Recensione: L’Eterno Maligno Silenzio

Di Alessandro Cuoghi - 30 Novembre 2010 - 0:00
L’Eterno Maligno Silenzio

Erigere l’angoscia. Assemblarla brandello su brandello, rasoiata dopo rasoiata, sibilo dopo sibilo.   
Il Black Metal come canale, lama emozionale per lacerare senz’alcuna pietà lo spirito annichilito dell’ascoltatore, attraverso otto brani che destabilizzano e feriscono, come schegge di ghiaccio rigirate lentamente nella carne.

Questo è quanto. Punto di partenza e fine ultimo degli italiani Tenebrae In Perpetuum.
Attitudine puramente Black, misantropica ed oltranzista; solamente freddo, morte, alienazione ed oscurità. Null’altro permea questo “L’Eterno Maligno Silenzio“,  compulsivo pandemonio di sentimenti negativi sovrapposti ed amalgamati,  portati a noi da un vento gelido e spietato.

Dopo tre anni esatti dall’uscita del precedente “Antico Misticismo” (2006),  e sei da quella dell’esordio “Onori Funebri Rituali” (2003) , i ragazzi giungono fieramente al terzo e, secondo le dichiarazioni del leader Atratus, ultimo full lenght sotto il moniker  Tenebrae In Perpetuum (per la cronaca: seguito da uno split con il progetto Krohm, composto da brani targati 2008 ma uscito nel 2010).

Come dicevamo, l’album è composto principalmente da un concentrato di fredda oscurità,  dove
sensazioni violente e disturbanti vengono narrate senza pietà dalla corrosiva voce del singer Ildanach (già attivo nei friulani Absentiae Lunae) e cucite sulle affilate trame musicali del mastermind Atratus, impegnato alle sei ad alle quattro corde, nonché ulteriore voce e vero e proprio cuore pulsante del progetto. A completare il tutto troviamo il terremotante batterista Vidharr, entrato a far parte dei Tenebrae In Perpetuum sin dal 2002.

Le intenzioni della band vengono sbattute in faccia all’ascoltatore sin dai primi secondi dell’opener  “Percepire La Luce Attraverso Il Sepolcro“, dove chitarre affilatissime, una batteria furiosa ed una voce dannatamente malefica spazzano via ogni cosa. La sensazione di oppressione e gelo tipica dei capolavori di casa Darkthrone è costante e gli improvvisi rallentamenti, incisi da clean vocals basse e marziali, altro non fanno che aumentare l’angosciante aggressione mentale . Le tematiche affrontate dal brano sono solo lontanamente percepibili, a causa dell’ovvia e quasi totale incomprensibilità del cantato in screaming e dell’omissione dei testi dal booklet ad opera della band, al fine di favorire una più libera interpretazione della musica da parte dell’ascoltatore.
Un crescendo malinconico portato all’estremismo e nuovamente all’attacco frontale caratterizza la titletrack, mentre sonorità di chiara derivazione Taake intagliano la malvagità delle successive “Dissoluzione in Preghiera” e, anche se meno marcatamente, di  “Incubo Rosso Cupo“, garantendo un’accoppiata dal formidabile impatto.  
Il disco si mantiene su standard elevati dall’inizio alla fine, fornendo ulteriori pezzi degni di nota, tra i quali: “Il Morto Cthulhu Aspetta Sognando“, dalle chiare tematiche lovecraftiane ed annoverabile fra i migliori e più coinvolgenti episodi del platter, e la conclusiva, doomeggiante “Oltre I Confini Umani“, dove richiami agli ultimi Celtic Frost sono accostati ad esplosioni Raw Black in puro stile norvegese, per un risultato finale che fa dell’alienazione il proprio principale punto di forza.

A conti fatti quest’ultimo lavoro dei Tenebrae In Perpetuum dimostra la raggiunta consapevolezza del proprio operato dal parte della band, che, nonostante abbia apparentemente mantenuto le proprie coordinate primarie, ha saputo affinare la propria proposta, rendendola maggiormente compatta e coesa. Dopo diversi ascolti si nota come il maggior pregio e nel contempo il maggior difetto del disco sia l’effettiva possibilità di ingresso nell’oscuro universo che lo caratterizza. Tale difficoltà di lettura, di decodifica, è data dall’estrema intimità compositiva ed espressiva che contraddistingue ogni singolo brano de “L’Eterno Maligno Silenzio”.
Tale aspetto, sommato all’estrema dose di odio puro e ad una costante sensazione di alienazione spirituale inoculata nel lavoro, ne sancisce il punto di maggior valore ed il maggior scoglio da affrontare per chiunque desideri il pieno coinvolgimento emotivo nella musica ascoltata.

Per concludere: i Tenebrae in Perpetuum chiudono la propria storia con un disco che, alla luce (o meglio all’oscurità) di quanto descritto in precedenza, è esattamente quanto si erano proposti di fare. Chi pensa di poter essere affine alla proposta ne approfitti, mentre chi nella musica cerca sentimenti anche solo lontanamente positivi, lo eviti come la peste.

Alessandro Cuoghi

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Line Up

Atratus – vocals, drums, guitars
Vidharr – drums
Ildanach – vocals

TRACKLIST

1. Percepire La Luce Attraverso Il Sepolcro
2. L’Eterno Maligno Silenzio
3. Dissoluzione In Preghiera
4. Incubo Rosso Cupo
5. Il Morto Cthulhu Aspetta Sognando
6. Dei Corpi Silenti
7. Rapitemi, Anime Della Natura
8. Oltre I Confini Umani