Recensione: Lunar Explosion

Di Francesco Sgrò - 3 Dicembre 2013 - 0:01
Lunar Explosion
Etichetta:
Genere: Power 
Anno: 2013
Nazione:
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Emersi alla luce nel 2011 grazie alla pubblicazione di un primo demo contenente quattro brani, i Power Metallers nostrani Lunar Explosion arrivano al traguardo dell’esordio discografico sul finire del 2013, pubblicando sotto l’ala protettrice della Scarlet Records questo primo album omonimo.
Riprendendo le quattro tracce già apparse nel demo apripista, il combo tricolore arricchisce il proprio repertorio con l’aggiunta di cinque nuove composizioni che arrivano a completare l’opera.
La proposta musicale del quintetto si assesta su di un Heavy/Power Metal di matrice anni ’80, in cui è percepibile chiaramente lo spirito di veri e propri simboli del genere quali Iron Maiden e Royal Hunt.
Una produzione ruvida e decisamente old style, completa a dovere la struttura di un album  che se da una parte trasuda passione per un genere che non smetterà mai di far gioire i fan di tutto il mondo, dall’altra risulta essere purtroppo carente in fase di composizione, presentando un songwriting piuttosto scialbo, opaco e caratterizzato altresì da una esecuzione tecnica non ancora brillantissima da parte dei singoli musicisti coinvolti.

Nonostante questo, va tuttavia riconosciuta al gruppo nostrano la capacità di saper confezionare alcuni sporadici episodi ben riusciti e di piacevole ascolto, come dimostra la convincente opener “Vasa Warship”, contraddistinta da un buon schema di songwriting, incentrato su una serie di riff taglienti e da buone melodie vocali che sfociano in un refrain semplice ed orecchiabile.
Con la successiva “Karnak”, fortunatamente il livello qualitativo dell’album resta inalterato, con  la band che si diverte a contaminare il proprio sound con dei sottili richiami a tipiche sonorità orientaleggianti, sicuramente suggestive nel contesto di un brano che ancora una volta può contare su un ritornello di piacevole ascolto.
La parentesi di gaudio avuta con le battute iniziali del lavoro è però di breve durata: con  la Title Track la vena del combo sembra iniziare a sbiadire lentamente, trascinandosi stancamente per tutta la durata di un brano questa volta caratterizzato da un ritornello decisamente sottotono.
La seguente “Butterfly Effect” si assesta su velocità maggiormente sostenute rispetto a quanto ascoltato finora, sfoggiando una serie di buoni riff , che tuttavia fanno da sfondo ad un chorus opaco, il quale a sua volta precede una sequela di parti soliste non esaltanti e non proprio riuscite tecnicamente.

Qualche minuto dopo, i Lunar Explosion decidono di addolcire le atmosfere respirate fino a questo momento, per concentrarsi su sonorità più morbide che confluiscono nella melodica “When The Sun No Longer Shine”, tentativo purtroppo mal riuscito di avvalersi di tipici elementi pop, inseriti nel contesto di una ballad in verità noiosa e caratterizzata purtroppo da melodie poco ispirate.
Le sorti dell’album sembrano risollevarsi debolmente con la più convincente “From Beyond”, canzone in cui la band riesce finalmente a produrre un buon affresco Heavy, pur presentando un ritornello purtroppo ancora poco convinto ed alla lunga tedioso.

Con le successive “The Nest Of A Swan” e “Saint George”, il giovane quintetto italiano non riesce purtroppo a trovare la giusta ispirazione creativa, mentre sembra riaffiorare una debole luce, nelle note della conclusiva “The King Of Judea”, episodio che pur non brillando per le parti soliste proposte dalle due chitarre, riesce in ogni caso a scorrere agevolmente fino alla fine, concludendo un esordio purtroppo dominato da luci e ombre.

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