Recensione: Le Notti del Peccato

Di Alessandro Calvi - 2 Agosto 2004 - 0:00
Le Notti del Peccato
Band: Fearbringer
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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80

2004, giunge infine alla pubblicazione del suo primo full-lenght il Fearbringer, personaggio tra i più particolari e prolifici della scena underground del nord d’Italia. Dedito da sempre al black metal in tutte le sue sfaccettature è il vero e proprio deus-ex-machina di un numero impressionante di gruppi.
Il primo è sicuramente quello che porta anche il suo nome “Fearbringer”, ma poi vengono anche i “Tunguska”, l’“Armata di Carona” e i “Les Jardins Decadentes”, una serie di progetti per portare avanti altrettanti stili e sound diversi. In ognuno di essi egli compone, scrive i testi, canta e suona tutti gli strumenti salvo poi farsi affiancare da qualche musicista per le esibizioni live. Attivo dalla fine degli anni ’90, il primo demo dei Tunguska è del 1998 (poi ristampato nel 2001), fino ad ora ha collezionato un numero impressionante di uscite: 4 per i Tunguska, 6 sotto il marchio Fearbringer compreso questo cd, e il primo demo-tape per l’Armata di Carona. In realtà però solo per questo stesso anno sono già previsti: il primo full-lenght dei Tunguska, il primo demo dei Les Jardins Decandentes e un’altra uscita sia per il progetto Fearbringer che per l’Armata di Carona.
Insomma una produzione veramente impressionante.

Fino ad ora si è sempre autoprodotto tutte le uscite di questi gruppi, spesso su cassetta e sempre in un numero di copie veramente limitato, peraltro con risultati decisamente sopra alla media. Ora finalmente è giunto alla pubblicazione presso la Officina Rock Records e con distribuzione affidata alla Masterpiece/Century Media. Un traguardo che fa effettivamente ben sperare anche nel futuro perché altre delle produzioni del Fearbringer possano raggiungere un pubblico più ampio.

Ma passiamo a parlare di questo disco. Il genere proposto dal Fearbringer nel suo omonimo progetto è un black grezzo molto legato alle origini del genere, impreziosito qui e là da un uso molto parco delle tastiere.
L’album si apre con una lunga intro d’atmosfera, è un brano strumentale molto cupo in cui si sente risuonare un gelido organo e colpi che paiono provenire da qualche punto in lontananza, probabilmente dalla segreta di un castello o di un convento in pieno medioevo. Un’altra caratteristica del progetto Fearbringer è infatti quella che tutte le sue uscite sono legate a un qualche concept di origine storica con il filo conduttore dell’anticristianesimo. In ognuna di esse troviamo una ricerca storica molto approfondita, in genere utilizzata per presentare attraverso la musica, frammenti della storia italica medievale che mettono in luce il volto più feroce e meno compassionevole della chiesa di Roma. In questo caso ci troviamo di fronte a un concept tratto da un romanzo anticlericale del ‘700 ad opera di Denis Diderot. “La religiosa” racconta la storia di una giovane costretta da problemi famigliari a farsi monaca. Da questo fatto nasce tutta una storia legata ad abusi e soprusi nei suoi confronti che è appunto il punto centrale del “Le Notti del Peccato”.

Dal punto di vista musicale sicuramente durante i primi minuti d’ascolto la mente corre subito a gruppi come i primi Darkthrone e Mayhem. Si tratta di un suono freddo, glaciale, violento e carico di cattiveria, solo a una prima impressione sporco. La produzione, come in tutte le pubblicazioni vicine allo spirito originale del black, potrebbe essere il punto di partenza di un lungo discorso.
Quella del Fearbringer è una scelta precisa, accanto a un ottimo mixaggio degli strumenti, infatti ognuno si ascolta benissimo e nessuno prevale sugli altri, ha sempre deciso di tenere dei suoni che si avvicinassero il più possibile alle origini del genere.
Lo stesso discorso non vale però del tutto per quanto riguarda il songwriting, sempre molto interessante e vario. Le canzoni presentano spesso vari cambi di tempo, passaggi lenti, stacchi quasi acustici e, come per esempio in Perverted Holy Hands o nell’inizio di Seviziata, fa capolino anche la voce pulita. Tutti elementi questi che presentati così potrebbero far storcere il naso ai più indefessi fan del black prima maniera, ma avete la mia assicurazione che il Fearbringer non tradisce per nulla lo spirito del genere, al contrario vi contribuisce con nuova interessantissima linfa.

Per concludere: secondo me si tratta di una delle pubblicazioni ufficiali più interessanti dell’anno in ambito black. Per quanto riguarda il vero black delle origini, per certi versi grezzo, violento, glaciale, malvagio, non ho assolutamente paura nell’affermare che probabilmente è una delle migliori cose che l’Italia abbia prodotto negli ultimi anni. Per coloro che si definiscono seguaci della nera fiamma il Fearbringer non dovrebbe essere un nome nuovo, ma se qualcuno ancora non lo conoscesse gli consiglio decisamente di recuperare questo disco grazie alla maggiore distribuzione che il parmense è finalmente riuscito a raggiungere.

Tracklist:
01 Ruined Convent Breath
02 The Mad Nun
03 Perverted Holy Hands
04 Seviziata
05 Black Mother Nightmare
06 Le Notti del Peccato
07 No Escape from Sin

Alex “Engash-Krul” Calvi

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