Recensione: Lettere

Di Giuseppe Casafina - 13 Marzo 2016 - 12:39
Lettere
Band: High Bridge
Etichetta:
Genere: Metalcore 
Anno: 2015
Nazione:
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68

L’originalità: questa sconosciuta ai più.

Gli High Bridge,  formazione vicentina attiva di recente formazione, fanno della parola  ‘originalità’ la propria ragion d’essere perché i Nostri, infatti, sono dediti ad una visione sonora piuttosto fuori dagli schemi: partendo su una base Progressive di ampio respiro, pitturano la propria visione con spunti Djent e Hardcore, il tutto sotto un cantato rigorosamente il lingua madre.

In fondo al nostro genere preferito un pizzico di originalità serve, quindi questi compatrioti per certi versi sono i benvenuti perché, si sa, osare spesso potrà non pagare commercialmente ma almeno si possono lanciare le basi per qualcosa che non sia la solita minestrina riscaldata (tanto sembra che, per molti ensemble meno dotati, basti la dicitura ‘old school’ per giustificarsi dall’assoluta mancanza di originalità e capacità ma queste sono altre storie): “Lettere” è il nuovo EP dei ‘corers vicentini (dopo “DROWN|NG” del 2014, “Requiem to the Fallen” del 2012 ed il singolo “Trial in Silence”, nonché prima uscita in assoluto con il nuovo vocalist) e parte con il crescendo intenso di “Decade”, brano molto emozionale e vicino a certe cose ‘Screamo’ ma decisamente più tirato.

Il breve brano suona, grazie ai suoi continui intermezzi di calma e furia, più come un’introduzione sia al disco tutto (anzi EP) che al successivo brano intitolato “Noia Verbale”, un pezzo atmosfericamente molto simile al precedente fino ai 2 minuti di durata, dove riff stoppati intervengono poi a definire maggiormente il lato più progressivo e sperimentale dell’ensemble, per poi sfuriare in un blast beat a tempi dispari proprio sul finale.

C’è da dire che l’inserimento improvviso di queste parti stoppate non è proprio impeccabile, secondo il modesto parere spezza troppo con tutto quello che c’era prima e tende a dividere il brano in due parti troppo distinte, ma procediamo con l’ascolto.

Un riff arioso, di chiaro stampo ‘Screamo’ apre la successiva “Lapsum”, un brano in tempi lenti che è un susseguirsi di variazioni in termini di riff (in alcuni casi decisamente vicini al Melodeath svedese) e tempi di batteria….per me, è proprio questo eccessivo alternarsi di variazioni tempistiche a smorzare l’interesse sul brano e, purtroppo, mi ha reso incapace di apprezzarlo fino in fondo, fino alla fine.

Ho riprovato con gli ascolti ma devo dire che man mano che procedevo, di volta in volta questa sensazione si ampliava: le basi per una costruzione interessante ci sono, ma nel caso di questo brano l’obiettivo non è centrato al 100%. Certo, un buon brano comunque, ed anche interessante per molti aspetti, ma mi auguro che questa difetto venga necessariamente limato nella loro prossima release, perché potrebbe portare a qualcosa di davvero interessante e diverso dal solito.

Il suono si apre nella seguente “Quiete”, dove già nei primi riff sembra davvero di avere a che fare con una versione hardcore di quel rock/metal progressivo sempre ricercato nelle intenzioni sonore della band. In questo caso il brano è decisamente più riuscito del precedente perché gli stacchi, sia di atmosfera che temporali, sembrano inseriti decisamente meglio: l’intermezzo acustico a metà brano ha forti reminescenze ‘emotional hardcore’ (emo-core) ma la grinta è tutta metal-oriented, il crescendo immediatamente successivo ha il giusto mood, mentre sul finale si ha un nuovo momento di calma, che poi esplode nuovamente nel riff finale, rigorosamente in tempi dispari. Un brano decisamente di ampio respiro e lungo (più di 7 minuti), finora il migliore del lotto per via della sua volontà di riuscire ad esprimere davvero quello che i Nostri vogliono ricreare, pertanto è un tentativo molto apprezzabile.

Il cantato melodico si fonde a riff duramente hardcore nell’introduzione di “IO” che poi spezza immediatamente il tutto a favore di un’aggressività tutta tipica del Metalcore, i cambi melodico/aggressivo dominano il brano (dove qui però il cantato è in inglese, in particolare i momenti più melodici mi hanno ricordato una versione più hardcore ed estrema degli ultimi album dei Gathering con Anneke alla voce) ed ormai come da tradizione qui si cambia spesso tempo, registro vocale ed intensità: ormai è un marchio di fabbrica dell’ensemble.

“Estate” è il suadente brano finale, con dei riff che nuovamente richiamano al progressive metal virato in salsa hardcore: qui le influenze più vicine al lato più moderno e sperimentale del concetto progressivo della musica emergono con prepotenza, come si può intuire dall’intermezzo del brano davvero molto vicino a certe cose dei Tool, seguito poi da un crescendo atmosferico che ci porta dì nuovamente ad alcuni dei riff della prima parte del brano….ed il brano termina, dopo un’ultima sfuriata.

 

Giunti alla fine, cosa dire di questo “Lettere”?

Diciamo che la pasta c’è, ma allo stato attuale, parlando puramente da ascoltatore, devo dire che sebbene siano fortemente apprezzabili nelle intenzioni (e con testi bellissimi, nulla da eccepire sotto questo aspetto) spesso la loro voglia di osare sperimentando si rivela eccessiva e si ritorce contro: un EP che quindi mette in bella mostra allo stesso modo sia le luci che le ombre degli High Bridge.

Ma in fondo i Nostri sono abbastanza vicini al traguardo per il semplice motivo che alla fine “Lettere” è tutto sommato un’uscita di buona qualità: devono curare maggiormente gli arrangiamenti dei brani senza esagerare in quanto la complessità è solo un bene ma anche un’arma a doppio taglio.

La complessità infatti, aggiunge profondità e spessore alla propria proposta, ma bisogna anche fare in modo che questa profondità non sia l’equivalente di un pozzo senza fondo….ovviamente, ciò non è il caso degli High Bridge, semmai solo un piccolo consiglio che sento di voler dare a questi ragazzi, per dar capire dove dovranno puntare maggiormente in futuro, dato che quello che secondo me serve loro, alla fine, è solo una dose maggiore di ‘collante’ tra le varie parti dei pezzi.

Alla prossima insomma, mi piacerebbe risentirli più compatti nelle strutture: non avranno che di guadagnarci quindi per ora diamo un voto di stima, proprio in attesa di un futuro, per così dire, più ‘levigato’.

Nel frattempo vi allego sia i contatti che il primo video ufficiale realizzato dalla band.

 

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https://highbridge.bandcamp.com/releases

 

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