Recensione: Live At Luna Park [CD + DVD]

Di Roberto Gelmi - 11 Gennaio 2014 - 17:25
Live At Luna Park [CD + DVD]
Etichetta:
Genere: Progressive 
Anno: 2013
Nazione:
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75

L’autunno ormai terminato ha offerto alcuni grandi dvd metal. Dopo il “Retinal Circus” di Mr. Devin Townsend, è stata la volta dei Dream Theater, seguiti dagli Epica (con ansie autocelebrative) e i Nightwish, immersi nella folla oceanica del Wacken.

Inizialmente schedulato per l’estate 2013, “Live at Luna Park” esce il 4 novembre (dopo il dodicesimo album in studio della band) e viene proiettato in alcune multisale di Roma e Milano. L’album cattura le due serate consecutive, quelle del 19 e 20 agosto 2012, tenute dal combo statunitense al Luna Park Stadium di Buenos Aires, durante il tour di A Dramatic Turn of Events.
Si tratta del settimo dvd, all’interno di una videografia significativa, che ha immortalato momenti storici della band (pensiamo al concerto del 2001 al Roseland, al Budokan e a “Score”) ed è il primo live che vede alla batteria Mike Mangini.

Il gruppo newyorkese non ha mai dato troppa importanza all’aspetto visuale/scenografico dei suoi concerti (se escludiamo un discreto uso delle luci, dei maxi-schermi e qualche minimo accorgimento d’allestimento). Con milioni di dischi venduti alle spalle, oggi sono visibili finalmente alcuni miglioramenti in tal senso (anche se la resa sonora è sempre prioritaria). LaBrie inforca un’asta di microfono più tamarra che mai (ricordate quando ai tempi di “SDOIT” si ostinava, invece, a restare on stage e suonare uno shaker improponibile?); Rudess, pur restando “l’uomo che con una sola tastiera sa fare di tutto”, non dimentica di sfoggiare una Zen Riffer sempre orgastica e ricorre, raramente, al MorphWiz dell’iPad connesso alla sua Korg.
Mangini non fa rimpiangere il Mirage Monster di Portnoy, anche se, a dirla tutta, la sua Pearl ha un’architettura non proprio gradevole alla vista (non mi spiegherò mai la scomoda collocazione degli octoban). Per il resto dobbiamo accontentarci di una doppia cassa personalizzata con la cover di “ADTOE” e l’inquietante presenza, vicino alla batteria di Mangini, di una bombetta rossa e guanti bianchi, che dovrebbero evocare il funambolo sul monociclo “rubato” ai Circus Maximus.
La location è caratteristica quanto basta, con tre maxischermi a forma cubica che campeggiano sopra il palco, e tra la folla vediamo tanto ragazzini quanto quarantenni osannanti i loro idoli (dico in senso letterale e mi riferisco a cartelli in bella vista come “Petrucci is the king” o “Jordan is God!”)
La scaletta privilegia pezzi di recente composizione, ma trovano spazio anche brani più vissuti (“A Fortune in Lies” su tutti).

Le danze si aprono con “Bridges in the sky”, canzone dal curioso intro e minutaggio ragguardevole. Petrucci è il leader indiscusso, LaBrie si presenta su buoni livelli (il periodo peggiore lo ha vissuto a cavallo tra vecchio e nuovo millennio) e Mangini si trova a suo agio con un pezzo tratto da “A Dramatic Turn Of Events”. L’alchimia della nuova formazione è rodata quanto basta: cinque professionisti di questo calibro non possono deludere.
Il nuovo batterista non ha la presenza scenica del guascone Portnoy, questo gioca a sfavore dell’impatto on-stage della band, ma la sua abilità tecnica è indiscutibile. La rullata iniziale di “6:00”, vera sorpresa nella scaletta (canzone presente per la prima volta in un dvd dei DT), non è delle più facili: Mangini ci mette buona volontà e, sebbene l’attacco non sia dei più felici, il fill di hi-hat gli riesce alla perfezione e il brano prosegue, con l’ingresso degli altri strumenti, in modo filologicamente indiscutibile.

