Recensione: Lord of Change

Di Alessandro Calvi - 6 Novembre 2003 - 0:00
Lord of Change
Band: Egart
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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78

Con questo Lord of Change gli Egart giungono al loro terzo demo autoprodotto e aggiustano il tiro soprattutto per quanto riguardo la produzione presentando cinque tracce decisamente interessanti.
Per prima cosa è doveroso far notare che la scelta del genere è puramente indicativa, la musica proposta dal combo piemontese è sicuramente metal, ma è difficile etichettarlo in uno dei suoi sottogenerei a causa delle tante contaminazioni. Non è infatti un caso che gli stessi componenti della band definiscano la loro musica come Chaos Metal, un modo amichevole per definire qualcosa che forse non può essere definito.

In pratica nella musica degli Egart trovano posto una voce aggressiva e a tratti quasi scream che potrebbe essere associata a quella di alcuni gruppi black. L’accompagnamento musicale fa uso di chitarre che spaziano dal power al thrash con un ottimo uso delle tastiere e di passaggi orchestrali.
Lo stile delle loro canzoni è pressochè invariato in tutti i brani, presentando sempre le stesse caratteristiche di massima che costituiscono il loro modo personale di fare musica. Unica a distinguersi dal lotto delle tracce proprio perchè così diversa è la quarta canzone intitolata Ethereal Melody. Questa song inizia come una lenta ballad molto dolce nel classico stile di alcuni gruppi power, la voce scream è lasciata da parte e a condurre è la voce pulita, solo in una parte centrale in cui il brano si fa leggermente più aggressivo torna la voce scream.

Dal punto di vista della produzione come dicevo gli Egart hanno fatto dei netti passi avanti rispetto al passato e questo Lord of Change suona bene e molto pulito senza per questo perdere in aggressività, i volumi sono fatti piuttosto bene e non ci sono strumenti che tendono a sparire soffocati dagli altri. Anche la voce è prodotta molto bene, cosa che poteva non riuscire a causa della sua particolarità e dell’effetto eco che si è usato in alcuni punti.

In conclusione devo dire che mi sono trovato tra le mani un buon demo prodotto piuttosto bene e che mi ha sorpreso soprattutto a livello compositivo presentandomi una band con una identità sonora molto forte. Gli Egart sono sicuramente un gruppo originale e che non si è limitato a voler essere una band alla “…”, mettete il gruppo che preferite. Al contrario hanno costruito un sound e uno stile compositivo personale e originale, una cosa che, visto il mercato d’oggi, potrebbe decretare il loro successo se qualcuno decidesse di scommettere su di loro. Oppure la condanna a rimanere per sempre nel circuito dell’underground mentre, ora come ora, tendono a essere prodotti solo gruppi che ripetono all’infinito gli stessi clichè.

Contatti:
attraverso il loro sito: www.landofegart.com

Tracklist:
01 Into the Warp
02 Lord of Change
03 The Call
04 Ethereal Melody
05 Dark Age

Alex “Engash-Krul” Calvi

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