti compromessi. Il succo (solamente le strofe e il coro sia ben chiaro) è una specie di saetta alla Dragonforce ma si annovera qualche variazione in più rispetto ai britannici grazie a brevi urlati, rallentamenti e un assolo “normale” di tipico stampo maideniano. In My Only Faith, dopo un minuto di arpeggio, esce allo scoperto il lato più aggressivo e thrash della band che si era intravisto solo per qualche secondo nell’opener. Ancora un up tempo per Nevermore, canzone piacevole e semplice nel suo iter, che conferma le qualità canore e strumentali della band per 5 minuti che si espleteranno al meglio in sede live. Come da tradizione l’ultimo pezzo, Sine Nomine, è quello più imprevedibile. Dopo 4 minuti abbastanza anonimi e confusi le due chitarre gemelle si sfogano a modo loro…

Non posso che mettermi in fila e tessere le lodi di questa giovane band sperando che spinga per migliorare avendo come solida base questo Infinity.

Tracklist: (anteprime su MySpace)

1. Die Hard
2. My Only Faith 
3. Nevermore 
4. Sine Nomine 

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Anno: 2006
70