Recensione: Lobotomy
I Terrorage hanno rabbia da vendere e il nome stesso non fa nulla per nasconderlo.
La band palermitana, attiva dal 2004 e già autrice di due demo tra il 2006 e il 2007, con “Lobotomy” rilascia il primo EP autoprodotto vomitandoci addosso una dose di ultra-violenza sotto forma di corrosivo death metal di stampo americano alla Cannibal Corpse, con scorribande in territori grind e reso vario da due elementi inaspettati, in altre parole rallentamenti groovy e stacchi ritmici di marca hardcore.
Nonostante l’indubbia passione che anima il quintetto e l’ardore messo nell’esecuzione dei pezzi, la qualità di questi ultimi è tutt’altro che eccelsa, attestandosi tutto sommato su livelli generali di mediocrità e l’ascolto del disco per intero risulta facilitato unicamente dalla sua esigua durata.
Pur tuttavia non mancano canzoni buone come l’apripista “Anatomy Of Self Destruction”, “Facebreaker” o anche “Conflict”, esempi sì di buone composizioni che però risultano troppo raffazzonate, approssimative e per nulla originali, oltretutto zavorrate dal growl profondissimo e senza alcuna varietà di Adriano che non riesce a far ‘volare’ i brani anzi ne riduce decisamente l’appeal.
I restanti componenti della band riescono a suonare compatti per tutta la durata del CD non spiccando mai per qualità tecniche specifiche ma cercando per lo più di formare un fronte comune che abbia nell’impatto la propria peculiarità maggiore, anche se come testé detto i risultati non sono esaltanti.
Spiace sempre scrivere negativamente di dischi e band giovani e italiane, ma si spera che i ragazzi facciano tesoro di queste parole e soprattutto dei propri errori per non ripeterli in futuro, visto che sembrano credere fermamente in questo progetto e nella propria musica: per il momento però non possiamo che rimandarli alla prossima occasione.
Matteo Di Leo
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