Recensione: Look What I’Ve Started

Di Francesco Prussi - 26 Luglio 2005 - 0:00
Look What I’Ve Started
Band: PEO
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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75

Uscito originariamente nel 1995, Look What I’ve Starter, album che porta la firma del polistrumentista Svedese Peo Petterson, viene ripreso da MTM Classix che lo ripresenta al pubblico con l’aggiunta di ben cinque bonus-tracks per settanta minuti scarsi d’ottima musica suddivisa in diciassette tracce. Il lavoro si basa su brani ben costruiti che toccano il pop più elegante e l’AOR più ricercato, contornato da abbondanti tastiere a ricamare melodie zuccherose, ma mai scontate o banali. Certo non penso che ci troviamo tra le mani un classico dell’AOR, ma sicuramente il lavoro è onesto e sincero in quanto i brani scorrono piacevolmente, ed in alcuni frangenti regalano delle belle lezioni di classe.

Inizio al fulmicotone per il musicista Svedese, con un trittico di canzoni che alzano notevolmente la quotazione generale del disco, basta ascoltare l’agile e scattante opener Could This Be Love? per rendersene conto. Mentre più Toto oriented è la seguente Doesn’t Matter, un brano forte di un buon chorus dove un Petterson sopra le righe offre una prestazione vocale davvero notevole. Molto bella è la terza traccia Only One Love, un brano dotato di un coro esplosivo con un solo di sax a metà brano, dove l’influenza Foreigner balza subito all’orecchio. Molto interessante si rivela Day And Night esaltata da un ritornello alla Beatles. Degna di menzione è anche la seguente Good And Companion un gran bel pezzo sostenuto dal solito ed efficace uso dei cori che mi rimanda vagamente ai Boston.

Mi preme segnalare l’emozionante ballad Can’t Bring Me Down, un gioiello in sette note, forte di un’interpretazione molto sentita dal gruppo ed esaltata dai soliti cori di notevole bellezza che danno maggior lustro al brano in questione.

Tra le cinque bonus-tracks segnalerei la grintosa Queen Of The Night ed il gradevole strumentale Amanda: brano dove Peo mostra il suo gusto melodico e tutto il feeling di cui è in possesso. In ogni modo, a parer mio, il piatto forte tra le bonus tracks è la splendida ballad elettrica I Must Be Dreaming, un brano notevole in cui il nostro sfodera tutta la sua classe innata.

Conoscendo poco o nulla del personaggio in questione, sentire Look What I’Ve Started ha rappresentato una sorpresa, in quanto, oltre ad ottimo strumentista, Petterson si è rivelato anche un singer di razza dalla timbrica calda a metà strada tra uno Joseph Williams piu soft ed il grandissimo e mai toppo lodato Lou Gramm.

Concludendo, mi sento di fare i complimenti al buon Petterson per la cura e la professionalità con cui ha curato e prodotto l’intero lavoro. Certo diciassette brani sono tanti e non tutti si sono rivelati dello stesso livello, ma in ogni caso penso che il disco meriti ampiamente di essere riscoperto ed apprezzato.

                       

Could This Be Love?

Doesn’t Matter

Only One Love

Two Strong Arms

Long Time No See

Endless Waiting

Day And Night

Good Soul Companion

Two Sheels On Fire

Don’t You Ever Leave Me Now

Looking For Love

Can’t Bring Me Down

Queen Of The Night

Calling Paradise

Still Believe

I Must Be Dreaming

Amanda (instrumental)

 

 

 

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