Recensione: Iron Savior

Di Paolo Beretta - 26 Dicembre 2002 - 0:00
Iron Savior
Band: Iron Savior
Etichetta:
Genere:
Anno: 1997
Nazione:
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85

Gli Iron Savior sono un progetto che affonda le sue radici profonde agli inizi degli anni ’80 quando ad Amburgo Kai Hansen e Piet Sielck, amici che condividevano la passione per la musica Hard rock, formarono gli Iron Fist, fondamenta dei futuri Helloween. Solo nel 1997 però questo progetto divenne finalmente realtà, quando Piet (voce, chitarra, basso e tastiere) e Kai (voce e chitarra) si riunirono. I Blind Guardian, amici di Piet e Kai (cfr. varie collaborazioni), prestarono il loro batterista Thomen Stauch per completare il gruppo.

Il disco si apre cn un’intro abbastanza anonima, seguita dalla granitica Atlantis falling, canzone potente dotata di un ritmo molto veloce e di un chorus accattivante. Rude la voce di Piet che ben si adatta al pesante lavoro di riffing delle chitarre gemelle che si esibiscono, dopo il break centrale, anche in diversi assoli veloci e melodici molto “Gamma Ray”. Con Brave new world il tempo rimane elevatissimo e incalzante. Le strofe e il coro sono attaccati e la song non lascia un momento di pausa al buon Piet che dimostra di essere in gran forma. Grandioso il cambio di ritmo (sempre sostenuto) dettato da Thomen che rende il brano irresistibile e credibile fino alla fine senza risultare mai ripetitivo. E’ tempo di Iron Savior, raro esempio di power metal “vecchia scuola”: tempo serrato e guitars in primissimo piano impegnate a creare un muro “metallico” imponente. Da applausi gli assoli, ora rabbiosi e sporchi e ora più melodici del solito Hansen, che mettono il sigillo su un pezzo più che convincente. Si prosegue alla grande con la bellissima Riding on fire, cavalcata irresistibile che ha come punto di forza il chorus semplice, ma ipnotico, che alla lunga non lascia scampo e si incastra nella mente dell’ascoltatore come la voce abbastanza pulita di Sielck. Esaltante il cambio di ritmo, pausa che regala al brano nuovo vigore per il colpo di coda finale costellato da un bel lavoro di chitarra. Con Break it up i Savior giustamente lasciano spazio ad un lento ben interpretato dall’alternanza alla voce fra Kai e Piet. Melodie malinconiche che mi hanno emozionato riempiendomi di tristezza e che mi hanno fatto pensare. Assailant è una track potente che punta molto sul coro abbastanza lungo e piacevole, tuttavia alla lunga la canzone in questione stanca: l’ho trovata abbastanza vuota e priva di personalità anche se dotata di discreti guitar solo. Children of wasteland è devastante. Thomen detta un ritmo cadenzato ripreso alla perfezione dall’ugola rude di Piet che incanta nelle strofe. Ottimo il lavoro di riffing e il coro, meno immediato, ben cantato anche dalle backing vocals. A chiudere la song ci pensa un lungo, quanto originale break centrale che infine ci riporta alle sonorità iniziali. In Protect the law il ritmo va a singhiozzo grazie alla prestazione maiuscola di Stauch. Lineare nel chorus arioso e più spezzato nelle strofe molto interessanti. C’e lo spazio anche per un assolo di Hansen, come al solito imbattibile nel riuscire a creare melodie semplici e accattivanti allo stesso tempo. Watcher in the sky è il capolavoro del disco. Dopo un bel lavoro di chitarra e basso arrivano le strofe, potenti ben interpretate da Kai, che sfociano in un chorus da brividi. Ma il vero pezzo forte della traccia risiede nel break centrale dove irrompe la devastante ugola di Piet che dà il via a una serie di assoli e riff assolutamente metallici e di rara bellezza. For the world vede subito la voce unica e spettacolare di Hansi esibirsi in strofe alla “Blind Guardian”. Successivamente il ritmo si alza inevitabilmente e la cura per le melodie prende il sopravvento. A chiudere questa stupenda song ci pensano le solite due chitarre gemelle davvero instancabili. L’omonimo debut album degli Iron Savior termina con una cover dei Nazareth: This flight tonight. Ipnotica la voce di Piet indiscussa protagonista del brano ben supportata da un leggero riff in sottofondo e dal ritmo lento della batteria di Thomen.

Da avere. Power metal veramente convincente che non vi lascerà delusi se amate un sound abbastanza pesante. Grandioso il lavoro delle chitarre gemelle sempre capaci di regalare forti emozioni e bellissima la voce rude e sporca di Piet Sielck che finalmente dopo tanti anni è riuscito a coronare il suo sogno formando una propria band di indiscusso valore.

Tracklist:

 1. The Arrival
 2. Atlantis Falling
 3. Brave New World
 4. Iron Savior
 5. Riding on Fire
 6. Break It Up
 7. Assailant
 8. Children of the Wasteland
 9. Protect the Law
10. Watcher in the Sky
11. For the World
12. This Flight Tonight

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