Recensione: Lynched By Fate

Di Luca Dei Rossi - 22 Aprile 2009 - 0:00
Lynched By Fate
Band: Endovein
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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80

Lynched By Fate. Mai titolo poteva essere più azzeccato per la formazione torinese, che dalla sua nascita nel 2004 ha visto un susseguirsi di musicisti entrare ed uscire dal gruppo, sia (come scritto nella biografia pubblicata su MySpace) per motivi di quasi totale incapacità di approccio allo strumento, sia per divergenze di pensiero sui pezzi da comporre, sia per motivi personali. All’alba del 2009 gli Endovein riescono finalmente a stabilizzare la line-up, davvero valida a livello tecnico, con la quale hanno registrato l’EP di cui segue la recensione.

Il sound, rispetto al primo demo Lesson 1: How To Put Jack In The Amp, è completamente cambiato. Sono migliorate le parti strumentali, è migliorata la produzione (davvero scarsa nel disco appena citato), è migliorato il songwriting; il salto di qualità che si è sentito dal primo al secondo demo Problem Of Humanity è ancora più evidente in questo terzo Lynched By Fate. In breve, le idee nella testa dei cinque sono diventate finalmente nitide così come la strada da intraprendere: proporre in chiave rivisitata e personale il fantastico thrash che la Bay Area negli anni ’80 ci ha generosamente offerto. Ce l’avranno fatta? Beh la risposta è: ci sono quasi!

L’EP si muove su cordinate ben definite: riff corposi e ben assestati si accostano a figure armoniche molto buone, a un drumming mai troppo esagerato nella velocità e a linee vocali azzeccate (anche se in rari casi un po’ dispersive). Rispetto al precedente disco sono stati infatti aggiunti dei cori che, soprattutto nei refrain, contribuiscono in modo significativo a dare alle canzoni un sound trascinante e di facile memorizzazione. La title-track si fa quindi ascoltare all’infinito (la voglia di scapocciare che viene sul riff iniziale è irrefrenabile!) e dimostra negli assoli la tecnica ormai invidiabile dei due chitarristi Vince e Paulus. La seguente Enemy Of The Brain si rivela davvero strana a livello melodico: le soluzioni ritmiche adottate in alcuni riff lasciano spiazzati l’ascoltatore già attonito dai magnifici acuti di Stè che però, purtroppo – unica pecca che gli possiamo “rinfacciare” – ha una scarsa padronanza dell’inglese. La successiva Kickinthebutt si muove su ritmi più serrati: la canzone è caratterizzata da repentini cambi d’umore e il doppio pedale viene usato maggiormente. Sulle stesse cordinate è l’ultima traccia del disco, Endovein Are Adrenaline… For Your Fuckin’ Summer, che come possiamo notare dura più di 8 minuti. Uhm, ma siamo davvero sicuri che duri così tanto? Fin da subito vi dico di no! L’ultima canzone nasconde infatti un’ilarissima ghostrack, creata all’insaputa del cantante: questa infatti, invece di avere un testo appositamente scritto, ha come “voce”, udite udite… le imprecazioni di Stè dette durante la registrazione del disco! Il mixaggio dev’essere stato un lavoraccio, ma il risultato finale vi farà letteralmente lacrimare dalle risate!

In conclusione gli Endovein, con questo Lynched By Fate, dimostrano un’ulteriore maturazione, forti di una line-up come detto ormai stabile e collaudata. Una nota di demerito va ai testi, che con qualche aggiustatina possono migliorare; molto positivo invece l’artwork, per il quale si sono evidentemente impegnati parecchio. Posso dirvi inoltre, avendoli visti, che live valgono davvero tanto: on stage sono potenti, coinvolgenti e ironici al punto giusto. Questi cinque ragazzi meritano davvero di essere messi sotto contratto da qualche casa discografica, perchè hanno tutte le prerogative – e qui non esagero – per diventare una delle punte di diamante del thrash metal italiano odierno.

Luca Dei Rossi

Tracklist:
01 Lynched By Fate
02 Enemy Of The Brain
03 Kickinthebutt
04 Endovein Are Adrenaline… For Your Fuckin’ Summer

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