Recensione: Left Hand Pathology

Di Michele Carli - 28 Maggio 2006 - 0:00
Left Hand Pathology
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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90

Possono un EP di poco più di quindici minuti, una manciata di split e qualche demo, proiettare un gruppo nell’olimpo del goregrind rendendolo uno dei punti di maggior riferimento di tutta la scena? Si, ed i
General Surgery ne sono la conferma vivente. Considerati dei paladini dai fan di Carcass e soci, questi svedesi si sono fatti strada nell’underground senza mai comporre un full lenght che consolidasse tutte le aspettative del pubblico e degli addetti ai lavori. Inutile dire, quindi, che l’attesa per questo album si era ormai fatta pesante, soprattutto quando nella formazione attuale troviamo membri del calibro di
Adde Mitroulis (Birdflesh, Sayyadina, Jigsore Terror) alla batteria e Glenn Sykes (Regurgitate) al basso.

Il risultato è, come previsto, ottimo, e come prima cosa salta subito all’orecchio la produzione, con suoni nitidi e puliti che risaltano il lavoro di batteria e chitarre. Chitarre, tra l’altro, che costruiscono sia riff articolati provenienti dalla scuola death metal più classica, sia altri prelevati dalla scena hardcorecrust svedese. Ciò che ne deriva è senza dubbio di grande effetto e il riff principale di
If These Walls Could Talk, come quello di Ambulance Chaser, difficilmente se ne andrà dalla vostra testa. La differenza principale tra questo disco ed il seminale
Necrology sta proprio qui: nel riffing più vicino ai Dismember ed ai Regurgitate invece che a quelli sconclusionati e semplici della pietra miliare chiamata
Reek of Putrefaction. Come i maestri, i GS si sono evoluti, hanno migliorato il suono, la capacità strumentale e le idee, raffinandosi senza però perdere la qualità. Le costruzioni e gli intrecci raffinati di chitarra si addicono perfettamente alle atmosfere chirurgiche ricreate dal disco, anche se spiazzeranno gli amanti delle canzoni di pochi secondi con un paio di accordi ripetuti. Sono quasi del tutto assenti le intro registrate: le uniche che si trovano all’interno del disco sono, comunque, di una lunghezza minima, evitando così di essere invadenti o noiose. Nota di merito va data, senz’altro, alle parti di batteria, con un
Adde veramente pauroso, dotato di una velocità invidiabile e una discreta fantasia nell’uso di tempi e ritmi molto vari e diversi tra loro. La batteria, infatti, è il vero motore del disco ed ogni attacco, ogni fuga di blast beat ed ogni passaggio groovy vi farà saltare per aria. La voce è, forse, la parte meno interessante del lotto a causa delle troppe sovrapposizioni che la rendono un po’ troppo sintetica e finta, perdendo quella sensazione di marcio e di “organico” di cui godeva lo splendido
Necrology. Niente di molto rilevante, comunque, anche perché nel complesso il risultato non ne risente granché (io, lo ammetto, avrei preferito di gran lunga un growl rauco in stile Machetazo, grezzo e senza fronzoli).

Come da pronostico, i General Surgery aggiungono un’altra vittoria alla lista, distaccando la grande massa di gruppi gore e mantenendosi sulla vetta. Un altro disco d’oro di questo proficuo 2006, quindi, che saprà soddisfare i palati fini dei fans duri e puri ed incontrerà anche i gusti dei neofiti, visto che, data la qualità delle composizioni, potrebbe essere un buon inizio per chiunque volesse avvicinarsi al genere.

Tracklist:

1.If These Walls Could Talk
2.Ambulance Chaser
3.Fulguration
4.Arterial Spray Obsession
5.Necrodecontamination
6.The League Of Extraordinary Grave Robbers
7.The Admirable Teachings Of Burke & Hare
8.Capricious Provisional Cadaver Grater
9.Decomposer
10.Viva! Blunt Force Trauma
11.Cold Storage Fever
12.Mucopurulent Mayhem
13.Mortuary Wars
14.Convivial Corpse Disposal Methodology

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Genere:
Anno: 1991
82