Recensione: Jingle Hells

Di Stefano Ricetti - 15 Dicembre 2014 - 12:38
Jingle Hells
Etichetta:
Genere: Heavy 
Anno: 2014
Nazione:
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70

Nato da un’idea di Steve Sylvester, nel 1989, sulla falsariga di quanto fatto dai Motörhead insieme con le Girlschool in occasione dell’Ep St. Valentine’s Day Massacre del 1981 prende finalmente forma, a distanza di venticinque anni, il prodotto della collaborazione fra Death SS e Bulldozer, sotto le spoglie di singolo natalizio.      

Jingle Hells, split dal formato 10” in vinile, beneficia della copertina realizzata da Enzo Rizzi e viene licenziato da parte della Deadly Sin Records in 666 copie numerate a mano, ognuna contenente un poster (di 60 x 40 centimetri) più due graziose cartoline a tema inscatolate in una busta marchiata a lutto. Le prime centocinquanta copie portano in dote il vinile in modalità “splatter” (colorazione simil-trasparente spruzzata da macchie di sangue) mentre le successive 516 appaiono nella classica livrea nera. Ovviamente esiste anche la versione come Cd singolo, per l’occasione curata dalla Self Distribuzione. La recensione fa riferimento al 10” in vinile nero.

Il frutto della cooperazione artistica fra Death SS e Bulldozer (Qui l’intervista esclusiva nella quale AC Wild e Steve Sylvester parlano – anche – dello split Jingle Hells) si presenta appunto col il brano omonimo posto sul lato A del disco, mentre la side B è ad appannaggio dei pezzi Murder Angels/Fallen Angel. In quest’ultimo caso le due band si scambiano i due brani, ossia i Bulldozer si cimentano nella proposizione di Murder Angels dei Death SS e la stessa cosa avviene per Fallen Angel, ovviamente a parti invertite.

Murder Angels dei Death SS interpretata dai Bulldozer è semplicemente devastante, l’ugola di un AC Wildsporchissimo” e in gran spolvero funge da ideale contraltare al resto del cigolato meneghino; Fallen Angel dal canto suo se la gioca alla pari quanto a efferatezza: dal tanto tirano i Death SS non sembrano nemmeno loro: una mazzata di Speed’N’Thrash incredibile, Steve Sylvester pare un indemoniato e talvolta si fa fatica a capire che vi sia lui dietro al microfono. Pura goduria metallica. Punto!

Se di sentire Murder Angels e Fallen Angel nella sopra specificata veste inedita non ci si stanca davvero mai, nonostante la palese presenza di  campionature, altrettanto non si può dire per Jingle Hells, un pezzo solamente “normale” se paragonato all’accoppiata “angelica” cui sopra. Frutto della joint venture fra Steve Sylvester e AC Wild alle voci, Andy Panigada, Ghiulz Borroni e Al DeNoble alle chitarre, Pozza e Glenn Strange al basso, Manu e Bozo Wolff alla batteria, il brano serve più per veicolare il dissacrante testo che non altro. Trattasi di simpatica goliardata e nulla più, interpretata sì con perizia anche se con il doveroso sorriso sulle labbra.

Grande la resa alle casse per tutti e tre i brani,  accompagnati da quella calda ondata che solo il vinile sa restituire, particolarmente gradita in queste giornate invernali.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti  

 

 

Anteprima

Steve Sylvester e AC Wild, 1988

 

 

 

 

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