Recensione: Killer Be Killed

Di Stefano Burini - 9 Maggio 2014 - 11:02
Killer Be Killed
Etichetta:
Genere: Metalcore 
Anno: 2014
Nazione:
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83

Il super – side project che non t’aspetti.

Nati ufficialmente nel 2011 da un’idea dei vulcanici Max Cavalera e Greg Puciato, i Killer Be Killed giungono, a distanza di tre anni dalla fondazione, all’atteso debutto discografico. La sola presenza dell’ex Sepultura e del cantante italoamericano in forze ai The Dillinger Escape Plan sarebbero bastate a giustificare una certa hype, ma è stato con il reclutamento di altri due musicisti d’eccezione come Troy Sanders (Mastodon) e Dave Elitch (The Mars Volta) che questo progetto è andato configurandosi come un vero e proprio “supergruppo parallelo”, con tutte le carte in regola per solleticare l’immaginazione degli amanti della musica estrema.

 
Il rischio, come spesso accade in situazioni simili, è quello di ritrovarsi tra le mani un disco il cui totale finisca per risultare inferiore alla somma delle singole parti; tuttavia, fortunatamente, non è questo il caso dei Killer Be Killed. L’album cattura e convince sin dal primo ascolto e, nonostante il bagaglio sonoro ed esperienziale delle quattro superstar si faccia (inevitabilmente) sentire in più d’un frangente, di certo l’impasto non appare mai scontato o stantio. Cavalera e Puciato alle chitarre macinano, infatti, ispiratissimi riff di matrice thrash/groove/hardcore praticamente senza sosta mentre Sanders al quattro corde tira fuori alcuni dei migliori giri degli ultimi anni, ben assecondato dal percussionismo preciso ed energico di Elitch. Il quadro non potrebbe, ad ogni modo, essere completo senza un adeguata sostanza vocale ed è proprio qui che i tre cantanti (titolari nelle rispettive formazioni) ci regalano le intuizioni più felici, alternandosi al microfono senza rubarsi la scena e tirando, anzi, fuori dal cilindro una serie di melodie orecchiabili e funzionali ai vari brani. Certamente i refrain melodici, comunque cazzuti e tutt’altro che smielati, faranno discutere e daranno grandi argomenti di contestazione ai detrattori; difficile d’altro canto rimanere indifferenti al cospetto delle efficacissime hookline che caratterizzano la maggior parte dei pezzi in scaletta. 
 
Dalla travolgente opener “Wings Of Feather And Wax” alla thrashy “Twelve Labors”, passando per la più mastodoniana “Melting On My Marrow” e la durissima “Dust Into Darkness”, illuminata da un fantastico ritornello di matrice alternative ad alternarsi alle furiose svisate di chitarra, è tutto un tripudio di ritmiche tritaossa, digressioni doom/sludge e melodie di caratura elevatissima. Non da meno l’oscura “Save The Robots”, nella quale si percepisce fortissima l’impronta di stile di Sanders, come pure la scatenata “ I.E.D.“ e via via tutte le altre, dalla sibilante “Face Down” a “Snakes Of Jehova” e “Curb Crusher”, passando per “Fire To Your Flag” fino alla più psichedelica “Forbidden Fire”, pesantissima e vagamente doomy, giustamente lasciata in chiusura.
 
Per i fanatici delle sonorità più classiche e, in particolare, per chi spera di risentire il vecchio Max alla prese con materiale sullo stile dei vecchi Sepultura, i Killer Be Killed potrebbero rappresentare una cocente delusione. Al contrario, per tutti gli amanti del melodic death metal di ultima generazione (Soilwork, tanto per fare un nome), del math/metalcore e del groove/post thrash, questo album sarà certamente foriero di grandi soddisfazioni.

Stefano Burini

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