Recensione: Kiss Symphony-Alive IV

Di Francesco Prussi - 26 Luglio 2003 - 0:00
Kiss Symphony-Alive IV
Band: Kiss
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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95

Sfidando l’afa e la calura di questa torrida estate una corsa in quel di Milano per accaparrarsi la versione Limited Edition del nuovo Alive IV dei Kiss, era quanto mai obbligatoria. Annunciato già dal 2000 ma mai messo sul mercato perché, secondo Gene Simmons, i nastri non erano all’altezza degli standard del gruppo (le registrazioni originali erano avvenute in Canada, a Vancouver giorno di capodanno del nuovo millennio). Così il celebre quartetto decide di registrare una memorabile serata tenutasi a Melbourne in Australia. Per rendere speciale l’evento, i nostri si fanno accompagnare dalla Melbourne Symphony Orchestra, ottenendo un risultato che supera ogni più rosea attesa. Altri hanno già fatto questo tipo d’esperienza, ma quando lo fanno i Kiss il tutto assume un contorno speciale e del tutto spettacolare. Non esiste altro termine per definire un maestro con trucco alla Gene Simmons che dirige un’orchestra di settanta elementi tutti rigorosamente truccati. In questo modo il rock’n’roll incontra la musica classica e il Beethoven truccato sui dischetti, acquista il suo giusto significato. Da segnalare che Ace Frehley non è più della partita: è sostituito, più che degnamente, da Tommy Thayer incredibilmente affiatato e ben inserito col resto del gruppo (sembra sia stato tour manager della band per diversi anni). Il concerto è diviso in tre parti: una prima completamente elettrica e che vede solo i quattro rockers mascherati in azione; una seconda acustica con un ensemble orchestrale, mentre la terza parte vede il gruppo accompagnato dall’intera orchestra. La scaletta riserva un paio di sorprese andando a rispolverare qualche brano mai eseguito. Naturalmente non poteva mancare la celebre frase, che introduce i concerti dei Kiss, urlata da Gene nel microfono, dopodiché Deuce parte a razzo seguita da due cavalli di battaglia come Strutter e Let Me Go Rock’n’Roll trascinanti come non mai. Lick It Up torna in scaletta cui fa seguito la mitica Calling Dr. Love interpretata dal vampiro, mentre il trascinante rock’n’roll di Psycho Circus (dall’ultimo album in studio del gruppo ormai risalente al 1999), conclude la prima parte del set. La parte acustica è aperta da Beth, che finalmente Peter canta accompagnato da una vera sezione d’archi e non dalla solita base preregistrata. Da Hot In The Shade spunta la bella Forever dove la voce di Paul è esaltata dall’ensemble orchestrale. I brani a seguire sono Goin’ Blind e Sure Know Something già apparse sul live acustico ma che qui trovano una nuova dimensione. La ciliegina sulla torta finale è rappresentata da Shandi, ballad tratta da Unmasked e mai apparsa su un disco dal vivo. Particolarmente affascinante è l’interpretazione di Paul Stanley. Ottimi gli arrangiamenti orchestrali che fondono perfettamente le due realtà in un unico calderone sonoro. Il secondo cd racchiude tutta la terza parte, per una durata di cinquanta minuti, che vede il gruppo imbracciare gli strumenti elettrici con l’intero ensemble orchestrale ad accompagnare i quattro. Grande spazio trova Destroyer che è omaggiato con ben sei estratti. Pezzi come Detroit Rock City e King Of Night Time World rivivono e sono esaltati dall’omaggio sinfonico. Non manca all’appello la mitica Do You Love Me, dove Paul si conferma mattatore coinvolgendo il pubblico nel ritornello. L’oscura God Of Thunder rivive anch’essa sotto una nuova luce, mentre quasi in chiusura troviamo una sorpresa, sempre da Destroyer è estratta Great Expectations: pezzo sinfonico orchestrale cantato da Gene, supportato da un coro di bambini tutti naturalmente truccati. Particolarmente coinvolgente ho trovato Shout It Out Loud e Black Diamond (cantata da un Peter Criss visibilmente esaltato), dove l’orchestra riprende i riff di chitarra creando un muro sonoro del tutto particolare. Non manca anche Love Gun: l’inizio gruppo-orchestra è micidiale. Il round finale è affidato ad I Was Made For Lovin’ You, ed alla mitica Rock And Roll All Night che, come il solito, congeda il gruppo dai suoi fans che da anni non hanno mai fatto mancare al gruppo il loro caloroso supporto. Finalmente non la solita raccolta, ma un disco che esalta e consegna ai fans una carellata di brani rivisti sotto un’ottica diversa dal solito e per questo degna di essere presa in considerazione. L’esame con l’orchestra, a parer mio è stato superato alla grande e i brani sono stati esaltati superando così la sfida del tempo. In ogni modo, penso che questa sfida sia stata vinta dal rock’n’roll sempre vivo e pulsante come non mai ed in questo disco trova la sua giusta celebrazione. Comprai il mio primo disco dei Kiss a sedici anni ed ora che tra poco ne compirò quaranta ho preso il loro ultimo album. Una colonna sonora che mi accompagnerà ancora per molto.
Franco Spruss

CD1:
Deuce-Strutter-Let Me Go Rock’N’Roll-Lick It Up-Calling Dr.Love-Psycho Circus-Beth-Forever-Goin’ Blind-Sure Know Something-Shandi.

Cd 2:
Detroit Rock City-King Of The Night World-Do You Love Me-Shout It Out Loud-God Of Thunder-Love Gun-Black Diamond-Great Expectations-I Was Made For Lovin’ You-Rock And Roll All Nite.

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