Recensione: Inside Cold Patterns

Di Stefano Risso - 10 Marzo 2006 - 0:00
Inside Cold Patterns
Band: Winterpath
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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65

Inside Cold Patterns è il secondo demo dei liguri Winterpath,
formazione nata nel 2003 che evidentemente non ama stare con le mani in mano,
visto che nell’arco di tre anni ha dato alla luce ben due demo e un full-length
(del 2005), intitolato The Blackhearted.

Cinque tracce, fra cui la classica coppia intro/outro, in cui la band
nostrana dimostra di aver assimilato (anche troppo) la lezione che gli Opeth
di
Orchid
e
Morningrise

hanno impartito ormai dieci anni fa e che ha tanto influenzato centinaia di
giovani gruppi con risultati più o meno soddisfacenti. Diciamo subito che i
nostri, nonostante i richiami a volte fin troppo evidenti con Akerfeldt e
compagni, danno vita ad un dischetto che si lascia ascoltare piacevolmente,
presentando tre brani carichi di melodie folkeggianti, sufficientemente
strutturati, con una buona alternanza fra i momenti più sostenuti a frangenti
atmosferici tipici dei due dischi sopraccitati. Venature black e thrash, oltre
al “classico” death melodico, impreziosiscono le tracce, dove la parte del leone
viene attribuita agli arpeggi di chitarra acustica, in cui danno una buona prova
tutti i componenti della band, in particolar modo il bassista Andrea Botto,
dal tocco delicato in pieno stile Johan DeFarfalla.

Un disco che cresce qualitativamente traccia dopo traccia, dall’iniziale
Images Of Snow
fino a The Nature Perfection (a mio avviso la migliore
del lotto). Certamente i nostri hanno ancora qualcosa da perfezionare, come le
clean vocals di Lorenzo Sassi, che non sempre mi sono sembrate in linea
con le melodie profuse, con una timbrica a volte ancora rivedibile (in questo
senso Images Of Snow viene rovinata non poco), e la necessità di
districarsi meglio nella difficile scelta di comporre tracce mediamente lunghe e
complesse. Un futuro tutto sommato roseo, dal momento che i Winterpath
riescono comunque nell’intento di rapire l’attenzione di chi li ascolta,
specialmente durante le belle parti atmosferiche, e a far trasparire ugualmente
le buone potenzialità del gruppo (efficace in questo senso l’assolo
pinkfloydiano sul finale di The Nature Perfection). Confortante anche
quello che si può ascoltare sul sito ufficiale della band del nuovo album The
Blackhearted
, a dimostrazione di un costante miglioramento.

Un buon lavoro quindi, soddisfacente anche sotto il profilo grafico (il che
non guasta mai) che vede premiati gli sforzi di questi ragazzi. Buona fortuna.

Stefano Risso

Tracklist:

  1. Upon Your Mantle
  2. Images Of Snow
  3. Lunetian (The Well Of Knowledge)
  4. The Nature Perfection
  5. A Sunset Lullaby

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