Recensione: Learn from The World

Di Filippo Benedetto - 15 Giugno 2004 - 0:00
Learn from The World
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Anno: 2004
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Premetto, prima di addentrarmi nello svolgimento dell’analisi di questo prodotto,  che questi cinque ragazzi, gli “Steel Without Name” (moniker nato quasi per gioco durante una conversazione con Luca Turilli)  hanno dato prova, in questo demo, di un lodevole tentativo di non fossilizzarzi su di un’unica proposta musicale, spaziando da temi prog metal a suggestioni in evidente odore power metal. Da sfondo a questo lavoro in sede di songwriting da notare è, inoltre, una particolare cura per quanto riguarda gli arrangiamenti. Le traccie contenute in “Learn from the world” sono quattro,se escludiamo la breve e suggestiva intro, “It’s braining”.
La prima vera song, “Neurosynapsis”, viene introdotta da un giro di basso accattivante e ben impostato. La morbida e abrasiva apertura per basso viene “rotta” dall’irrompere delle chitarre distorte che eseguono il riff portante del brano che da qui in poi si svilupperà secondo stilemi prog metal. Ad impreziosire il tutto interviene, nella parte centrale, un lavoro per chitarra acustica molto classicheggiante che dona al tutto una certa “fluidità”.Molto bene in vista sono le tastiere che svolgono un ruolo non di semplice complemento per la riuscita del pezzo. Un discorso a parte si potrebbe fare per le vocals che, sebbene bene impostate per quanto concerne il lato prettamente tecnico, in alcuni frangenti risultano non sempre “graffianti”. Si prosegue con la successiva “The Rain” e tocca ad un tema per pianoforte, malinconico e riflessivo, dare il via al brano. Le vocals qui risultano più convincenti e particolarmente ispirate. Lo sviluppo del tema iniziale, svolto interamente per piano e chitarre acustiche, sembra giocare la sua carta migliore sulla “progressione” delle linee portanti, fino all’irrompere delle chitarre distorte che contribuiscono a “dilatare” la forza persuasiva delle linee melodiche del brano stesso.  Ben costruito è il refrain, dove si nota un buon gioco “a due” della voce maschile e femminile che in alcuni momenti cardine sembrano felicemente rincorrersi. L’importanza della timbrica del pianoforte e delle tastiere la possiamo notare nella seguente traccia, “Intro the mind”, breve ma comunque interessante “piece” strumentale che sembra tratteggiare un affresco sonoro d’altri tempi. La rassicurante quiete melodica di questa traccia lascerà poi spazio all’energia “power” della conclusiva “Learn from the world”. Dal punto di vista tecnico strumentale si nota un discreto lavoro, specialmente per quanto riguarda le parti ritmiche e soliste per chitarra, nonché per quanto concerne la sezione ritmica. E’ da rilevare anche un certo tentativo da parte del combo di non appiattire le linee melodiche del pezzo non solo su un’unica direttrice maestra, tentando di variare la declinazione dello stesso tema principale. Forse il problema è da rilevarsi nel refrain, forse troppo “aperto” rispetto al resto del brano, frenando la forza persuasiva dello stesso.

Concludendo posso sottolineare una grande volontà da parte di questi ragazzi di proporre all’ascoltatore un prodotto curato, sia per quanto riguarda gli arrangiamenti che per quanto compete la parte tecnico strumentale. Alcune idee sono interessanti e se verranno sfruttate meglio e con più consapevolezza il prodotto finale (un futuro full lenght?) ne gioverà sicuramente.  Il voto che segue, quindi, è un incoraggiamento a continuare, meglio, su questa strada.    

Tracklist:

1) It’s Braining
2) Neurosynopsis
3) The Rain
4) Intro the mind
5) Learn from the world

Line Up:

Simone Spoladori – Voce e Percussioni
Chicco Serrelli – Chitarra elettrica e acustica
Danny Gaiulli – Chitarra elettrica e classica
Lele Serrelli – Tastiere
Claudio Serrelli – Basso
Federico Ria – Batteria e Percussioni

 

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