Recensione: Live At Donington

Di Paolo Beretta - 8 Gennaio 2004 - 0:00
Live At Donington
Band: Iron Maiden
Etichetta:
Genere:
Anno: 1993
Nazione:
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73

Registrato nell’agosto del 1992 al grandioso e famigerato autodromo di Donington Park, in Gran Bretagna, di fronte a 100.000 persone questo doppio cd è l’ultimo disco pubblicato dagli Iron Maiden con Bruce Dickinson (per risentirlo cantare con Steve & Co. in un album, ancora una volta, saranno infatti necessari ben 7 anni). Mi sono permesso di sottolineare molto la data di pubblicazione di Live At Donington perché questo fattore ha sicuramente influenzato la riuscita di quest’esibizione. Nel 1992 infatti i dissapori tra Bruce e Steve erano forti e molto palesi. Harris non aveva gradito l’esperienza solista di Dickinson e il rapporto all’interno della band era logoro. Ciò nonostante L.a.D. non fu un fallimento. Tutta la band dimostrò ottima professionalità dando alla luce un album accademico che tuttavia inevitabilmente mancò di mordente e forza.
La prestazione di Dickinson bissò quella dello studio album di FOTD; senza infamia e senza lode. La produzione (Harris) fu abbastanza buona ma ben lungi dall’essere impeccabile. La scaletta vide eseguite dall’ultimo disco Fear Of The Dark e Afraid To Shoot Strangers che, cantate con viva passione dal pubblico in delirio, rappresentano a mio modesto parere l’apice dell’album. Immancabili le storiche Hit che hanno segnato la nostra vita di fan dell’Heavy Metal più puro e classico. The Number Of The Beast, Wrathchild, Run To The Hills, The Trooper, Iron Maiden, Halloweed Be Thy Name, 2 Minutes To Midnight e Running Free… sono le fondamenta della New Wave Of Bristish Heavy Metal. Purtroppo i capolavori dei grandiosi Piece Of Mind, Powerslave e Somewhere In Time (Heaven Can Wait e 2 Minutes To Midnight a parte) come al solito sono lasciati in naftalina per riproporre i pezzi dell’ultima fatica. L’esecuzione della scaletta in definitiva è stata discreta anche se la mancanza di Adrian Smith si è indiscutibilmente fatta sentire per la sua precisione chirurgica, per lo storico affiatamento con Dave Murray e per la sua presenza scenica davvero maestosa. Bruce inoltre ha avuto qualche sbandamento; la sua voce a tratti tremava durante le estensioni vocali. Harris e Nicko tuttavia sono stati molto bravi a dettare magistralmente il tempo per tutta la durata dell’esibizione. La mia valutazione complessiva non è una bocciatura.
Trovo Live At Donington un prodotto godibile, impreziosito da una stupenda cornice di pubblico. Ciò non toglie che quando penso allo Show per eccellenza della Vergine di ferro io senza meditare nemmeno un secondo vado ad ascoltarmi Live After Death che obiettivamente surclassa sotto ogni punto di vista questo discreto doppio cd.

CD 1
1. Be Quick Or Be Dead
2. The Number Of The Beast
3. Wrathchild
4. From Here To Eternity
5. Can I Play With Madness
6. Wasting Love
7. Tailgunner
8. The Evil That Men Do
9. Afraid To Shoot Strangers
10. Fear Of The Dark
11. Bring Your Daughter To The Slaughter
12. The Clairvoyant
13. Heaven Can Wait
14. Run To The Hills

CD 2
1. 2 Minutes To Midnight
2. Iron Maiden
3. Halloweed Be Thy Name
4. The Trooper
5. Sanctuary
6. Running Free.

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