Recensione: Into the Black

Di Alessandro Zaccarini - 7 Gennaio 2007 - 0:00
Into the Black
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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70

Poison e Mr. Big. Chiunque, con un trascorso così, potrebbe vivere di rendita recuperando un paio di mercenari di buon livello (magari con un passato illustre) e mettendo in piedi l’ennesima band più o meno nostalgica pronta a sfornare dischi mediocri e sbrigativi con tanto di bollini promozionali a richiamare l’attenzione su “chi sono stati quelli che suonano in questo disco”. Fortunatamente Richie Kotzen sembra vivere la musica in modo diverso, quantomeno oggi.

Il chitarrista diventa compositore, arrangiatore, produttore ed esecutore di dieci pezzi lenti e malinconici che si mostrano come un cammino tra le più svariate contaminazioni che nel corso degli ultimi venti anni hanno sfiorato e penetrato il mondo dell’hard rock e del glam. Dal blues al pop, attraverso i Led Zeppelin e i Cinderella della seconda era, fino agli al rock anglosassone dei primi novanta. Un disco che si muove lontano dal precedente solista ‘Get Up’, che si muoveva su ben altre attitudini e velocità, ma un disco che si discosta soprattutto dai grandi nomi dei quali Kotzen è stato protagonista in passato, non fosse per i Mr. Big più blandi e romantici che tornano qua e là in quello che può essere tranquillamente definito un vero e proprio disco di ballate. Una scelta che premia la linearità del prodotto ma che danneggia un po’ il carisma a cui Kotzen ci ha abituato con i suoi riff e i suoi soli, di cui in questo lavoro ci propone soltanto la versione più sofferta e interiore.

Esecuzioni, neanche a dirlo, assolutamente sopra la media; ma oltre a un’interpretazione degna del proprio nome Kotzen ci regala diversi frangenti di arrangiamenti davvero notevoli, anche in quei momenti quasi pop come la conclusiva My Angel. Tanto di cappello anche alla voce calda e quasi blues dell’ex-Poison, che ha davvero poco da invidiare a tanti cantanti della scena hard rock.

Dimenticate dunque il Richie Kotzen tigrato e pitonato del passato: Into the Black è un viaggio attraverso atmosfere blande e malinconiche, un viaggio riservato agli amanti della sei corde senza troppi schemi e a chi veniva rapito dagli episodi più lenti e introspettivi dell’hard rock d’annata, e non.

Tracklist:
01. You Can’t Save Me
02. Misunderstood
03. Fear
04. The Shadow
05. Doin’ What The Devil Says To Do
06. Till You Put Me Down
07. Sacred Ground
08. Your Lies
09. Livin’ In Bliss
10. My Angel

Alessandro ‘Zac’ Zaccarini

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