Recensione: Inumana

Di Andrea Bacigalupo - 29 Luglio 2018 - 8:30
Inumana
Band: Distruzione
Etichetta:
Genere: Death 
Anno: 2018
Nazione:
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77

Tre anni dopo l’uscita dell’ultimo album, dal semplice titolo ‘Distruzione’, l’omonima band, orgoglio del Death Metal nazionale e non solo, rientra in sala di registrazione per darci un anticipo di quella che sarà l’espressione del loro lavoro futuro, pubblicando, a marzo di quest’anno e via Jolly Records, ‘Inumana’, un EP contenente due pezzi inediti e tre live.

I pezzi nuovi ci svelano dei Distruzione più in forma che mai, in particolar modo il vocalist Devid Roncai, che, continuando a migliorare, può definirsi una delle voci growl più complete non solo della nostra penisola, ma dell’intero panorama Death.

Anche gli altri musicisti non sono da meno, sfornando un sound potentissimo, feroce ed entusiasmante, sia quando sparato a velocità iperbolica sia quando è più cadenzato.

In particolare, i Distruzione riescono a creare ottime atmosfere disperate e cariche d’ansia, utilizzando uno stile musicale violento e determinato, essendo semplicemente loro stessi, senza troppe ricerche o svolte musicali.

Uomini Contro Uomini’, primo brano dell’EP, è di una velocità terrorizzante, con strofe angoscianti sparate una dietro l’altra senza pause che precedono una sofferente sezione cadenzata. Sia la musica che il cantato rendono bene il significato del testo: le sensazioni di un soldato appena ultimata la battaglia, quando non sa ancora se ne uscirà vivo; sensazioni che lasciano prevalere l’istinto di sopravvivenza sugli ideali in cui credeva e che lo hanno portato alla guerra.                                                                        

Il secondo brano, ‘La Torre della Muda’, parte da un arpeggio cupo per sprigionare una violenza inaudita, che permane sia durante le sezioni veloci che in quelle cadenzate. Anche in questo caso i Distruzione riescono ad affiancare bene la musica al significato del testo, che narra della fine del Conte Ugolino della Gherardesca, rinchiuso in detta torre con i suoi figli e nipoti, condannati a morire per inedia (la torre esiste ancora: si trova a Pisa, inglobata nella Torre dell’Orologio).

I restanti tre brani sono estratti dal festival del 10 settembre 2016 organizzato da MetalItalia e danno un’ottima idea di quale inarrestabile macchina da guerra siano i Distruzione quando calcano il palco.

Stultifera Navis’, settimo brano tratto da ‘Distruzione’ del 2015, ‘Ossessioni Funebri’ e ‘Senza Futuro’, rispettivamente terzo e primo brano tratti da ‘Endogena’, primo album pubblicato dal combo nel 1996, sono tre esplosioni in rapida sequenza che narrano l’evoluzione del combo in una carriera che dura da oltre trent’anni.

Di più non c’è da dire: i Distruzione sono l’incarnazione del Death Metal, così come lo era la band di chuck schuldiner tanti anni fa. Con questo EP, se pur di breve durata, lo hanno dimostrato ancora una volta. 

Aspettiamo l’uscita del prossimo Full Length.

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