Recensione: Kicking & Screaming

Di Fabio Vellata - 23 Settembre 2011 - 0:00
Kicking & Screaming
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Anno: 2011
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73

“High energy modern hard rock”.
Una definizione che calza piuttosto bene al fine di descrivere le ormai conclamate derive stilistiche abbracciate da Seba Bach, eccellente singer canadese che in pochi appassionati potranno dire di non aver mai sentito nominare. Quei pochi probabilmente, che al nome “Skid Row” non proveranno un breve sussulto, rimembrando una band hair rock che alle origini, a cavallo tra gli anni ottanta e novanta, aveva saputo ottenere straordinaria fama, gloria e notorietà, con apparizioni televisive assortite (qualcuno ricorderà ancora l’intervista di Red Ronnie proprio ad un giovanissimo ed imberbe Bach) e dischi di platino in serie e dovunque.

Un modo di descrivere la musica offerta recentemente dall’esperto frontman che ormai, gli ascoltatori avranno imparato a conoscere con discreta familiarità sin dai tempi del contraddittorio ed oscuro “Angel Down”, disco edito nel corso del 2007, che si era proposto quale esempio di hard rock iper vitaminizzato, potente e modernista, non scevro da critiche e causa d’opinioni parecchio contrastanti tra i fan. Un come back esaltante per alcuni, un mediocre e malriuscito tentativo di crossover stilistico per altri.

Con buona pace dei detrattori, la formula che chiama in causa suoni “ammodernati” dal sinistro sentore grunge, riff di chitarra spessi come il cemento, ritmiche massicce e cori un po’ più “chiusi” rispetto all’hard rock tradizionale dei vecchi tempi, è un patrimonio ancora molto ben saldo ed evidente nello stile compositivo in possesso di mr. Bierk (il vero nome di Bach, modificato agli esordi perché troppo assonante con “jerk” = “idiota”).
Inutile quindi prestare attenzione a questo nuovo “Kicking & Screaming” sperando di cogliere qualche frammento connesso ad emozioni remote, rimasto impigliato chissà come nel songwriting di un artista che a partire già dagli ultimi tempi trascorsi in compagnia della band “madre”, aveva mostrato una forte attrazione per suoni in netto contrasto con le ariose melodie dell’hair metal. Inutile cioè, pensare ad un eventuale cambio di rotta o ad un ritorno “a casa”, magari invogliati dal recente deal sottoscritto con la tentacolare Frontiers Records.

Per Sebastian Bach l’hard rock, oggi, è questo. Un modo di intendere la materia che, al di la degli inutili proclami promozionali che vorrebbero il nuovo corso come “più Skid Row degli attuali Skid Row” (non ci vuole poi molto, in fondo), trancia radicalmente il cordone ombelicale con le origini, lasciando nel dimenticatoio ogni sussurro del passato.

Delusi?
Forse un po’. Ma dopo tutto, probabilmente non c’è nemmeno bisogno di dispiacersi troppo, ed il perché è presto detto. Le corde vocali d’acciaio del singer nordamericano non hanno perso un briciolo di smalto ed il nuovo disco, se preso per quello che è – un onesto album di modern rock – in estrema analisi non spiace affatto.
Certo, qualche passaggio a vuoto è inevitabile, un paio di momenti che suscitano perplessità non mancano, tuttavia la presenza di una serie di brani coriacei e squadrati nella struttura, irradiati da alcuni sprazzi easy listening e da qualche linea accattivante, aiuta nel garantire una buona fruibilità al prodotto, innalzandone il piacere d’ascolto e procurando almeno un po’ di quel dinamismo che era parso mancare del tutto in “Angel Down”.

Una differenza sostanziale: come qualcuno con estrema pertinenza di sintesi aveva fatto notare, nel capitolo precedente mancavano gli “anthem”, ovvero quei momenti incisivi e capaci di suscitare memorie – i cori ad esempio – che in una release di settore si prospettano da sempre come irrinunciabili.
Per somma fortuna “Kicking & Screaming” appare come meno avaro in questo senso e meglio assortito. Già con la title track posta in apertura (pezzo che poi si rivelerà essere tra i migliori in senso assoluto) il messaggio sembra chiaro, suffragato nel procedere della scaletta da interessanti episodi di potente modern rock quali “My Own Worst Enemy”, “Dance On Your Grave”, “Dirty Power” e “Dream Forever”.
Ok, i suoni sono sempre compatti e le chitarre ammaestrate dal bravo Nick Sterling, pesanti come macigni, ma almeno, di tanto in tanto, il cielo plumbeo e caliginoso pare aprirsi per lasciar filtrare qualche confortante raggio di sole.

Merito anche di una produzione esemplare curata dall’espertissimo Bob Marlette, la nuova opera del prode Sebastian Bach è insomma un disco che mantiene forti connotazioni alternative e moderniste sorrette da atmosfere aggressive, con in più, qualche buona concessione per i più esigenti in termini di melodie.

Non ce n’è di certo per metterlo tra i top album dell’anno. Ma quantomeno, ci sono elementi sufficienti per classificare “Kicking & Screaming” come un lavoro onesto e per lunghi tratti gradevole, concepito da un autentico fuoriclasse del microfono.

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Tracklist:

01.    Kicking & Screaming;
02.    My Own Worst Enemy;
03.    Tunnelvision;
04.    Dance On Your Grave;
05.    Caught In A Dream;
06.    As Long As I Got The Music;
07.    I’m Alive;
08.    Dirty Power;
09.    Live The Life;
10.    Dream Forever;
11.    One Good Reason;
12.    Lost In The Light;
13.    Wishin’.

Line Up:

Sebastian Bach – Voce
Nick Sterling – Chitarre / Basso
Bobby Jarzombek – Batteria
John 5 – Chitarra su “TunnelVision”
 

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