Recensione: Like It Is: Yes at the Bristol Hippodrome‏

Di Tiziano Marasco - 17 Dicembre 2014 - 0:00
Like It Is: Yes at the Bristol Hippodrome‏
Band: Yes
Etichetta:
Genere: Progressive 
Anno: 2014
Nazione:
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55

Impresa quantomai ostica è la recensione di un live album degli Yes. E non tanto per l’insita idiosincrasia del recensore verso i live album. A che pro comprarsi un disco che riporta un concerto, se il concerto non lo si è vissuto in prima linea? Il concerto è sudore, movimento, ovazioni, emozioni. Quelle, nello stereo, non le percepisci, se non in pochi casi. E proprio due di questi casi sono stati dati alle stampe proprio dal quintetto britannico, e per di più all’apice della gloria, vale a dire Yessongs e Yesshows. 

Per di più Like It Is: Yes at the Bristol Hippodrome, questo nuovo capitolo della straordinaria saga degli inglesi, si presenta come ben strano: un doppio live act che riporta due album storici del gruppo, vale a dire The Yes Album e Going For The One. E qui aumentano le difficoltà di recensione. Sul primo ho speso fin troppe parole altrove, sull’altro ne spenderò ulteriori in futuro, pur trattandosi di un album che non ho mai particolarmente gradito.

La prestazione in entrambi i casi è invidiabile, senza sbavature, perfetta. Una cosa non da poco per una band di sessantenni. Una cosa che io stesso avevo potuto vivere in presa diretta durante il tour di Fly from here a Roma nel 2009. Qui ciò che lascia perplessi è piuttosto la scelta della contenuto. 

Devo ammetterlo, Going for the one ci guadagna non poco, risultando ripulito di tutta la sua cacofonica iperproduzione e la stessa title track (che ho sempre considerato come una delle cose più fastidiose dopo l’assolo di tastiera di Don’t kill the wave), ne esce sobria e rigenerata. A the Yes Album invece risulta difficile poter migliorar qualcosa. Lo si è sentito talmente tante volte che ogni sfumatura diversa è percepita, ciò nonostante la sensazione è che neppure il migliore dei live potrà migliorare quel capolavoro.

L’idea è che questo live e il tour primaverile degli Yes fossero stati usati come test del nuovo singer Jon Davison, autore che peraltro rende giustizia al suo omonimo e predecessore al microfono. Ma in virtù di questo, e soprattutto del fatto che gli Yes hanno dato alle stampe un nuovo album di inediti, a che pro questo live? Più senso avrebbe avuto un live tratto dal tour di presentazione del nuovo Heaven and Earth. Invece no, abbiamo la riproposizione accademica di due dischi ascoltati migliaia di volte, qualcosa che in piedi davanti al palco può avere un senso (eccome), ma seduti su un divano perde tutta la sua mistica. Non fosse uscito The Endless River, Like It Is: Yes at the Bristol Hippodrome potrebbe candidarsi a ladrata dell’anno.

Per concludere Like It Is: Yes at the Bristol Hippodrome aggiunge ben poco alla discografia del gruppo britannico e si presenta come un semplice tassello da aggiungere alle collezioni dei super aficionados del combo inglese. Non certo un brutto live, al contrario, purtuttavia un prodotto di cui ben pochi possono sentire la mancanza, dato il contenuto. Non si intende certo bocciare la band, bensì l’operazione commerciale, e dispiace, dato che viene dalla nostra Frontiers records. Il consiglio ovvio ed obbligato rimane quello di vedere gli Yes dal vivo in presa diretta, una di quelle esperienze da farsi una volta nella vita, con o senza Jon Anderson.

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