Recensione: Keep It True

Di Enzo - 14 Marzo 2002 - 0:00
Keep It True
Band: Majesty
Etichetta:
Genere:
Anno: 2001
Nazione:
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65

A volte capita che nell’attesa delle classiche release delle big band di turno una giovane band riesce ancora ad impressionarmi in maniera davvero positiva. Quando, scettico, ho ascoltato questo cd di tali Majesty mi sono ritrovato un lavoro semplice, lineare, epico, carico di heavy metal anche se non tecnicamente perfetto, eppure affascinante in ogni sua semplice parte.
Primo album per questa giovane band tedesca, Keep It True sembra, per certi versi, aver centrato in pieno tutti i sani intenti musicali di questo gruppo.
E’ lampante come l’influenza maggiore nel sound della band provenga da gruppi come i Manowar in primis, Heavy Load (alcuni riff sembrano identici a quelli di questa grande band) ed un pizzico di Virgin Steele, senza mai dimenticare quella spruzzata di Iron Maiden che si avverte nelle battute chitarristiche di alcune parti.
Il lavoro comincia con la title track Keep It True. Un rombo di tuono introduce le prime note di questo ottimo brano, puro e semplice heavy metal. Noto subito che la voce di Maghary è davvero a livelli bassi, ma il singer ci mette animo e passione acquistando punti in feeling. La successiva Strong as Steel si attesta ad essere la migliore canzone del lotto grazie ad una buona freschezza compositiva mista da un marcato flavour epico. Bella ma scadente nel ridicolo Hail to Majesty dove nientemeno viene scomodato il mito dei Manowar. Vorrei rivolgermi direttamente ai Majesty: cari ragazzi, lasciate gli Hail a chi la storia dell’HM la ha fatta. Son of Metal è ben strutturata, bello il suo cadenzato andamento come bella è anche la successiva Into the Night e la seguente Metal Force (ottimi i refrain). We Will Ride è un altro pezzo forte di questo lavoro, una ballad davvero ottimamente riuscita caratterizzata da antologici cori e dall’emozionante incedere musicale, carico di epico phatos. Chiude il cd Last Revolution, song caratterizzata da un lento intermezzo (facile indovinare a chi si ispirassero…) che precede l’ultimo potente, graffiante ed epico “grido musicale” dell’album.
Per concludere, il platter è sicuramente un lavoro di pregevole fattura anche se alcune scelte ideologiche sono totalmente fuori luogo. L’ispirazione al Manowar sound è totale ma penso che ispirarsi anche a band che hanno fatto la storia della propria nazione (come MSG, Accept e Scorpions) penso gioverebbe non poco alla qualità ed alla freschezza compositiva, in alcuni tratti troppo anonima, della band.
Vincenzo Ferrara

Tracklist:
Keep it True
Strong as Steel
Hail to Majesty
Son of Metal
Into the Night
Metal Force
We Will Ride
Last Revolution

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