Recensione: Into The Night

Di Francesco Maraglino - 10 Febbraio 2014 - 6:00
Into The Night
Etichetta:
Genere: Hard Rock 
Anno: 2014
Nazione:
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72

Con il monicker Lover Under Cover s’adopera per gratificare il popolo dell’hard rock un pugno di primattori DOC del rock melodico scandinavo.
La band è stata edificata per iniziativa del cantante e polistrumentista Mikael Carlsson, ed ha già realizzato, nel 2012, un primo full-length dal titolo Set The Night on Fire.
In questi giorni si torna a parlare del combo scandinavo grazie all’uscita di un nuovo CD, dal titolo “Into The Night”, rilasciato dalla label Escape Music.
Con Carlsson imbracciano gli strumenti, ancora una volta, quel Mikael Erlandsson ben noto per la sua indefessa attività con i melodicissimi Last Autumn’s Dream e Salute (voce e tastiere), il signor Martin Kronlund,  le cui chitarre sono al servizio pure di  Gypsy Rose, Phenomena e degli stessi Salute, ed infine Perra Johnsson, pestatore di tamburi con i Coldspell.
Con simili assi nella propria manica i Lover Under Cover offrono un lavoro che è esattamente quello che ci si aspetta da musicisti con tale pedigree artistico.

Into The Night dona, infatti, un pacchetto di gradevoli, croccanti canzoni hard rock, prive di qualsivoglia elemento disturbante ed eccessivamente aggressivo, ed infarcito, altresì, di melodie lasciate fluire a vele spiegate.
L’ambito di riferimento è, dunque, quello dell’euro-rock duro ed armonioso, ma non mancano riferimenti a istanze musicali d’oltreoceano, laddove il genere musicale di riferimento di Carlsson e soci è nato ed è proliferato negli anni Ottanta del ventesimo secolo.
Ne sono esempio lampante l’uptempo A Fight, dove i giri di tastiere e di chitarre ed il cantato tradiscono spunti degli statunitensi Bon Jovi, nonché la semi-ballad americaneggiante No Place Like Home, i quali rispettivamente aprono e chiudono eccellentemente l’album.
In mezzo, i Lover Under Cover piazzano alcuni colpi da maestro come Into The Shadows, dove riff e giri d’asce e di tasti d’avorio abbelliscono un brano dagli spunti ruffiani e pomposi, Fantasy Man, midtempo dalla melodia particolarmente d’effetto, e l’energica The Game Is On, nella quale risoluti riff chitarra disegnano i contorni d’un efficace melodic hard rock.
Gradevole si mostra pure il vivace, catchy rock’n’roll di Miracle e soprattutto di  Playboy No 7, così come pure, in fondo, la rendition di Toy Soldier. Quest’ultima è una ballatona (cover di un numero uno nella classifica di Billboard del 1989 della cantante Martika), ad alta gradazione di melodia, certamente un po’ scolastica e decisamente sconfinante nel pop,  ma comunque in grado di avvolgere l’ascoltatore con una buona atmosfera.
Altrove, fatta salva comunque la persistenza di indubitabile eleganza formale (si veda Closer To The Truth), la band segna il passo a causa di una certa ripetitività, di melodie non sempre all’altezza dei brani migliori, ed alla mancanza di autentiche zampate hard.

Con Into The Night i Lover Under Cover hanno, insomma, confezionato un platter piacevole, destinato ai die-hard fans del rock melodico all’europea, appena un poco penalizzato dalla presenza di qualche traccia viziata dal retrogusto amarognolo del filler.

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