Recensione: Insane Cephalic Production

Di Giorgio Vicentini - 6 Settembre 2004 - 0:00
Insane Cephalic Production
Band: Benighted
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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80

Un’altra uscita brutal grind ed un’altra gradita sorpresa: i francesi Benighted. Forse il mercato sta cominciando a diventare davvero troppo affollato di uscite di questo risma, ma, se tutti i gruppi fossero magnetici ed estrosi come i cinque transalpini, non ci sarebbe da lamentarsi. Oltretutto non sono nemmeno dei newbe avendo all’attivo altri due full lenght, dei quali il primo auto prodotto nel 2000.

Già la cover sembra un consiglio: rivestite le pareti di gommapiuma perché per i prossimi 35 minuti c’è il rischio di farsi male o di perdere la bussola. Una volta consci di questo, si parte con i primi secondi in low-fi di “Bestial Breeding”, per entrare in un vortice di tecnica, pazzia, estro e dinamismo tutti raccolti e shakerati insieme per dare un intruglio brutale e divertente, da gustare senza freni.

Fin da subito si sente che questo disco ha dalla sua una fortissima dose di personalità, sufficiente per lasciarsi alle spalle la semplicistica etichetta brutal. Si potrebbe pensare ad uno dei soliti mattonazzi iper tecnici, quando in realtà, c’è sì tanto materiale sul piatto, ma ha la dote di non pesare all’ascolto perché veloce e calibratissimo, ritmato e sostenuto, oltre che curato in ogni dettaglio; in primis la produzione potentissima e nitida. La cosa che mi continua a piacere dopo numerosi ascolti, è la possibilità davvero remota che si cada nella noia perché oltre ad essere un disco travolgente nella violenza, aggressivo e ringhioso, non manca mai la sensazione che la situazione musicale stia mutando o sia prossima a farlo, la certezza che dietro alla sfuriata ultra fast in corso, ci sia pronto un cambio di tempo che rivolta la frittata e regala un’altra trama altrettanto rabbiosa.

Ovviamente, per fare tutto ciò, gli attori in causa non possono che essere molto ferrati in materia di tecnica: imperiosa la batteria che scandisce con precisione millimetrica, oltre che con una notevole potenza, le ritmiche variegate della sezione chitarre/basso, che metterebbero a dura prova anche un robot. Last but not least il cantato che, per non essere da meno all’impianto generale, offre ogni vocalizzo conosciuto nell’ ambiente estremo come lo scream, il growl, alcuni passaggi bestiali ed incomprensibili in tonalità low, altri stridenti o quasi vomitati; ognuno adottato in soluzione singola o in serrata alternanza con gli altri, dando l’impressione che ci siano almeno sei tipi di cantato diversi per traccia.

Per fortuna, non essendo un esercizio fine a se stesso, non ho mai sentito la sensazione di artificiosità e non ho mai pensato che fosse una banale ostentazione; Insane Cephalic Production ha varie dimensioni alternative a quella tecnica o prettamente violenta di pezzi come la schizzata title track. Sul piatto si trova una massiccia ed appagante dose di groove, tempi stoppati quando serve ed adrenalina a flutti, portata a mille da track come “Foetus” o “Self-Proclaimed God”, il pezzo migliore per smaltire, a suon di headbanging, le tossine accumulate durante la giornata. Non fa difetto nemmeno la melodia in episodi come “Phlebotomized” ed in generale, giova molto l’adozione di una struttura compositiva facilmente riconoscibile ed assimilabile.

Non credo sia possibile distrarsi ascoltando così tanta materia, rapidissima nella durata visto che la maggior parte dei pezzi si aggira intorno ai tre minuti, insensata come il carillon di “Foetus”, vivace ed energetica come “Deviant” ma lontana da certi clichè mainstream. Sono sempre più contento di aver conosciuto questa band di forsennati massacratori francesi quindi adesso scusatemi ma torno a sfogare le tensioni di una dura giornata lavorativa. Acquistatelo!!!

Tracklist:
1. Bestial breeding
2. Stay brutal
3. Foetus
4. Deviant
5. Perpueral cannibalism
6. Self-proclaimed god
7. Dementia (the precocious symptoms of mental perversion)
8. Phlebotomized
9. Insane cephalic production
10. Insomnies

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