Recensione: Lost Tales

Di Nightcomer - 24 Aprile 2007 - 0:00
Lost Tales
Band: Summoning
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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70

Ecco l’ultimo lavoro dei maestri austriaci. Un semplice mini contenente due tracce.
Tracce non nuove, bensì ripescate dal loro passato e registrate in versione originale. Scritte tra il ’97 e il ’99, dovevano far parte di altri album ma vennero scartate per diversi motivi. Protector e Silenius rendono il loro sound ancora più minimalista e sperimentale; chitarre e voce vengono abbandonate, sostituite da sintetizzatori e samples tratti dai racconti radio della BBC de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit.

Arcenstone inizia con una melodia cupa che diventa sempre più oscura e atmosferica, frammezzata dai samples de Lo Hobbit e prosegue divenendo malinconica e sognante. Arcestone, l’Archepietra, il più prezioso dei tesori trovati da Bilbo, Thorin e compagni e motivo di guerra tra i Cinque Eserciti. Guerra che culminerà con la morte dell’eroe Thorin e la restituzione della pietra da parte di Bilbo.
L’ultima voce fuori campo recita più volte: “This night was the worst, and then became pitchdark, so dark, (that you can) see nothing” e accompagnata da una ripetitiva e triste melodia ci conduce alla fine del brano. Nove minuti e diciassette secondi intrisi di tenebra, malinconia e maestosità. La seconda e ultima traccia, Saruman, attacca con un sample e ci scaraventa nella Terra di Mezzo, alla torre di Orthanc, dove Gandalf viene a conoscenza del tradimento di Saruman. Un vortice sonoro introduce lo scontro tra i due stregoni e la voce fuori campo ripete le parole a mio parere più intense “I am Saruman the white, Saruman of many colours”.

È una semplice citazione tratta dal libro, ma mi ha lasciato veramente sorpreso per l’intensità e la capacità evocativa scatenata. Le melodie divengono lente e prosegue la discussione tra lo stregone grigio e quello bianco, vengono riprese le musiche iniziali che ad un certo punto sono stroncate da una melodia triste e un flauto che lentamente chiude il pezzo. Epico, fantasioso e atmosferico.
Non c’è altro aggettivo per definire una qualsiasi canzone dei Summoning. L’ascoltatore viene calato in un altro mondo, immaginario e terribile, magnifico ed oscuro. In complesso un buon album, penalizzato dalla breve durata, seppure di per sé i pezzi siano abbastanza lunghi. Ottimo l’artwork, così come lo scarno booklet.
Chi li conosce e li ama non ci pensi due volte a far suo questo piccolo gioiello. Attenzione invece a chi vuole iniziare, come ho già detto si tratta di un lavoro sperimentale che si discosta molto dagli album precedenti.

Curiosità: “Saruman” doveva essere inclusa in “Dol Guldur” ma, come appunto disse Protector, avrebbe sfigurato con i restanti brani dell’album a causa della differente sonorità introdotta. “Arcenstone” invece avrebbe dovuto far parte di un demo dei Mirkwood, side project di Silenius. È l’unica traccia che si è salvata: dopo qualche anno di problemi, mentre finalmente Silenius riuscì a registrare alcune canzoni, la memoria del computer collassò e tutta la musica fu persa.
Venne così abbandonato il progetto che fu ironicamente considerato maledetto.

TRACKLIST:

1. Arcestone (9:17)
2. Saruman (7:40)

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