Recensione: Luciferin Valo

Di Daniele Balestrieri - 13 Aprile 2008 - 0:00
Luciferin Valo
Band: Azaghal
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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70

Nargath, ex Calm, ex Dekay’s Delight, ex Finnugor, ex Hellkult, ex Hin Onde, ex Necromortum, ex Oath of Cirion, ex Svartalfheim, ex Svartkraft, ex Thoronath, ex Valar, ex Vultyr, ex Weltraum, ex With Hate I Burn, ex Wyrd, non dev’essere un tipo particolarmente accomodante. Eppure il passare da una band all’altra gli sarà senza dubbio servito a fare mente locale sugli stilemi della musica che è nato per comporre e a rinforzare il proprio credo: il fondamentalismo del black metal non deve morire.
Attivi fin dal 1995 e fautori di 5 full-length e di una miriade di split, altro sine qua non del black metal, gli Azaghal ci presentano dunque l’ennesimo album di furioso metallo nero scandinavo senza alcun compromesso.

La provenienza finlandese in particolare gli conferisce il tipico dono della tradizione nazionale finnica, quell’estro catchy tipico che manca agli altri due paesi nordici e che a lungo andare genera negli ascoltatori quel senso di dipendenza e di assuefazione che con il black metal norvegese si raggiunge solamente con un numero molteplice di ascolti.
Scream diabolico, tappeto di chitarre a tratti ritmate e a tratti soffocanti, batteria senza respiro e l’occasionale rallentamento “black ‘n’ roll” sono tutti tipici tratti caratteristici di questo “Luciferin Valo”, diviso tra testi in inglese e testi in finlandese, e faranno senza dubbio la felicità di tutti i conservatori… progressisti.
Perché certo, si tratta sempre di black metal, ma ogni purista riconoscerà in questo disco quei tratti giovanili tipici del black di secondo pelo, derivativo della Norvegia. Il sedicente sound ‘true old school’ di cui dovrebbe essere imperniato questo disco, stando almeno al foglio promozionale, non si può trovare in alcuna delle vere band old school come Satyricon o Mayhem, per esempio. L’ossessiva, squisitamente finnica ripetizione dei riff di questo disco, la melodia spontanea di cui sono dotati brani come “Tuhoaja“, la brillante verve hard/thrash di “Verta Ja Tuhkaa” e addirittura il breve inserto pulito di “Olematon” non possono non portare alla mente scuole che hanno reinventato il vecchio per soggiogarlo ai propri gusti e cementarlo per sempre in una specie di ‘doppio passato’ complementare ai grandi maestri del genere.

Per questo motivo, nonostante l’incredibile integrità di questo disco, non si può esattamente parlare di estremo black primigenio, ma di un grande esempio di black moderno ben radicato nel sound del passato ma in grado di attirare chi strizza l’occhio persino al pagan o perché no, al black più di ampie vedute della scuola di Oslo o della Finlandia centro-meridionale. Sia intransigenti che appassionati troveranno pane per i propri denti con questi Azaghal, fermo restando che di pane di questo tipo ne sono pieni gli scaffali di ogni negozio di dischi… e vedremo cosa succederà nel prossimissimo Omega.

TRACKLIST:

1.Black Terror Metal
2.Ilmestyskirjan Ratsastajat
3.Tuhoaja
4.Kuin Lampaat Teuraalle
5.Verta Ja Tuhkaa
6.Teen Paholaisen Työtä
7.Azaghal Terror Cult
8.Hyvästit Maailmalle
9.Olematon
10.Luciferin Valo

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