Recensione: Live [DVD]

Di Antonio Guida - 11 Ottobre 2008 - 0:00
Live [DVD]
Etichetta:
Genere: Prog Rock 
Anno: 2008
Nazione:
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80

25 maggio 2007. Il tempio del progressive rock olandese, il Boerderij di Zoetermeer, sta per accogliere una delle più grandi band contemporanee: gli Spock’s Beard. All’occasione occhi elettronici vengono allestiti per immortalare la performance di una band con un’anima nuova. Si, perchè questa è la prima volta su DVD senza Neal Morse.
E’ il 2002 quando il grande Neal, avviato alla carriera solista e spinto soprattutto dalla sua vocazione di stampo religioso, decide di lasciare il gruppo. La band perde un componente finora fondamentale ma non dà segni di smarrimento e lo dimostra con la pubblicazione di “Feel Euphoria” seguito da “Octane” e “Spock’s Beard”. Tre album in cui il ruolo principale viene diretto da Nick D’Virgilio, batterista straordinario, di remote origini italiane. Proprio lui ha il ruolo di mastermind e si divide alla voce e alla batteria in studio. Dal vivo è supportato da Jimmy Keegan quando è impegnato al microfono, ma non si lascia intimorire dal suonare anche chitarra e tastiere, semplicemente straordinario in ogni ruolo. Ma non è il solo ad eccellere. Alan Morse alle chitarre, Dave Meros al basso, e Ryo Okumoto ai synth chiudono l’armonia di un cerchio perfetto, senza sbavature, che ammalia in ogni istante.

La InsideOut ci propone questo viaggio e come sempre con tanta professionalità cura ogni minimo dettaglio. Edizione con sleeve esterna, grafica definita e d’effetto. Si preme play e un menu essenziale appare sullo schermo: due ore del concerto in questione, selezione di ogni singolo brano, opzioni audio sia in versione 5.1 Dolby Digital che 2.0 Stereo e una ricchissima photogallery con interessanti chicche del passato.
“Banzai, banzai, banzai”! è la parola scandita e urlata dai cinque musicisti nel backstage pochi secondi prima dell’esibizione, segno della forza che li tiene uniti.

L’intro è affidata ad un sample in cui le percussioni scaldano il pubblico che battendo le mani accoglie la band. Ultimi accordi e il rullante di Keegan sancisce l’inizio di un viaggio sensoriale a 360° gradi. “On a perfect day” viene così introdotta e sarà implicitamente il biglietto da visita del gruppo, perfetto per tutta la serata. Si parte con un brano estratto dall’ultimo lavoro in studio ma durante le due ore abbondanti si spazia anche nella discografia passata: “Day for Night”, “Octane”, “V”, “Beware of Darkness”, “The Light”, passando per l’album solista di Alan Morse “Four O’Clock and Hysteria” e molti estratti da “Spock’s Beard”, tra cui la prepotente suite “As Fear As The Mind Can See”. Nick D’Virgilio assolve benissimo il compito di cantante e nei brani interpretati precedentemente da Neal Morse mostra di aver acquisito una certa padronanza, al punto da renderli piacevolmente personali.
Ci si potrebbe soffermare su ogni singolo pezzo eseguito per molto tempo, ma il punto di forza di questo documento Live è l’insieme. Si tratta di cogliere le sfumature: la band ha lavorato sicuramente molto in questo senso. I brani sono strutturati per lasciare il segno senza mai apparire pesanti, fini a se stessi: una caratteristica che ha contraddistinto la band dagli esordi. La tecnica è a livelli eccelsi, utile ai singoli componenti, affiatatissimi, per lanciarsi nel loro classico rock progressive, con accenni jazz-fusion, di gran classe.
Non mancano i siparietti deliranti sul palco. Nick D’Virgilio e Ryo Okumoto rompono ogni barriera tra loro e il pubblico, mostrando il proprio lato più intimo e fanciullesco, come anche quello più passionale. Da incorniciare le smorfie di Nick su Ryo, che tiene i piedi sulle tastiere dietro e le mani su quelle avanti. Una posizione di dominio primordiale, di contatto con i suoi tasti che sembrano essere la diretta voce del suo ardore. Il session-man Jimmy Keegan si guadagna un “he’s a crazy man” da D’Virgilio dopo aver ostentato uno stage diving sul pubblico quasi impreparato ad accoglierlo. Ovviamente qui i ruoli da rock star sono relegati in secondo piano, se non addirittura assenti. La parola d’ordine è divertirsi. Alan Morse e Dave Meros, seguendo uno humor prettamente inglese, non si lasciano trasportare ad analoghe escandescenze, ma è tangibile il loro giocare con le melodie, con dinamiche per molti inconcepibili. E questo quadro dinamico, anche da solo, merita di essere vissuto: in fondo altro non è che lo specchio della loro forma di comunicazione principale, ovvero la musica. Ora sognante, ora dura, ora ricca di echi che partono da tempi lontani e giungono un passo avanti a molti.
Gli Spock’s Beard sono anche sperimentazione, nonostante cerchino negli ultimi lavori una linea definitiva per il loro stile. Cosa dire del “Drum Duel” fra Nick D’Virgilio e Jimmy Keegan? Quest’ultimo, chiaramente influenzato dal drumming di Mr. Steve Gadd, lo omaggia degnamente. D’Virgilio ha dal canto suo uno stile personalissimo ed inconfondibile. Nonostante il session-man sia eccelso, chiudendo gli occhi si potrebbe indovinare con non molta difficoltà chi in quel momento stia suonando. Collaudatissimo nei loro live, il duello tra i due valorizza la forza e la creatività dei due batteristi, i quali si rincorrono follemente in una corsa a spirale che strappa applausi meritatissimi. Da menzione particolare l’assolo di Ryo Okumoto, che questa volta ci regala un pezzo di piano ipnotico.
Per tutto il resto c’è da attendersi la migliore prova dalla band. Sul palco i ragazzi sono sempre a proprio agio, hanno idee da vendere, e toccano in profondità l’anima dei presenti. I loro brani non vanno seguiti solo con le orecchie ma anche con gli occhi, per uno spettacolo che difficilmente si dimenticherà. La band si conferma così in gran forma e dimostra di avere ancora molto da offire.

Proprio su queste pagine, intervistando D’Virgilio, alla domanda delle probabili apparizioni degli Spock’s Beard su suolo italico,  c’è stata una secca e triste risposta. Inevitabile scontro con le vendite nella nostra patria, scarse. Sarebbe ora di portali in Italia? Si potrebbe iniziare proprio comprando questo Live esistente pure nella versione doppio CD. Assolutamente da avere!

Antonio “kunstwollen” Guida

Tracklist:
1. “Intro” – 1:32
2. “On a Perfect Day” – 8:00
3. “In the Mouth of Madness” – 4:58
4. “Crack the Big Sky” – 10:35
5. “The Slow Crash Landing Man” – 7:05
6. “Return to Whatever” – 6:37
7. “Surfing Down the Avalanche” – 4:26
8. “Thoughts (Part II)” – 4:58
9. “Drum Duel” – 4:48
10. “Skeletons at the Feast” – 7:14
11. “Walking on the Wind” – 10:04
12. “Hereafter” (Ryo solo) – 3:36
As Far as the Mind Can See
13. “Part 1 – Dreaming in the Age of Answers” – 5:06
14. “Part 2 – Here’s a Man” – 3:35
15. “Part 3 – They Know We Know” – 3:15
16. “Part 4 – Stream of Unconsciousness” – 5:49
17. “Rearranged” – 6:56
Medley
18. “The Water” – 6:12
19. “Go the Way You Go” – 7:49

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