Recensione: Magic Man

Di Fabio Vellata - 2 Marzo 2008 - 0:00
Magic Man
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
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65

Originariamente edito nel 2006, ‘Magic Man‘ è il debut album dei rockers britannici Rattlesnake Remedy, disco che ha recentemente beneficiato di un’opera di restyling e ristampa da parte della piccola, ma solerte, Bad Reputation, etichetta, come già constatato più volte, molto attiva nella ricerca di nuove proposte in ambito HR.

Classico hard rock, marcate venature blues e qualche inserto leggermente più glam, sono coordinate stilistiche ben evidenti e definite nell’offerta del combo inglese, gruppo di musicisti che si direbbe pesantemente influenzato da nomi di grande caratura e fama come Led Zeppelin e Rolling Stones, ma, ancor di più, Thunder e Great White, a causa di un continuo riproporsi di tonalità mai troppo improntate al dinamismo ad alto voltaggio, quanto piuttosto, affini ad un rock dai tempi medi, polveroso ed estremamente cadenzato, come di solito ascoltabile nelle produzioni della band di Jack Russell e Mark Kendall.
Di certo rivedibile in alcuni momenti un po’ noiosi e statici, il nucleo di canzoni regala in ogni caso qualche interessante attimo dall’atmosfera tipicamente “a stelle e strisce” riscontrabile, per lo più, nella parte centrale del disco.

Sono, infatti, canzoni blueseggianti e ritmate come “Freestyle”, “Magic Man”, “Free To Feel”, “Angel Eyes” e “Nothing Right” – come si diceva in precedenza, molto vicine allo stile dello “squalo bianco” – a nobilitare un platter altrimenti destinato alla mediocrità, smarrito in un panorama sempre più fitto e denso di nuove uscite.
“Forzate” e poco inclini a suscitare sensazioni positive, appaiono invece tracce quali “Black Sheep Fiddle”, “Drag You Down”, “Reach For The Line” e “Falling Away”, inizialmente di discreto impatto e vivacità, salvo poi perdersi in cori un po’ scontati, banali e ripetitivi, interpretati oltretutto, da una voce non molto brillante ed espressiva, definibile come un incrocio tra Robert Plant e Jack Russell, ma alquanto più “nasale “ e sgraziata.
In tale altalenante contesto, si inseriscono infine “When Will I See You Again”, “Don’t Say Goodbye”, “Killing Time” e “Falling Away”, altri episodi di qualità comunque ragionevole che, miscelando un approccio in stile country rock ad attimi elettrici alla Ac/Dc (come sempre immancabili), riescono a far pendere definitivamente l’ago della bilancia verso una sufficienza onesta, ma non in grado di mettere la band al riparo da qualche critica.

Chiudono il cd, il classico paio di gradevoli bonus tracks registrate dal vivo, utili per differenziare almeno nella forma, un disco-ristampa che aveva visto la luce, originariamente, non più di un paio d’anni fa.

C’è ancora da lavorare, da limare e qualcosa da migliorare dunque nella proposta dei Rattlesnake Remedy.
L’acquisto di ‘Magic Man‘ resta pertanto consigliato solo ai grandi appassionati di un certo genere di hard rock che ha in Great White, UFO e Thunder i padroni indiscussi, rivelandosi, in sostanza, un album dotato di qualche spunto piacevole ma, alla resa dei conti, non tale da rendersi irrinunciabile o superiore alla media dei tanti prodotti disponibili attualmente.

Tracklist:

01. Black Sheep Fiddle
02. Drag You Down
03. Reach For The Line
04. Payin’ My Dues
05. Freestyle
06. Magic Man
07. Free To Feel
08. Killing Time
09. Angel Eyes
10. Nothing Right
11. Falling Away
12. Don’t Say Goodbye
13. Up In Soke
14. When Will I See You Again
15. Lonely Avenue (Live)
16. Hangover Blues (Live)

Line Up:

Lee Stone – Voce / Harmonica
Ben Bartlett – Chitarra
Mark Buckler – Chitarra
Matt Birch – Basso
Dave Ballard – Batteria

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