Recensione: Legacy of Blood

Di - 20 Maggio 2008 - 0:00
Legacy of Blood
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Anno: 2008
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77

La prima cosa che ho notato all’interno del debutto discografico dei Cain’s Dinasty, ovviamente DOPO l’intrigante e bellissima copertina, è stata il monicker. In un paio di secondi ho effettuato un salto temporale di venticinque anni, in pieno periodo Nwoihm, quando gli attentati alla lingua inglese da parte delle Nostre band erano frequenti. Allora, infatti, spopolavano strafalcioni come “official fUn club”, madDness, raNcing e via di questo passo. Gli spagnoli di Alicante, autori del debutto su full length Legacy of Blood, evidentemente hanno pensato di collocarsi negli anni Ottanta fin a partire dal nome: Dinasty al posto di Dynasty.

I Nostri nascono nell’agosto 2006 per volere di Roberto Garcia e Ruben Picazo e di lì a poco pubblicano il demo Love Songs for Putrefact Lover, una dichiarazione d’intenti già dal titolo, che suscita un discreto successo in terra iberica. Legacy of Blood è però a tutti gli effetti il Loro vero esordio e gode della produzione e del mixaggio di Fernando Asensi, personaggio molto noto all’interno della Comunidad Valenciana. 

Il disco si apre con la title track: una mitragliata di chitarre e batteria assassina va ad accavallarsi all’entrata in scena della voce tipicamente Power di Ruben Picazo. Il brano poi si snoda fra cambi di tempo che vivono di ammiccamenti agli Helloween e ai Cryonic Temple. Una mazzata sicura, comunque di sano e pesante metallo, con velocità sostenute. La traccia migliore di Legacy of Blood, senza dubbio alcuno, che si chiude con urla degne di cotanta colata lavica. Two Seconds to Forget Your Name vede un calo della pressione sull’acceleratore e un aumento della dose di epica. Interessanti le rullate di Marcos E. De Juana, i cori di sottofondo e gli inserti di voci femminili a metà brano. Under the City Lights è drammatica e a tratti sinfonica con cori a la Hammerfall, mentre Remember the Tragedy, che nel tratto iniziale rimembra i Death SS di 7th Seal, poi esplode nel classico pezzo HM melodico sulla falsariga dei migliori Edguy.

La traccia numero cinque, The Journey, recupera la velocità della title track e si dimena fra degni acuti vocali, scappatelle Prog, schitarrate a la Vision Divine e piccole dosi di growl. In Tears of Pain è ancora il metallo epico “happy” a farla da padrone, almeno nelle intenzioni, senza impressionare, però. Finalmente Infancia Eterna vede i Nostri alle prese per la prima – e ultima volta – con la Loro lingua madre, lo Spagnolo, con risultati alterni. Il brano non è malvagio ma irrimediabilmente simile a quelli che l’hanno preceduto e non spicca come ci si sarebbe aspettati. Molto meglio i Tierra Santa a destreggiarsi all’interno dell’idioma iberico, sicuramente. Come to Me, introdotta da un piano soave, rappresenta la ballad di turno per i primi tre minuti di durata, poi il fragore delle chitarre spezza per un poco l’incantesimo, che riprende subito dopo fino alla fine del brano. Taking a Look: Epic metal a manetta nelle trame di chitarra iniziali e in quelle finali sullo stile di Edward Pursino dei Virgin Steele, poi batteria incessante fino al termine e Power a profusione per oltre quattro minuti in chiave Helloween più eroici.         

Legacy of Blood è un disco che si colloca a metà fra l’HM classico e il Power ortodosso. Di acciaio ce n’è molto, non mancano gli spunti melodico-epici e alla fine si lascia ascoltare volentieri. Certo, per essere un prodotto Made in Spain manca un poco di quella personalità profondamente latina che di solito caratterizza uscite del genere ma va riconosciuto ai Cain’s Dinasty il possesso di un songwriting d’esportazione. Una piacevole release, che non deluderà chi ama viaggiare con un sottofondo musicale robusto con qualche innesto di miele qua e là.                                

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti


Tracklist:
1. Legacy of Blood 
2. Two Seconds to Forget your Name 
3. Under the City Lights 
4. Remember the Tragedy 
5. The Journey 
6. Tears of Pain 
7. Infancia Eterna 
8. Come to Me 
9. Taking a Look


Line-up:
Ruben Picazo – Vocals (ex-Delirion, Gothmog (Esp))
Roberto García – Guitars (Gothmong (Esp))
Paco Castillo – Bass (ex-Cloon d.C., ex-Phantom Mask)
J.J. Ruiz – Guitars
Marcos E. De Juana – Drums


 

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