Recensione: Madness To Our Method

Di Eugenio Giordano - 1 Luglio 2004 - 0:00
Madness To Our Method
Band: Scavenger
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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70

L’Irlanda ha dato la luce a una band veramente interessante, gli Scavenger (da non confondere con gli Scavenger del Belgio attivi negli anni ottanta). I nostri irlandesi sono autori di un heavy metal corposo e dannatamente classico, un sound maturo e ambizioso che colpirà gli amanti del genere grazie a composizioni articolate e intelligenti.

Gli Scavenger hanno trovato casa presso la locale Sentinel Records e sono arrivati alla pubblicazione di questo ottimo “Madness to our method” dopo la realizzazione di un platter omonimo autoprodotto. La produzione del nuovo disco non è paragonabile alla perfezione sonora proposta dalle maggiori etichette metal della scena europea, tuttavia il souno di questo platter è molto coinvolgente e piacevolmente grezzo, aggressivo, ricordando da vicino la tradizione classica del metal. Sotto il profilo del song writing i nostri Scavenger non sono certo gli ultimi arrivati, ogni pezzo si distende su tempi lunghi e presenta una sofisticata architettura compositiva che aumenta enormemente il valore artistico di un platter come questo. Non aspettatevi il solito dischetto ruffiano e catchy perchè “Madness to our method” è un lavoro profondo e richiede diversi ascolti per poter essere assimilato in pieno. Le influenze maggiori di questi quattro irlandesi di Drogheda possono essere identificate nei maggiori gruppi statunitensi degli anni ottanta, su tutti i Riot più oscuri e aggressivi uniti ai grandissimi Fates Warning. Certo il livello artistico degli Scavenger non raggiunge i canoni sopraffini di queste band ma dimostra una personalità e un talento davvero invidiabili. I nostri offrono, in piena tradizione irlandese, una orgogliosa biografia sul loro sito andando fieri della loro notorietà in patria e del numero notevole di gigs a cui hanno partecipato contribuendo ad espandere la scena metal irlandese degli ultimi anni.

Il disco parte subito alla grande con un pezzo elaborato e cambievole come “On the outside”, immediatamente appare evidente la preparazione artistica degli Scavenger e la loro abilità compositiva. La sezione ritmica è bilanciata ed aggressiva come nella migliore tradizione americana, sono frequenti i cambi di tempo e le varie strutture sanno intrecciarsi con eleganza creando un’atmosfera oscura e pesante intorno ai brani. Così nascono pezzi eccellenti come “Storm warning” e “Ethernal journey” entrambi ambiziosi e complessi. Le linee vocali sono interpretate con potenza e cattiveria dal bravo Peter Dunne, la sua timbrica tagliente riesce a convincere senza ricordare nessun grande cantante in particolare, si tratta di un buon trade mark per la band irlandese. Tra riff massicci e e parti vocali affilate a dovere gli Scavenger sfornano “Prisoner in time” dove chiamano in causa certi stilemi degli Omen dei primi anni. Anche “Unstoppable motion” si identifica in pieno nei canoni statunitensi con il suo incessante rifferama oscuro e una splendida sezione ritmica. La conclusiva “Daydream in dystopia” è senza dubbio la traccia più ambiziosa e complessa del disco, qui gli Scavenger sono autori di un brano emozionante ma non meno cattivo dei precedenti, un ottimo ritornello riesce a chiudere i conti del pezzo a favore della band irlandese convincendomi in pieno.

Sembra che da quelle parti ci sia una gran voglia di suonare metal, quello vero. Certamente non si può parlare di scena irlandese ma se la qualità delle band è questa credo che nei prossimi anni l’isola del quadrifoglio ci darà parecchie soddisfazioni. Il disco non è distribuito in Italia, se vi interessa potete contattare la Sentinel Records all’indirizzo: sales@sentinelireland.com

1. On The Outside
2. Storm Warning
3. Ethereal Journey
4. Prisoner Of Time
5. Instrumental
6. Unstoppable Motion
7. Daydreams In Dystopia

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