Recensione: Liberator

Di Marco Giono - 31 Dicembre 2014 - 14:00
Liberator
Etichetta:
Genere: Power 
Anno: 2014
Nazione:
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75

Melbourne, Australia, 2007

Hey c’è nessuno là fuori? …siamo una band metal e no, non beviamo sangue o bruciamo chiese.  Suoniamo power progressive metal e se non vi piacciono (o non sapete chi siano!) Symphony X,  Dream Theater e  Nightwish, passate ad altro annuncio. Sul serio. Ora!
Cerchiamo qualcuno che sappia suonare la chitarra, riff e tutto il resto. Astenarsi perditempo o narcisi delle sette corde. No grazie. Cerchiamo il talento e scordatevi la tv. Qui dovete suonare mentre vi lanciano addosso bottiglie di birra (svelo un segreto: non sempre è birra, credetemi). Meglio se riuscite anche a bere al volo  (non sempre). Ci siamo capiti, no? ….Ah dimenticavo ci serve una voce maschile. Qualcuno che sappia stare sul palco. Nel caso in cui riusciate a fare ambo le cose, meglio.

se sarete dei nostri benvenuti a bordo degli Divine Ascension!

Se fai parte di una band australiana, non  vesti con pantolancini corti e non indossi un basco può essere dura stanare qualcuno che voglia suonare per te, poi figurati power progressive a Melbourne…con quelle onde?
Il destino benevolo vuole che Robb Inglis (chitarra), grazie al suo annuncio, incontri la cantante Jennifer Borg e il chitarrista Karl Szulik. Jennifer è una professionista, canta nei teatri, ha già calcato il palco per alcune band. Non ha una voce “maschile” e probabilmente sa poco o nulla di metal. Quindi… a casa? No, la prendono al volo, se accetta, è una professionista, lei. Certamente una benedizione per i Divine Ascension. Una voce splendida, con una buona estensione verso l’alto ed in grado di variare su partiture più rock. Karl, il chitarrista, ha talento, il ragazzo è speciale, anche lui arruolato. La line up si completa con David Van Pelt alle tastiere, Jason Meracis al basso e Luke Wenczel alla batteria.
Nel 2011 i Divine Ascension debuttano con il disco intitolato As the truth appears. La loro sapiente miscela di power metal progressivo con inflessioni rock funziona, l’album piace sia a critica che ai fan.

Trascorrono tre anni ed è tempo di ascendere verso Liberator, ultima fatica del sestetto australiano.
La prima traccia “Dawn brings no mercy” è il manifesto di una maggiore propensione della band a muoversi verso sinfonie metal in bilico tra melodie di stampo hard rock e toni più epici.  
Velocità ed eleganza per un avvio di sicuro impatto. Così possiamo ritrovare lo stesso approccio in brani come “Liberator” e “Crystal Tears” in cui i Divine Ascension disegnano  variazioni sul tema con frammenti di musica, ricomposti lungo un racconto che diviene prismatica proiezione del proprio sentire il mondo in note.
Stronger” seconda traccia è un concentrato di energia e di melodia. La tastiera ancora solenne introduce riff violenti di chitarra. I due strumenti dialogano, la voce di Jennifer diviene drammatica, poi la distorsione delle sette corde rilascia scosse elettriche e la voce si adegua muovendosi verso l’hard rock più moderno. È una dichiarazione. Dal vivo diventerà onda sismica.
Rallentano nel quarto brano, “My Contender Lies”, mid tempo dai toni epici che lascia il passo a “Sorrow’s Sacrifice” dalla partenza lenta per divenire cavalcata epica oscura, dalle melodie d’impatto immediato.
La canzone numero nove “Final Stand” è ancora progressione sinfonica di melodie tra momenti più meditati e sfuriate elettriche. I cori guidati dalla voce di Jennifer Borg evocano apocalissi imminenti e la battaglia inscenata dagli strumenti non è da meno. Un brano tra i più interessanti dell’album.

I Divine Ascension dimostrano una capacità compositiva e di esecuzione sempre notevole e varia anche quando esitano in pezzi come “Machine” e “Memoria’s Longing”, ma si tratta di episodi isolati. Liberator è un album riuscito che si muove attraverso partiture in equilibrio tra complessità e melodie dirette. L’approccio heavy-rock si mescola all’epicità sinfonica e ogni cosa viene resa più interessante dalla capacità della band australiana di rendere la complessità semplice e viceversa.
 

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