Recensione: Live in the Shadow of the Blues

Di Stefano Ricetti - 13 Dicembre 2006 - 0:00
Live in the Shadow of the Blues
Band: Whitesnake
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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79

Da sempre considero David Coverdale un fuoriclasse dietro al microfono, nonostante Robert Plant dei Led Zeppelin l’abbia sempre maltrattato nelle dichiarazioni alla stampa e alle televisioni, per via dell’inguaribile vizio di Mr. Whitesnake di imitarlo, soprattutto nei gorgheggi e nelle pose, cercando in qualche modo di divenire il suo erede naturale, quantomeno nella fantasia dei fan. Bisognerebbe essere dei metallari che vivono su Marte per non raccogliere le similitudini fra un pezzo come Still of the Night e la produzione Led Zeppelin più vicina all’hard rock robusto: ma vi ricordate il videoclip? Coverdale faceva il Robert Plant al 100% e ci riusciva pure benissimo! Anyway, David versione 2006 non ha bisogno di scimmiottare nessuno, come del resto non ne aveva bisogno in passato, sempre secondo il sottoscritto.

Attendevo in cuor mio un bel live degli Whitesnakes (premettetemi la “esse” in aggiunta) da qualche tempo. L’unico album accostabile a questo Live in the Shadows of the Blues, a mio parere, poteva essere solamente Live… in the Heart of the City, del 1980. L’unplugged Starkers in Tokio del 1997 lo considero un episodio a parte, che vive di vita propria. In realtà i fan degli ‘Snakes –tra i quali mi riconosco sicuramente!- non possono proprio lamentarsi in questo 2006 che si sta per concludere: Mr. Coverdale ha fatto da headliner al Gods of Metal di giugno e soprattutto è uscito il Dvd Live in the Still of the Night… si, Ok, è taroccato alla grande, ma si lascia vedere eccome…! Nonché gode di una qualità video ottimale. Tornando al Gom, rimane immortalata nella mia memoria di metallaro l’immagine di David, headliner in camicia bianca sbottonata al crepuscolo, sulle assi del palco dell’Idroscalo, con come sfondo le prime venature di rosso che violavano l’azzurro del cielo meneghino in quella notte di giugno: uno spettacolo indimenticabile davvero!

Live in the Shadows of the Blues contiene quasi tutto il meglio della produzione del Serpente Bianco dal vivo in due Cd. I pezzi proposti sono esattamente venti, mentre in coda al secondo Cd troviamo quattro canzoni inedite, una sorta di antipasto al nuovo disco, previsto per il 2007. Da perfetto incontentabile avrei sicuramente preferito uno straclassico come Soldier of Fortune al posto, per esempio, di una Don’t Break my Heart Again, ma si tratta di gusti, quindi assolutamente opinabili. Sempre per cercare il pelo nell’uovo, Mr. Coverdale ormai non “sforza” più nell’interpretazione: il tempo passa per tutti e sicuramente gli anni passati, quando viaggiava a tre pacchetti al giorno di Marlboro 100’s, hanno lasciato il segno. A questo proposito, impietosi sono gli “stop” che il buon Dave deve suo malgrado accettare nei “crescendo” degli acuti vocali di un brano strabordante come Still of the Night. La line-up è di assoluto rispetto anche se, da buon nostalgico, uno come John Sykes non si trova al supermercato e i vari Reb Beach e Doug Aldrich, pur essendo molto validi, non riescono a raggiungere le vette dell’ex Tygers of Pan Tang, un fuoriclasse come ce ne sono pochi! La resa sonora generale è comunque di livello, il “tiro” live è sufficientemente palpabile e in buona sostanza Live in the Shadows of the Blues costituisce comunque un must per gli appassionati di hard’n’heavy senza il paraocchi.

I quattro pezzi nuovi non sono eccezionali, anche se va senza ombra di dubbio sottolineato che i due dischetti ottici contengono praticamente il meglio della produzione Whitesnakes (a ridaje!) e sarebbe veramente stata dura fare di meglio anche per uno che si chiama David Coverdale. Il confronto, in questi casi, è inevitabile e molto spesso risulta essere spietato! Ready to Rock, il primo brano del lotto è un rock’n’roll senza infamia e senza lode; If You Want Me (I’ll Come Running) è irrobustito da chitarre dal suono sorprendentemente moderno, particolare che si evince anche dal songwriting. Ci pensa poi il classico chorus a riportare nei comuni binari Whitesnake il tutto. All I Want is You è un lentone a la Coverdale: niente di nuovo sul fronte occidentale e niente di veramente memorabile. Dog, l’ultima traccia della rassegna, è un bel pezzo potente scuola Led Zeppelin, come il buon Dave spesso usa fare.

A mio avviso i Nostri hanno confezionato quattro pezzi apripista solamente per preparare il campo all’artiglieria pesante, che irromperà sul campo di battaglia con il prossimo studio album, quantomeno questo è quello che mi auguro.

Si Dave, lo so, sono forse stato troppo duro e tagliente nei giudizi, non lasciandotene scappare nemmeno una, ma alla fine riconosco che Live in the Shadows of the Blues diverrà un classico. La prossima volta, però, mettici dentro “Soldier” ed evita pezzi nuovi così così!

Are you ready to roooooooock???????

Yes, we are, Mr. Coverdale!

Stefano “Steven Rich” Ricetti

PS: l’incipit è volutamente lo stesso della recensione del Dvd.

TRACKLIST

CD 1
1 Bad Boys
2 Slide It In
3 Slow An’ Easy
4 Love Ain’t No Stranger
5 Judgement Day
6 Is This Love
7 Blues For Mylene
8 Snake Dance
9 Crying In The Rain
10 Ain’t No Love In The Heart Of
11 Fool For Your Loving
12 Here I Go Again
13 Still Of The Night

CD 2
14 Burn-Stormbringer-Burn
15 Give Me All Your Love Tonight
16 Walking In The Shadow Of The B
17 The Deeper The Love
18 Ready An’ Willing
19 Don’t Break My Heart Again
20 Take Me With You
21 Ready To Rock [New]
22 If You Want Me[New]
23 All I Want Is You [New]
24 Dog [New]

LINE-UP
David Coverdale – Vocals
Reb Beach – Guitars
Doug Aldrich – Guitars
Tommy Aldridge – Drums
Thimothy Drury – Keyboards
Uriah Duffy – Bass

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