Recensione: Kings Of Metal

Di Enzo - 27 Ottobre 2001 - 0:00
Kings Of Metal
Band: Manowar
Etichetta:
Genere:
Anno: 1988
Nazione:
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95



Gods of war I call you, my sword is by my side.
I seek a life of honor, free from all false pride.
I will crack the whip with a bold mighty hail.
Cover me with death if I should ever fail.
Glory, majesty, unity.
Hail, hail, hail.

(The Warriors Prayer)

Con il mitico Fighting The World giunse il tempo per Manowar di fare breccia nel mercato e di immergersi totalmente nei lidi dell’hard’n heavy music di uno stampo più classico e tradizionale. Nel 1988, con l’uscita di “Kings Of Metal”, i Manowar continuarono il discorso intrapreso con il precedente Fighting The World evolvendone il sound ed arricchendolo con un certo flavour epico e battagliero che sembrava addirittura provenire direttamente dai mitici primi 4 dischi-leggenda, se quindi Fighting The World aveva permesso loro di battersi alla pari con le “loud” big band concorrenti, Kings Of Metal consacra nella leggenda dell’hard’n’heavy music l’act Manowar, in quanto il disco vedeva sì al suo interno cavalcate metalliche e loud tipiche di un Heavy Metal classico e da stadio (in grado di rivaleggiare alla pari big band del periodo), ma vedeva anche in esso una certa mescolanza di sonorità epiche e battagliere!

A testimonianza di quanto da me detto vi è la opener Wheels of Fire, addirittura una fast song dai fulminei ritmi che inaugura così un platter all’insegna del più sanguigno Heavy Metal. Nella title track Kings Of Metal i Manowar ci offrono un esempio di pura autocelebrazione, la song si rivela essere uno dei più incredibili Heavy Metal anthem mai partoriti da mente umana (“other band play, Manowar kill!” recitava, addirittura, l’incredibile chorus!). Il ruolo di canzoni d’intenzione epica è conferito a brani come la seguente ballad Heart of Steel resa celebre dalla grandiosa interpretazione di Eric Adams che si confermava essere tra i 4 heavy metal singer più grandi della scena. Avete mai ascoltato in una ballad un connubio così perfetto di potenza e melodia? Addirittura la canzone parlava delle gesta di un guerriero solitario intento a combattere contro le avversità della vita. Dopo Sting of the Bumblebee, il classico assolo di Joey DeMaio scandito dal tempo della batteria dell’uomo roccia Scott Columbus, segue l’antologica The Crown And The Ring (Lament Of The King), brano registrato nella cattedrale di San Paul a Birminghan con il supporto della Royal Philarmonic Orchestra e dove è la sola voce di Adams a dettar legge accompagnando la pomposa costruzione strumentale scandita da cori gregoriani e maestosi.
La dottrina dei Manowar e la loro disciplina dell’acciaio marchiano a fuoco l’epic metal song Kingdom Come, tra le indiscusse hit del disco, dove tra ritmi orecchiabili e riff eroici e poderosi si snoda questa autentica leggenda musicale resa mitica porprio in virtù dei suoi refrain accompagnati da incredibili cori che rimarranno impressi nelle memorie dell’Heavy Metal epico come pesante monito a ricordarne chi ne erano gli indiscussi signori. I ritmi del disco tornano a farsi veloci con la seguente Hail And Kill, mastodontico inno dell’album scandito dai taglienti riff chitarristici di Ross The Boss. La song era introdotta da un delicato arpeggio iniziale preludio inquieto alla tempesta di metallo pesante che di lì a poco si sarebbe abbattuta in tutta la sua feroce carica battagliera. The Warriors Prayer, brano addirittura recitato, vuole ribadire il semplice concetto che i Manowar vanno oltre la musica, scomodando la leggenda. Rimarrà assolutamente mitico nonchè unico il modo in cui questa poesia cedeva il passo alla closer Blood Of The Kings, connubio perfetto tra ritmi epici e ruggenti. La song, grazie a riff letteralmente assetati di sangue, grazie alla prova eroica e rabbiosa di Adams e grazie a ritornelli articolati e maestosi è una sintesi perfetta del disco. Si pone in questo modo il sigillo finale a questo platter che consacrò i “four kings of metal” nella leggenda, insieme ai più grandi act del tempo.
Vincenzo Ferrara

Tracklist :
1. Wheels Of Fire
2. Kings Of Metal
3. Hearth Of Steel
4. Sting Of The Bumblebee
5. The Crown And The Ring (Lament Of The Kings)
6. Kingdom Come
7. Hail And Kill
8. The Warriors Prayer
9. Blood Of The Kings

Pleasure Slave (bonus track versione cd)

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