Recensione: Live At Sweden Rock Festival

Di Federico Reale - 27 Agosto 2012 - 0:00
Live At Sweden Rock Festival
Band: Triumph
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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82

Il nome dei Triumph non godrà forse della stessa risonanza propria di altre leggende dell’Hard Rock, ma come i più sapranno il gruppo canadese ha comunque scritto una pagina importante del genere a cavallo degli anni ’70 e ’80. A circa vent’anni dallo scioglimento avvenuto agli inizi dei ‘90, a seguito del quale il solo Rik Emmett (chitarra, voce) è rimasto attivo in ambito musicale, i Triumph pubblicano il Live at Sweden Rock Festival, registrato durante un breve tour di reunion nel 2008.

Balza subito all’occhio la particolare scelta dei brani, in quanto è facile notare come manchino pezzi risalenti al corso più melodico intrapreso dalla band (dal 1984 in poi, per intenderci), rinunciando così a classici come “Spellbound”, “Follow Your Heart” o “Somebody’s Out There”, in favore di una carica maggiore. Di certo c’è del rammarico per il mancato ascolto di determinate canzoni, ma di sicuro non ci si può lamentare, dato che la scaletta è in ogni caso più che soddisfacente e presenta anche un paio di chicche insperate.

Cominciamo subito con il dire che, nonostante i tanti anni di inattività, l’alchimia tra Emmett, Moore e Levine è rimasta invariata: i tre sono ancora in grado di regalare momenti di pura magia, con la riproposizione di “Never Surrender”, gradevolmente modificata in alcuni passaggi per non sforzare troppo la voce di Emmett che, così come quella di Moore, non è più acuta come all’epoca d’oro, o “Magic Power”, anch’essa opportunamente ritoccata per lo stesso motivo, da sempre l’emblema delle melodie vincenti e solari che rappresentano il marchio di fabbrica dei Triumph. Come detto prima, il trio punta molto sull’impatto ed ecco che l’opener “When the Lights Go Down”, la title track di “Allied Forces” e la gradita sorpresa “I Live for the Weekend” dimostrano che i tre sono ancora in grado di picchiare duro come tanti anni fa, anche se i momenti migliori sono quelli in cui regna la melodia, come “Lay It on the Line”, qui arricchita di una nuova intro e riproposta in una versione da brividi puri.

C’è spazio anche per un breve revival dei primissimi tempi, rappresentati dalle divagazioni folk/psichedeliche di “Blinding Light Show”, “Rocky Mountain Way”, cover di un famoso brano di Joe Walsh, e “Rock’n’Roll Machine”, in cui per oltre 10 minuti Emmett si cimenta nell’esecuzione di numeri pirotecnici con la sua chitarra, come da copione. A questo punto manca una sola canzone alla fine e quale poteva essere se non il classico per eccellenza dei Triumph?
Naturalmente si parla di “Fight the Good Fight”, probabilmente il miglior pezzo del lotto, grazie ad un Rik Emmett che elargisce una prova da lacrime, sia a livello vocale che strumentale.

Un ottimo prodotto che conferma l’ottimo stato di salute di un gruppo che malauguratamente non ha mai raccolto quanto meritato.
Poco importa se ci sono un paio di sbavature vocali che trent’anni fa non c’erano: ascoltando questo live possiamo capire fino in fondo cosa voglia dire suonare con il cuore, e a dimostrarlo c’è una “Lay It on the Line” che è bella oggi così come nel 1979.

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Tracklist:

01 When the Lights Go Down
02 Lay It on the Line
03 Allied Forces
04 Never Surrender
05 I Live for the Weekend
06 Blinding Light Show
07 Rocky Mountain Way
08 Magic Power
09 Rock’n’Roll Machine
10 Fight the Good Fight

Line-up:

Rik Emmett – guitars, vocals
Gil Moore – drums, vocals
Mike Levine – bass

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