Recensione: Instant Clarity (reissue)

Di Fabio Vellata - 30 Maggio 2006 - 0:00
Instant Clarity (reissue)
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Anno: 2006
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73

In contemporanea con il ritorno sulle scene discografiche del celebre e “chiacchieratissimo” ex — Helloween Michael Kiske, la Frontiers Records immette sul mercato la riedizione del primo album solista del singer danese, divenuto di difficile reperibilità ed edito una decina di anni orsono dalla Castle Communications.

Non cambiano l’artwork e la sequenza dei pezzi, mentre vengono aggiunte le canoniche bonus track (in numero di quattro) al fine di rendere maggiormente appetibile il prodotto.
Immutato rimane anche il giudizio che si trae dopo l’ascolto del dischetto che, così come allora, risulta essere un lavoro di discreto interesse con qualche brano di buona fattura, indubbiamente lontanissimo dall’essere classificabile sotto la voce “capolavoro”, pur tuttavia degnamente rappresentativo della bontà vocale del cantante nordeuropeo e, altrettanto indubbiamente, di livello del tutto superiore rispetto alle ultime, deludenti, prove del nostro.

L’album infatti, nobilitato dalla presenza di qualche ospite di grande fama e notorietà (Kai Hansen e Adrian Smith nello specifico), ancora oggi non dispiace ed è in grado di fornire qualche attimo di gradevole intrattenimento.
Gli highlight sono piuttosto ben distribuiti e contribuiscono a mantenere viva l’attenzione dell’ascoltatore lungo tutta la durata del cd: l’iniziale “Be True To Yourself”, ricca di enfasi ed epicità, la power “New Horizons”, con un Kai Hansen sugli scudi, le scherzose e divertenti “Thanx A Lot” e “So Sick”, schegge rimembranti la goliardica ironia delle zucche di Amburgo, e la finale, lunghissima “Do I Remember A Life”, sono infatti momenti di musica piacevole che all’epoca avevano garantito un parere favorevole sui desideri di emancipazione di Kiske, certo non paragonabili ai fasti degli anni precedenti, ma in ogni caso capaci di offrire episodi di buona qualità artistica, leggermente più votati all’easy listening e volti a lidi maggiormente affini all’hard rock (in scia al tanto vituperato “Chamaleon” per intenderci) e naturalmente valorizzati da una delle più belle voci di sempre.

Discorso a parte meritano invece i pezzi che ci vengono proposti come bonus aggiuntive.
La questione in tal caso si fa sostanzialmente più complicata e necessita di opportuna riflessione.
I quattro brani infatti, ben poco hanno a che vedere con il resto del cd e vanno ad inserirsi nel nuovo corso delle voglie “cantautoriali” di Kiske: il tentativo di avvicinarsi alle atmosfere quasi country ed acustiche tanto care a grandi artisti della scena americana come Billy Ray Cyrus e Alan Jackson, al primo ascolto non spiace ma conduce a qualche perplessità.
Personalmente ho sempre amato moltissimo questo tipo di situazioni e da sempre ho un debole per climi evocanti grandi orizzonti ed affreschi di vita rurale, brani permeati dalla genuinità di una sagra di paese o dalla spiritualità semplice ed onesta, e confesso che le extra track in oggetto non mi sono risultate sgradevoli o troppo tediose.
Tuttavia la sensazione che se ne ricava, è di qualcosa di assolutamente indecifrabile e slegato dal resto del disco, oltrechè estremamente artefatto e costruito, privo di quella necessaria ed imprescindibile spontaneità che è parte integrante dello stile chiamato in causa: è fin troppo evidente infatti, come determinati codici musicali non scorrano nel sangue dell’ex Helloween, checché se ne voglia dire…

Per concludere.
“Instant Clarity” era e resta l’episodio probabilmente migliore (insieme al recente Place Vendome) della carriera di Kiske successiva l’uscita dagli Helloween.
Brani piacevoli, ben eseguiti ed in grado di offrire qualche interessante momento di intrattenimento musicale.
Sull’utilità della ristampa e delle conseguenti bonus le opinioni possono essere molteplici, resta il fatto che il cd può effettivamente valere l’acquisto e rappresenta come già evidenziato, uno dei momenti migliori della esistenza solista di uno dei più grandi ed influenti interpreti dell’universo heavy.
Per i fan un acquisto quasi obbligato quindi, che mi sento però di consigliare solo nell’eventualità in cui fosse stato “bucato” l’appuntamento dieci anni fa; in caso contrario, la presenza delle quattro bonus potrebbe non risultare piatto sufficiente per il relativo esborso ed una attenta valutazione preventiva risulterebbe più che indicata…

Line Up:

Michael Kiske — Voce, Chitarra
Kai Hansen — Chitarra
Adrian Smith — Chitarra
Ciriaco Taraxes — Chitarra, Piano
Kai Rude Wolke — Batteria
Jens Mencl – Basso

Tracklist:

01. Be True To Yourself
02. The Calling
03. Somebody Somewhere
04. Burned Out
05. New Horizons
06. Hunted
07. Always
08. Thanx A Lot!
09. Times Passing By
10. So Sick
11. Do I Remember A Life?
12. A Songs Is Just A Moment ( Japanese bonus)
13. I Don’t Deserve Love (Bonus track)
14. Sacred Grounds (Bonus track)
15. Can’t Tell (Bonus track)

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