Recensione: Loki

Di Alessandro Cuoghi - 8 Luglio 2010 - 0:00
Loki
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Anno: 2010
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75

Che la mitologia nordica ed in particolar modo quella legata alla tradizione vichinga affascini il popolo italico è ormai cosa nota.
Numerosi gruppi provenienti dai gironi più o meno profondi dell’underground estremo si rifanno infatti in modo a volte grossolano, altre convincente a tale corrente stilistica, pescando a piene mani dalle torbide acque letterarie e musicali del lontano Nord Europa.

Ebbene, proprio a tal proposito gli Adveniat Hiems (dal latino “che venga l’inverno”), combo milanese composto da Aganush, Ragno e Ishtar e coadiuvato da Andrea come guest studio vocals, ci consegnano un concept EP composto da quattro tracce più un’intro (da sottolineare il fatto che il disco non sia un demo, ma un EP vero e proprio e volutamente stringato nella durata) che risulterà davvero interessante per gli amanti del settore, preannunciandosi come un’appassionata lezione riguardante personaggi fra i più oscuri della mitologia vichinga.

La prima cosa che casca all’occhio stringendo il disco fra le dita è la copertina, raffigurante il prode Heimdallr, guardiano degli dei e possessore del corno Giallarhorn, al cospetto della dea Hel, sovrana degli Inferi e progenie del famoso dio Loki.
L’immagine raffigura un momento cardine della storia mitologica di Baldr, divinità del sole e figlio di Odino, raccontata nella celeberrima Edda di Snorri Sturluson e messa in musica da Varg Vikernes nell’ultimo lavoro targato Burzum, il concept album Belus (per l’appunto il nome arcaico di Baldr).
In tale racconto viene narrata, l’uccisione di tale divinità, legata al sole ed alla vita, attuata tramite un tranello dall’invidioso Loki, divinità mutaforma e dedita all’inganno.
Proprio sulla figura di quest’ultimo, come è facilmente deducibile dal titolo, è imperniato il concept dell’EP recensito in questa sede. Come accennato in precedenza infatti, il disco è volutamente composto da quattro tracce di cui la prima è dedicata alla figura centrale del concept, per l’appunto Loki e le restanti ai tre figli che egli ebbe dalla gigantessa Angrboða: il lupo Fenrir, il serpente Midgardsormr (o Jörmungandr) e la succitata dea Hel, tutti banditi da Odino nei più reconditi anfratti del mondo al fine di limitarne la capacità distruttiva.

Loki” si apre con una breve intro atmosferica, intitolata “Iving”, dal fiume che separa Asgard, patria degli dei, da Jötunheim, la gelida terra dei giganti (i jötunn).
Il sound funereo e marziale, un angosciante tappeto tastieristico ed una tetra campana a tenere il tempo hanno la capacità di immergere da subito l’ascoltatore in un’atmosfera tesa e oscura, sensibilmente pericolosa. Un incedere crescente, la tensione pulsante ed ecco emergere la title track. Sonorità ovattate e sulfuree, un’epicità straziata ed una voce putrida scolpiscono le caratteristiche del brano, che si configura come un buon esempio di Ambient Black Metal dove l’influenza di Burzum è palpabile ma non strumentalizzata.
Ad un orecchio attento non sfuggiranno inoltre sfumature riconducibili a Frost, gelido capolavoro del Viking targato Enslaved.
Le lyrics denotano una conoscenza approfondita della materia e descrivono i pensieri di Loki che, punito per l’uccisione di Baldr, langue incatenato ad un sasso con un serpente posto sul capo in modo che gli vomiti continuamente veleno sul volto. Egli medita la propria vendetta, attendendo la propria liberazione e la venuta della nave Naglfar, con la quale, affiancato dai giganti si recherà in guerra al fianco di Fenrir e Jörmungandr per affrontare le divinità di Asgard nel Ragnarok, la battaglia degli dei che porrà fine al vecchio mondo.
La terza traccia è dedicata a proprio a Jörmungandr, il serpente di Midgard, che giace sul fondo del mare, tanto lungo da circondare il mondo, nutrendosi della propria coda, il quale affronterà Thor in uno scontro mortale durante il Ragnarok.
Il brano si muove con un incedere ipnotico ed angosciante, le coordinate di base non cambiano e l’oscurità regna sovrana. Il sound umido e strisciante crepita spietato e nonostante la velocità del brano si mantenga su livelli medio bassi, la batteria in blast beat pressoché costante rende il tutto decisamente violento. Anche in questo caso gli standard qualitativi del genere vengono soddisfatti pienamente, delineando una buona compattezza compositiva della band.

Il potente lupo Fenrir, capace di staccare con un morso la mano al dio Tyr dopo essere stato incatenato con l’inganno sull’isola di Lyngvi è il protagonista della quarta e migliore traccia del disco.
La furia della bestia viene descritta in modo vivido dalle lyrics ed espressa attraverso chitarre fruscianti di scuola puramente Burzum, dove emergono di quando in quando epici richiami di bathoryana memoria e vocalizzi alternati tra il digrignante ed il parlato, capaci di tessere un’atmosfera al contempo guerresca ed angosciante.

A chiudere il disco troviamo “Hel“, brano dedicato alla regina degli inferi, divinità caratterizzata da parte del viso normale e parte cadaverica, portatrice di malattia e sventura le rare volte che fuoriesce dal proprio infausto regno e cammina fra i vivi.
Il brano si apre con un malinconico arpeggio di chitarra che sfocia ben presto in un down tempo crepuscolare. Anche in questo caso le lyrics descrivono la personalità ed i pensieri della dea in modo forbito e profondo.
Da notare è, a tal proposito, la peculiarità dei testi stesi interamente in prima persona, come se fossero le divinità descritte ad esprimersi, parlando direttamente con l’ascoltatore.

Inutile a questo punto divagare sulla produzione (che ovviamente non è delle migliori) e sulle capacità meramente tecniche della band. La qualità del genere proposto è determinata in primo luogo dalle emozioni suscitate, dalle atmosfere evocate e questo “Loki” risulta in grado di colpire nel segno, sia per le tematiche trattate che grazie ad un’ottima capacità evocativa.
Nonostante le produzioni underground vengano spesso snobbate, nel caso in questione mi sento in dovere di consigliare questo piccolo gioiello italiano a chiunque di voi si ritenga anche solo minimamente attratto dalla mitologia nordica e dal black metal atmosferico, non ve ne pentirete.

Alessandro Cuoghi

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Line Up

Aganush: guitars, bass
Ragno: drums
Ishtar: keyboards

Andrea: guest vocals

TRACKLIST

1.  Iving (intro)
2.  Loki
3.  Midgardsorm
4.  Fenrir
5.  Hel

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