Recensione: JSS Live At The Gods

Di Francesco Prussi - 21 Luglio 2003 - 0:00
JSS Live At The Gods
Etichetta: Frontiers Music
Genere: Hard Rock 
Anno: 2003
Nazione:
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90

Torna il mitico primo singer di Malmsteen, Jeff Scott Soto, con un dischetto live dal titolo JSS Live At The Gods 2002, registrato durante la suddetta manifestazione tenutasi in Inghilterra. Un’ora abbondante di musica che ripercorre in lungo e in largo la carriera di questo artista, che ormai da quasi vent’anni calca le scene legando il proprio nome a numerosi progetti (Takara, Humanimal, Axel Rudi Pell, ecc.) ed una carriera che ormai si sta consolidando anche a livello solista, soprattutto dopo Prism, eccellente solo album pubblicato da Frontiers Records nel 2002 e il Live qui trattato (non bisogna dimenticare Love Parade del 1992, ristampato di recente e il mini cd che anticipò l’album Prism). Di recente uscita è anche l’altrettanto ottimo disco dei Talisman, sempre su Frontiers Records e preceduto da un live album registrato in Svezia. Non riesco a capire come faccia a trovare il tempo per pubblicare dischi a ripetizione rimanendo sempre su ottimi livelli qualitativi. Si comincia con un brivido, 2 Your Heart (Human Clay) cantata a capella dove Soto incanta per l’intensità della sua voce. Segue la cover Let Me Entertain You, qui riproposta in maniera grezza e degna dei migliori Queen degli anni Settanta. Poi tocca a Break You Chains, dal primo album dei Talisman, ad infiammare l’audience, mentre il primo estratto da Prism è How Long cui fa seguito la funky-oriented Love Parade (dall’omonimo album). Dopo il drum solo di Alex Papa, tocca alla potente Stand Up, che dovrebbe far parte della colonna sonora di Rock Star, con una prova maiuscola di Soto che canta con un’enfasi degna del miglior Ronnie James Dio. A seguire è un altro brano da Prism, ed è la trascinante e orrecchiabile Eyes Of Love un brano frizzante ed energico dotato di un refrain irresistibile. Il singer, memore della sua esperienza con Axel Rudi Pell, da Between The Walls del 1994 estrae Warrior, che irrompe con le sue cadenze heavy-rock. Dopo è il progetto Humanimal a rivivere con Again 2 Be Found dalle cadenze funk; sempre dal primo album dei Talisman non poteva mancare la mitica I’ll Be Waiting con il bellissimo coro introduttivo che dal vivo è molto emozionante e dopo un guitar solo si arriva al set acustico. Set comprendente Mysterious e Crazy di Seal, 4 U, Nobody Said It Was Easy, Just Beetwen Us, Stranded e Dont’Let It End (acustica è da pelle d’oca), che introduce il medley elettrico dedicato al periodo con Malmsteen. Quindi On The Run Again, I’M Viking e I’ll See The Light Tonight ci riporta ai fasti ottantiani, quando lo Svedesone dalle dita più veloci della luce raccoglieva i primi successi sfornando i suoi lavori più belli.
In ogni modo c’è ancora posto per una studio song dal titolo Good Love, un brano hard-rock con cori alla Queen che non sfigura per niente nel complesso dell’album.
Grande Soto autore di un live onesto e sincero, grezzo quanto basta per farci assaporare l’intensità fragorosa del più ruspante e genuino hard-rock. Una conferma per questo grande arista e spero che la Frontiers lo riporti di nuovo in Italia, magari come solista.
Dimenticavo, dopo il live cd è prevista anche la pubblicazione di un DVD che cercherò di arraffare il più presto possibile.

Franco Spruss

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