Recensione: Kontamination

Di Giorgio Vicentini - 30 Gennaio 2006 - 0:00
Kontamination
Band: Haemoth
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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77

E’ in corso un’evoluzione stilistica nei francesi Haemoth, crescita che prosegue come il loro tenebroso tragitto tra gli anfratti dell’arte nera, guadagnando sempre più una personalità definita. Si partì dal violento Satanik Terrorism, passando per l’ottimo Vice, Suffering and Destruction, arrivando all’attuale Kontamination, il cui compito è quello di proseguire appoggiandosi ancora ad un sound estremamente riconoscibile (e che io comincio ad adorare).

In tutto questo, deve aver giocato un qualsivoglia ruolo il side project Spectr di Haemoth, infatti Kontamination raccoglie sì il testimone dal suo predecessore, ma lascia crescere, liberandola come una necrosi subdola, la maggior cura per atmosfere fumose e fosche, rese magnetiche dalla kontaminazione di efficaci campionamenti sintetici quali fortissimi catalizzatori di sensazioni.
Ad una base di vocals acide e marce, si accompagnano suoni freddissimi ed esplosivi, ravvivati da una produzione potente che diventa deflagrante quando il ritmo si alza sulle accelerazioni assassine di “When The Blood Turns Black“. Sono però gli inserti sulfurei ad innalzare la tensione, con il loro sgradevole sapore da anticamera della morte, attori protagonisti dell’alternanza tra incursioni simili a zampate, drappi neri impalpabili ma soffocanti e le urla laceranti di “Kontamination“, trascinante title track.

La nuova propensione all’uso complementare, ma fondamentale, dell’elettronica, apre scenari suggestivi sull’opera odierna della band che esplode energica ma sa tacciarsi in pause inquietanti, come nel bel mezzo di uno stanzone nero tra rumori di natura, forza e provenienza mutevole e non sempre definita. Spaventano i venti sibilanti udibili con inquietante potenza al termine di “Stigma Diabolikum“, assatanata ed enfatica quando rallenta su un bel riffone old style; asfissiano i miasmi malsani che si materializzano nell’atmosferica “Poisoned Wind“, dal rintocco “industrial” che avvolge e suggestiona; disturba il pianoforte finale di “Famished“, sviluppata su velocità più contenute con le quali indugiare sul sound “aperto”.

Non si può essere altrettanto entusiasti della chiusura. La sola “Dependance” descrive correttamente un lotto di brani secco, meno ispirato e prodotto con una qualità audio leggermente inferiore, se pur ottima. Pur non mancando il tocco malsano dell’elettronica, “Aversion” non riesce a brillare e la conclusiva “Dependance” chiude il disco, lasciando il terzetto finale un passo indietro l’affascinante devianza che lo precede.
Peccato per l’artwork, non perché di bassa lega, magari lo si potesse dire, ma per via di scelte cromatiche che lo rendono indubbiamente oscuro, ma parimenti indecifrabile se non alla luce di un neon (con il quale ho potuto constatare il suo essere sicuramente in tema).

Kontamination è un grande ritorno, raccolta di brani provenienti da due sessione in studio distinte e di diversa valenza, che mi auguro essere un primo morso d’assaggio a ciò che sentiremo nel futuro. Haemoth: fumosi, dannati, sprizzanti puro odio nero, in due parole… da avere!

Tracklist:
01. Soiled
02. When The Blood Turns Black
03. Kontamination
04. Poisoned Wind
05. Famished
06. Stigma Diabolikum
07. Dependance (previously unreleased)
08. Aversion (previously unreleased)
09. Defects And Perversion (previously unreleased)

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