Recensione: Lux Tenebris [EP]

Di Daniele D'Adamo - 26 Agosto 2018 - 10:48
Lux Tenebris [EP]
Band: The Secret
Etichetta:
Genere: Grindcore 
Anno: 2018
Nazione:
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75

Dopo quattro full-length è l’ora di un EP, per i The Secret, band che ormai da tre lustri bazzica l’underground italiano con base a Trieste.

“Lux Tenebris” è un lavoro di sole tre song, comunque rappresentative di uno stile indefinibile, immerso in un rovente miscuglio i cui ingredienti sono principalmente il death metal e il grindcore. Uno stile, quindi, fortemente rappresentativo del combo italiano.

L’opener-track, ‘Vertigo’, tiene fede al suo nome, agganciando la mente dell’ascoltatore in un turbinio di visioni cupe, orrorifiche, claustrofobiche; esemplificative dalla notevole forza allucinatoria posseduta della musica dei triestini. C’è anche un vago flavour di doom, nella song, che aggiunge un pizzico di immaginarie, lisergiche discese negli Inferi.

‘The Sorrowful Void’ e finalmente è lo sfascio assoluto: la chitarra di Michael Bertoldini mulina riff abominevoli, scarificatori, terrificanti nel loro disegno totalmente distruttivo. Il ritmo è velocissimo e funge da traino per l’entrata nella sfera della follia, spazio in cui si attiva la trance da hyper-speed. Accelerazioni e repentine decelerazioni si susseguono per sfiancare la resistenza dell’ascoltatore, immerso in uno stordente caos apparente, in cui si perde l’orientamento delle coordinate dello spazio-tempo per fluttuare nell’etere a cavallo delle terrificante bordate sparate dai Nostri.

Praticamente inintelligibili le linee vocali Marco Coslovich, sommerse da una marea di note, accordi, dissonanze che ne limitano l’ascesa dal pozzo infernale in cui esse sono generate. Non si tratta di un difetto, almeno a parere di chi scrive, poiché ciò aumenta la sensazione di stordimento e di annichilazione che si prova procedendo nel viaggio proposto dalla formazione del Friuli-Venezia Giulia.

La closing-track della breve opera, la suite ‘Cupio Dissolvi’, prosegue in quello che ‘The Sorrowful Void’ ha cominciato. Drumming violentissimo, disarticolato, foriero di furibondi blast-beats che sparano i The Secret oltre la barriera del suono assieme all’energia di un basso che funge da propellente per aumentare indefinitamente la potenza distruttiva del complesso. Il guitarwork è lacerante, rapidissimo, come se gli accordi fossero sparati da una mitragliatrice sorretta dalla forza di un main-riff psicotico, inarrestabile, dirompente. Il mood riprende con veemenza quello di ‘Vertigo’, materializzando nell’etere un quadro dal soggetto fosco, funereo, tenebroso.

“Lux Tenebris”, tirando le somme, evidenza l’abilità, da parte dei The Secret, di saper creare un sound praticamente unico, come già accennato all’inizio, a parte qualche richiamo ai mostruosi Anaal Nathrakh, tale da poterli rendere più che degni per un altro album.

Per un’altra escursione nel Regno dei Morti, per dissolversi definitivamente nel nulla.

Daniele “dani66” D’Adamo

 

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