Recensione: Interstellar Experience

Di Federico Reale - 9 Luglio 2011 - 0:00
Interstellar Experience
Band: Assassin
Etichetta:
Genere:
Anno: 1988
Nazione:
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91

Entrati subito nel cuore dei thrasher con quell’ottimo debutto intitolato “The Upcoming Terror” nel 1986, gli Assassin, quintetto tedesco capitanato dal cantante Robert Gonnella, tornano subito al lavoro e pubblicano due anni dopo il loro lavoro forse più  conosciuto: “Interstellar Experience”.

Se l’esordio aveva messo in mostra, oltre alla consueta capacità di pestare duro come tanti altri complessi thrash metal, una discreta tecnica e una vena melodica ben distinta, “Interstellar Experience” ci mostra un’altra faccia della band, rinnovata da una cattiveria senza eguali e da un taglio più marcatamente ‘anthraxiano’. Come si può subito evincere dall’ascolto dell’opener “Abstract War”, ricca di chitarre distorte e abrasive che creano riff e soli taglienti uno dietro l’altro a sostegno della voce lacerante e inconfondibile di Gonnella. Da sottolineare, anche, la base ritmica decisamente più dura e martellante rispetto al precedente capitolo in studio.
Ancora una volta affilate come rasoi “AGD”, non lontana da quanto composto da diversi gruppi della Bay Area come Vio-Lence e i già citati Anthrax in quel periodo, e la tiratissima “A Message To Survive”, in alcuni frangenti accostabile addirittura al nascente death metal.
“Pipeline” è la prima di due tracce strumentali. Nonostante la brevissima durata (meno di un minuto e mezzo) si può tranquillamente definire come un brano a sé stante, mentre le ritmiche serrate di “Resolution 588” non lasciano nemmeno un po’ di respiro all’ascoltatore, sottoposto ancora una volta a una serie (fortunatamente) interminabile di riff e soli memorabili.
Ci si avvicina alla fine di “Interstellar Experience” e spetta a “Junk Food” il compito di mostrare il lato leggermente più ‘festaiolo’ degli Assassin, sempre senza omettere il solito tiro che non lascia scampo, con un Gonnella sempre più caustico. La title track è il secondo dei due brani strumentali dell’album e, come la prima, dura circa un minuto e mezzo (la seconda parte è più che altro una sorta di outro tetra e sinistra). È prevedibilmente distinta da una batteria insistente e da chitarre incisive e, così come “Pipeline”, non si può considerare un semplice intermezzo. La violenza sonora di “Baka” ha il compito di chiudere il disco.

Un lavoro semplicemente straordinario, che in meno di mezz’ora (sic!) presenta tutto ciò che un ascoltatore possa chiedere a un album di thrash: batteria incalzante, riff spacca-macigni, soli al fulmicotone e voce abrasiva.
Teoricamente, “Interstellar Experience” avrebbe dovuto lanciare il quintetto bavarese nell’Olimpo dei Grandi, ma un’inspiegabile quanto tiepida accoglienza da parte del pubblico rallentò tale processo evolutivo; definitivamente arrestatosi dopo il furto della strumentazione della band, che si scioglierà di lì a poco per poi riformarsi negli anni 2000.
Ma, fama o non fama, le otto schegge che compongono questo capolavoro rimangono nella Storia, e costituiscono fonte di godimento per ogni thrasher che si rispetti.

Un classico da riscoprire.

Federico “Federico95” Reale

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Track-list:
1. Abstract War 5:13
2. AGD 4:11
3. A Message To Survive 3:18
4. Pipeline 1:26
5. Resolution 588 4:17
6. Junk Food 3:38
7. Interstellar Overdrive 3:32
8. Baka 2:28

All tracks 28 min. ca.

Line-up:
Robert Gonnella – Vocals
Michael “Micha” Hoffmann – Guitars
Dinko Vekic – Guitars
Markus “Lulle” Ludwig – Bass
Frank Nellen – Drums
 

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