Recensione: Love and Other Disasters

Di Davide Iori - 20 Settembre 2008 - 0:00
Love and Other Disasters
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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75

Arrivati al terzo disco i Sonic Syndicate si presentano qulle scene con questo Love and Other Disasters, un platter che, senza

mettere sul piatto nulla di speciale, li consacra come alcuni tra i migliori interpreti del Death Metal Melodico, nell’accezione meno

pesante del termine. Se infatti bands come gli Heaven Shall Burn si concentrano sul tiro e sull’aggressività e altre come i Dark

Tranquillity fanno proprie atmosfere oscure ed arrangiamenti complessi i sei olandesi ricercano più di ogni altra cosa il ritornello

cantabile, l’armonia aperta e quasi ariosa, insomma, una sonorità che potremmo dire quasi allegra e comunque sempre, assolutamente

melodica appunto.

Entrati precocemente sotto l’egida protettiva di Nuclear Blast records i nostri si giovano dell’interesse che la casa discografica ha

per il loro progetto e si ritrovano gente come Jonas Kjellgren (Scar Symmetry) e Roberto Laghi (In Flames) dietro la console a produrre

e mixare il loro disco. Il risultato c’è e si vede, con arrangiamenti di tastiera assolutamente azzeccati e suoni che più patinati non

si potrebbe, per un platter pronto ad entrare in qualsiasi mercato, anche quello meno avvezzo alle sonorità aggressive. Questa è infatti

la caratteristica predominante di Love and Other Disasters: canzoni facili e lineari dove i Sonic Syndicate non inseguono tanto la

ricerca di soluzioni originali o elaborate, ma piuttosto la melodia ascoltabile e quasi ruffiana dove il rapporto voce pulita/screaming

è nettamente a vantaggio della prima. Non c’è comunque da stupirsi: recentemente tantissime band hanno cominciato ad abbandonare la loro

vena arrabbiata per dare più spazio a quella dolce ed adatta a tutti. Hanno cominciato i Killswitch Engage, li hanno seguiti gli As I

Lay Dying e quest’anno sono arrivati anche gli In Flames, portando in europa una tendenza che, fino a che era rimasta negli Stati Uniti,

non aveva forse stupito nessuno.

Che dire dunque? Innanzi tutto che stiamo assistendo ad una sempre maggiore divaricazione delle sonorità all’interno del Death Metal,

una divaricazione che porta i gruppi melodici ad essere sempre più melodici e quelli aggressivi ad essere sempre più aggressivi. I Sonic

Syndicate interpretano alla perfezione questa tendenza e si buttano a capofitto nel suo primo ramo, sfornando dieci canzoni davvero

coinvolgenti che faranno la gioia di chi dal metal vuole trarre ascolti disimpegnati ed immediatamente soddisfacenti. Pezzi come Jack of

Diamonds, My Escape o Contradiction non possono non essere riconosciute come piccoli capolavori dove le idee belle ci sono e risiedono

proprio nelle linee vocali, nelle sequenze di accordi, insomma, nei mattoni basilari che costituiscono qualsiasi bella canzone. Poi

naturalmente qualcuno potrebbe anche essere contrariato da questa boyband del metallo e dal suo modo di suonare death, ma noi non siamo

qui a dare giudizi morali.

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Tracklist:
1- Encaged
2- Hellgate: Worchester
3- Jack of Diamonds
4- My Escape
5- Fallout
6- Power Shift
7- Contradiction
8- Damage Control
9- Red Eyed Friend
10- Affliction

Bonus Tracks:
11- Ruin
12- Dead Planet

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Genere:
Anno: 2007
50