Recensione: Louder Than Ever

Di Fabio Vellata - 23 Marzo 2014 - 0:01
Louder Than Ever
Band: Pretty Maids
Etichetta: Frontiers Music
Genere: Hard Rock 
Anno: 2014
Nazione:
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80

Per quante volte ci accadrà di ascoltarli, altrettante volte lo ripeteremo: band così ne esistono poche.

Sempre onesti ed artisticamente integerrimi, autori di album spesso di qualità superiore quando non eccelsa, mai protagonisti di atteggiamenti da rock star, sempre fedeli ad un proprio, inconfondibile, stile di far musica.
Quando sono nati, ormai più di trent’anni fa, i danesi Pretty Maids erano una band come tante: oggi, a distanza di tanto tempo, rappresentano forse uno dei pochi casi di realtà musicale attiva in ambiti melodic hard rock in grado di mantenere intatto nel corso degli anni il proprio “status” di eccellenza, meritando – in forza di release sempre molto interessanti e ben confezionate – la stima della gran parte dell’audience affezionata al genere.
Molto rari, in effetti, in una carriera lunga e proficua, i possibili motivi di critica ascrivibili a Ronnie Atkins, Ken Hammer e sodali: la rincorsa delle mode, per loro, è sempre stata un qualcosa di alieno e troppo distante in termini concettuali.

E così, nemmeno quando si lanciano in un’operazione che potrebbe odorare di stratagemma commerciale “mirato”, i Maids si mettono nella condizione di attrarre qualche mugugno o motivo di malcontento.
La mossa di una sorta di greatest hits “atipico”, potrebbe apparire sin troppo chiara nella propria finalità: tenere vivo il nome della band, rimettere in sesto qualche piccola imperfezione passata ma, soprattutto, piazzare in circolazione qualcosa che possa stare sul proverbiale “mercato” proprio in occasione di un evento di grande enfasi come il prossimo Frontiers Festival, tappa clou del tour che vedrà a breve i Pretty Maids protagonisti in giro per palchi.

Perché no, dopo tutto. Se la qualità del prodotto è, come al solito, di ottimo valore, la musica fluisce splendidamente a rimembrare l’esclusiva mistura musicale di casa Maids ed i suoni sono tali da ridonare vita nuova a tracce rimaste un po’ in ombra, quali potrebbero essere le reali ragioni per dirsi contrariati?

Pensato come una sorta di collezione di brani estratti dal decennio 1994 – 2005 (quello in cui i Nostri erano, in verità, rimasti un pizzico più defilati dalle scene), “Louder Than Ever” è un disco che, proprio in virtù del restyling in termini di produzione e suono assume i contorni quasi prossimi al “nuovo”, rivelando come, pezzi per lo più passati inosservati all’epoca della pubblicazione, possano assumere una luce completamente diversa se curati con maggior riguardo verso aspetti peculiari come profondità e cura nei dettagli del missaggio.
Episodi buoni ma per nulla determinanti come “Playing God”, “Tortured Spirits” e “With These Eyes”, piuttosto anonimi in origine, assumono così contorni più potenti e dinamici. In linea con il titolo del disco: “più forti che mai”.
Ed il piacere di ascolto è, ancora una volta, garantito: una per una, le otto canzoni scelte scivolano con piacere, allineandosi qualitativamente all’alto trend stilistico raggiunto dalla band danese con i recenti “Pandemonium” e “Motherland”.

A rendere omogenea ed appetibile ai massimi livelli l’operazione, ci sono poi quattro inediti composti appositamente per l’uscita di “Louder Than Ever”.
“Deranged”, “Nuclear Boomerang”, “A Heart Without A Home” ed il tipico tempo medio “My Soul To Take”, inutile dirlo, sono momenti che appartengono al classico Pretty Maids style: melodia copiosa, mescolata ad energiche sventagliate hard rock, arricchite da un profilo moderno ed avvolgente che ne ispessisce i contorni, donando volume e corpo al suono.
Insomma, ottimo materiale, ne più, ne meno.

Ulteriore cadeau a completamento dell’opera, un bonus DVD recante varie curiosità, interviste ed immagini dal backstage risalenti agli anni ottanta ed al recente tour mondiale di supporto a “Motherland”.

“La ragione per la pubblicazione di questo progetto è quella di voler offrire una veste diversa ad alcuni brani, utilizzando la band ed il producer che abbiamo ora.
Un album di intermezzo nell’attesa che il gruppo completi il prossimo disco con le nuove canzoni che lo andranno a comporre”.

L’uscita di un nuovo prodotto a nome Pretty Maids è sempre motivo di massima attenzione. E questo cd, per quanto interlocutorio, non fa quindi differenza.
Quando ci sono di mezzo Ronnie Atkins ed i suoi, sempre di bella musica si tratta!

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