Recensione: Lionville II

Di Francesco Maraglino - 15 Dicembre 2012 - 0:00
Lionville II
Band: Lionville
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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90

Nel 2011 l’esodio dei Lionville, progetto musicale il cui motore principale è il compositore, chitarrista e cantante Stefano Lionetti, ha illuminato a giorno la scena AOR/melodic rock internazionale, destando meraviglia e facendo gridare entusiasticamente al miracolo per la qualità e la freschezza della propria proposta sonora, collocabile nell’ambito di quello che solitamente è classificato come westcoast AOR.
I Lionville, da poco reduci dall’esibizione al britannico Firefest, non resistono, quest’anno, alla voglia irrefrenabile di far ascoltare ancora le proprie canzoni al pubblico internazionale che ha così ben accolto il loro esordio, e si riaffacciano a non troppa distanza da questo, con un nuovo, scintillante full-length intitolato semplicemente “II”. Il CD è stato registrato in vari studi collocati tra Italia, Svezia ed USA, ed è stato mixato da Alessandro Del Vecchio nei suoi Ivory Tears Studios dalle parti di Milano.

Insieme con Stefano Lionetti ci sono Lars Säfsund dei Work Of Art alla voce, ed un pugno di star del rock melodico italiano: Mario Percudani (Hungryheart, Issa, Shining Line, Mitch Malloy) alle chitarre, Anna Portalupi (Hardline, Mitch Malloy, Issa, Steve Lukather) al basso, Alessandro Mori (Mitch Malloy, Moonstone Project) alla batteria oltre al già citato produttore e tastierista Alessandro Del Vecchio (Edge Of Forever, Hardline, Issa, Mitch Malloy).
Numerosissimi gli ospiti, tra i quali citiamo Bill Champlin (Chicago), insieme alla moglie Tamara Champlin, e, alle chitarre, assi della sei-corde come Bruce Gaitsch (Richard Marx, Chicago) Robert Säll (Work Of Art, W.E.T.), Sven Larsson (Street Talk) e Peter Friestedt (Williams Friestedt, L.A. Project).
Un tale dispiegamento di forze, naturalmente, ha aumentato le aspettative nei confronti di questo album, e dunque anche la preoccupazione per un’eventuale delusione, nel caso che il secondo lavoro dei Lionville non si rivelasse all’altezza di quello che l’ha preceduto.
Ebbene, fin dal primo ascolto, “II” spazza via ogni dubbio: da subito si viene avvolti da una cascata di suoni cristallini, di melodie purissime, di arrangiamenti certosini, raffinatissimi, eleganti e piacevoli, che rappresentano evidentemente un immenso atto d’amore verso una musica, quella che ha avuto gente come Toto, Richard Marx e certi Chicago tra i principali artefici, e che è ancora in grado di accarezzare i timpani e riscaldare i cuori di tanti appassionati.
L’album è più omogeneo e maturo del precedente, con appena qualche sterzata verso suoni un filino più duri, ma il mood generale è il medesimo dell’esordio. Ogni singola canzone si distacca e si differenzia dalle altre, brillando per la propria individualità, scintillando come un gioiello preziosissimo tra tante gemme di diversa fattura ma d’uguale splendore, dalle quali traspare l’amore e la passione – oltre che la maestria – con la quale sono state intarsiate

All We Need, Next To Me, One In A Million e All This Time sono esempi magistrali di ricercato ed elegante westcoast AOR memore di Toto, Airplay e David Roberts, capace di trascinarci in una solare e rasserenante atmosfera evocante spiagge e autostrade della California, così come il cadenzato e catchy AOR Another Day.
Anche The Only Way Is Up e Shining Over Me si collocano su analoghi percorsi sonori, che qui però assumono contorni più incalzanti e croccanti e, nel primo caso, delineati da chitarre più ruggenti.
Higher è, invece, un brano dinamico ed orecchiabile, non privo di venature soul, mentre Waiting For A Star To Fall, scippata ai Boy Meets Girl, si muove su tempi a metà tra ballad e uptempo assumendo sfumature come sempre scintillanti.
Don’t Walk Away, adornata da uno dei più interessanti assoli di chitarra, No Turning Back,  fine, calda e commovente, rappresentano il settore “slow” del full-length, il cui picco più elevato è, a nostro dire, Open Your Heart,  sofisticata ballata westcoast, magnificamente costruita e carica anch’essa di toccanti atmosfere soul.

In poche parole, e senza girarci troppo intorno: per il vostro recensore Lionville II è il disco AOR dell’anno.

Discutine sul topic relativo: Hard Rock/AOR

 

Line Up:

Stefano Lionetti: voce solista e cori, chitarre elettriche ed acustiche, tastiere

Lars Säfsund: voce solista e cori

Alessandro Del Vecchio: tastiere e cori

Bruce Gaitsch: chitarre elettriche ed acustiche

Mario Percudani: chitarre elettriche

Anna Portalupi: basso

Alessandro Mori: batteria e percussioni

 

Ospiti:

Bill Champlin: voce solista e cori in “Higher”

Tamara Champlin: cori in “Higher”

Robert Säll: chitarre e tastiere in “All This Time”

Sven Larsson: chitarre in “One In A Million”

Peter Friestedt: chitarre in “Another Day”

Joe La Viola: sassofono in “Waiting For A Star To Fall”

Herman Furin: percussioni in “Open Your Heart”

Tracklist:

  1. All We Need
  2. The Only Way Is Up
  3. Another Day
  4. Highe
  5. rNo Turning Bac
  6. kAll This Time
  7. Next To Me
  8. Waiting For A Star To Fall
  9. Don’t Walk Away
  10. One In A Million
  11. Shining Over Me
  12. Open Your Heart

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