“The Dark Eternal Night” è un brano supponente, tipicamente “portnoyano”, che si regge sul manierismo prog più ostentato. Doppia cassa in gran spolvero e liriche più tirate che mai. Sul finale il “vecchietto” Rudess imbraccia la Zen Riffer e dà spettacolo davanti a una folla leggermente più animata di quelle giapponesi (non me vogliano quelli del Sol Levante).  
Tra le canzoni che seguono, spicca “The Root of All Evil”, trascinante nella sua breve parte centrale in tapping; Mangini salta da una parte all’altra del suo drumkit e Petrucci si scatena nella coda del brano.
Primo vero cameo del dvd è l’assolo di Mangini, tra poliritmi, groove imprevedibili e disumana velocità esecutiva col rullante. Mero sfoggio di tecnica? A nostro avviso ci sta tutto. Si tratta, infatti, d’incarnare il vero spirito progressive, che ha in sé un’imprescindibile componente ludico-circense (un caso che Nick d’Virgilio attualmente sia impegnato col Cirque du Soleil?); inoltre, il nome della location e l’artwork dell’album portato in tour si prestano a interpretare sotto questa luce la prova dei cinque americani.
I toni si fanno meno pesanti, ma l’accoppiata “The silent man” “Beneath the surface” non convince; alcuni problemi col microfono pregiudicano l’esecuzione delle due ballad, impreziosite da un quartetto d’archi (in “Score” l’elemento piccolo orchestrale è ben altra cosa).

Ottima, invece, la lunga parte strumentale in “Outcry”: puro delirio per i progster incalliti; inefficace quadro astratto, invece, per chi odia il genere. Anche se non eclatante, il breve assolo di pianoforte di Rudess ne svela forse il lato migliore, tra sentimento onirico e virtuosismo improvvisatorio.
Jordan da qualche tempo vuole vestire a ogni costo la parte stereotipata del key-wizard, ma sui tasti d’avorio ritrova credibilità e freschezza compositiva. “Surrounded” è sempre un piacere per i sensi, mentre Mangini è da applausi in “The Test That Stumped Them All”.   

Momento migliore dell’intero live l’assolo chilometrico di Petrucci. È incredibile come un chitarrista così tecnico riesca ancora a regalare emozioni, dopo più di venticinque anni di carriera. Sorretto da armonie discrete di tastiera, il buon John riversa un pathos strappalacrime con la sua sei corde. Prima parte con tempi dilatati e bending che danno soddisfazione: personalmente adoriamo il lato meno aggressivo di Petrucci (quello presente nelle parti più atmosferiche di “Trial of Tears” e “The count of Tuscany”). L’exploit prosegue in un crescendo mirabile tra wah wah, plettrate alternate e la folla argentina basita da tanta maestria. Torna alla mente il virtuosismo esasperato durante il tributo a Frank Zappa del Budokan. La prova data dallo shredder vale da sola l’acquisto del dvd.
Dulcis in fundo tre composizioni capolavoro. “The Spirit Carries On” ricrea ogni volta un’atmosfera empatica col pubblico; “Breaking All Illusions” è la più bella sorpresa dell’album post-Portnoy; “Metropolis Pt. 1” non può mancare e anche al centesimo ascolto rivela finezze nascoste.
In conclusione, un live dvd migliore del precedente “Chaos in motion”, realizzato con tempi meno contingentati e qualche attenzione in più alla qualità video. Le scelte registiche non esaltano più di tanto i singoli strumentisti, ma comunque non c’è troppa differenza rispetto ai precedenti concerti montati da Portnoy in persona. Un parco uso dello split-screen non basta a rendere la magia che a ogni concerto sanno regalare i Dream Theater e spesso la mdp non filma i passaggi strumentali più gustosi dei singoli strumenti. Siamo, dunque, su livelli inferiori al “Budokan” o “Score” come prodotto: la band newyorkese, tuttavia, non sembra perdere un colpo anche dopo il pesante cambio di line-up. Ci pensa LaBrie, infine, a svecchiare un po’ l’immagine sempre troppo ingessata del gruppo, concedendosi pochi ma incisivi minuti nel commentare alcuni brani (troppa retorica per “The Spirit Carries On”?) e ringraziare Rudess e Petrucci dopo i rispettivi assolo.
Nel bonus dvd un’altra mezzora di musica e alcuni contenuti extra non del tutto imprescindibili. I fan più sfegatati, portafogli permettendo, non si lascino scappare la versione Blu-Ray+2Dvd+3Cd.

p.s. come prontamente segnalato sulle pagine di Truemetal, la band di Petrucci il giorno di Natale ha reso disponibile sul proprio sito ufficiale un doppio album live, Happy Holidays from Dream Theater, con canzoni non incluse nel Live at Luna Park e registrate in varie date del medesimo tour. Se non è generosità questa…

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