Recensione: Let the Madness Begin

Di Matteo Lavazza - 25 Ottobre 2003 - 0:00
Let the Madness Begin
Band: Enemynside
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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85

Atteso album di debutto per i romani Enemynside, Thrash band il cui nome girava già da tempo nei circuiti underground.
Già dall’iniziale “Suddenly Mad” si intuisce che ci troviamo di fronte ad un lavoro davvero ben fatto, sia in fase compositiva che in fase esecutiva la band mette subito in mostra una buona personalità, che permette al gruppo di palesare uno stile, che pur rimanendo chiaramente di matrice Thrash, riesce ad essere decisamente personale pur facendo intravedere qua e la delle influenze che però non sono mai troppo palesi, come nel caso di “Bad Junks”, in cui le matrici del Thrash di scuola Newyorkese (Anthrax ed Overkill tanto per capirci) sono abbastanza evidenti, ma vengono riletta dal gruppo in maniera davvero molto personale e soprattutto convincente.
Un altro dei punti di forza della band sta nel riuscire ad essere allo stesso tempo moderni eppure molto classici nel loro modo di interpretare la musica, pezzi come “Your Enemy Inside”, molto groovy e con la voce del cantante-chitarrista Francesco “Frallinsane” Cremisi qua e la filtrata ed “Unchained”, con i suoi riff stoppati ed aggressivi e con un gran lavoro di Luca Marni alla batteria, rappresentano secondo me bene il lato più “moderno” degli Enemynside, mentre brani come i due già citati in apertura oppure “Speed Killing”ed “Ex-x-es” sono i brani con l’anima Thrash più pura, ma è davvero tutto l’album che stupisce per compattezza.
È quasi incredibile come una gruppo al debutto riesca ad essere già così maturo in fase di songwriting, basta ascoltare una brano come la conclusiva “Hatestone” per rendersi conto di quanto sia stato meticoloso il lavoro della band in fase di arrangiamento dei pezzi, un alternarsi di cambi di tempo e riff praticamente perfetto.
I suoni di questo “Let the Madness Begin…” sono piuttosto buoni, soprattutto per quello che riguarda voce e chitarre, mentre non mi piacciono molto quelli della batteria, che mi sono sembrati molto innaturali, soprattutto la cassa ha un suono che sa troppo di “studio”, troppo poco naturale.
Tecnicamente la band mi è sembrata davvero valida soprattutto nel dare fluidità ai vari cambi di tempo delle canzoni.
In Italia abbiamo delle Thrash Metal band davvero valide, peccato che purtroppo almeno per questo genere sembra che i kids nostrani non mostrino molto interesse per le band di casa nostra, spero solo che grazie a band come gli Enemyside o i Merendine Atomiche questo interesse si possa riaccendere, di sicuro la band capitolina ha confezionato un lavoro coi fiocchi che all’estero non mancherà di riscuotere ampi consensi, non resta che sperare che qui da noi un lavoro del genere non passi inosservato, di sicuro gli Enemynside hanno fatto alla grande il loro dovere, adesso sta a voi dare la giusta importanza ad una band che sono sicuro si sbatte da anni per far si che il nostro paese non sia conosciuto solo per i gruppi Power.

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