Recensione: Maiden Japan

Di Filippo Benedetto - 22 Marzo 2004 - 0:00
Maiden Japan
Band: Iron Maiden
Etichetta:
Genere:
Anno: 1981
Nazione:
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88

Prima ancora del Live after death (monumentale e storico live album), ma anche del “Beast over Hammersmith”, gli Iron Maiden hanno prodotto un altro Live non meno importante e degno di nota. Si tratta di “Maiden Japan”. Questo disco, registrato a Kosei Nenkin Hall (Nagoya) durante il Tour nipponico del combo in promozione al secondo disco (il “Killers World Tour dell’81), può essere considerato l’unica testimonianza ufficiale in sede live con Paul di Anno alla voce. I brani contenuti sono ridotti a quattro (nell’edizione europea – l’analisi che andrò a fare includerà una quinta song edita nell’edizione statunitense), ma si tratta comunque di esecuzioni “on stage” molto coinvolgenti e potenti, testimonianza di una band già di elevato livello strumentale.

Si comincia con “Running Free”, qui riproposta in tutto il suo trascinante e contagioso refrain. Qui non può non sfuggire il dettaglio di un’esecuzione privilegiante ritmiche dirette, potenti e leggermente più accelerate. Il risultato è  sorprendente. “Remember Tomorrow”, a detta del sottoscritto una delle pagine più belle della saga maideniana (nonché il brano più riuscito, in sede di songwriting, da parte di Paul Di Anno), è la traccia che con il suo incedere cadenzato suggestiona subito l’ascoltatore. L’esecuzione svolta in questo disco è piena di pathos, sia nelle parti più volte verso un cero intimismo, che nelle parti dove il tema principale viene irrigidito da ritmiche aggressive e riffs fulminanti in quanto ad aggressività e resa sonora. In sostanza un gioiello riproposto intatto nella sua bellezza. Non manca di stupire positivamente la successiva “Wrathchild”, track “sempreverde” riproposta ancora oggi “on stage” dal combo britannico. In questo disco il pezzo viene eseguito in tutta la sua forza, grazie ad un riffing preciso e ad un lavoro ritmico davvero incalzante. Si prosegue con la potente e veloce “Killers”. Se la versione in studio di questo pezzo è “mozzafiato” e coinvolgente, la riproposizione di questa storica canzone qui viene eseguita con un certo gusto per ritmiche ancora più accelerate ,un riffing tagliente (merito del già collaudato duo chitarristico composto da Dave Murray ed Adrian Smith) e un lavoro solistico impeccabile. Chiude questo EP live l’esecuzione di “Innocent Exile”, altro brano tratto dal disco “Killers”. Questa song si riconosce subito per la tipica intro per basso ad opera di Steve Harris, che insieme a Clive Burr crea una solida base ritmica e allo stesso tempo si impone, in questo pezzo, come elemento trascinante degli altri strumenti. La prestazione di Paul, come del resto nei precedenti brani, è aggressiva, vivace e il riffing è preciso e senza sbavature (prova di una già evidente professionalità “on stage” del gruppo).

In conclusione questo “Maiden Japan” (titolo che quasi gioca a parafrasare quello di un altro live storico, quel “Made in Japan” firmato dai grandi Deep Purple), consegna alla storia del metal un “live” dove possiamo già notare , sorprendentemente, una band nel pieno sviluppo di una cosciente maturità artistica. Maturità che verrà stata dispiegata, in tutto il suo splendore,  con  un album epocale come “The Number of the beast”.   

P.S. Per avere una corretta e completa impressione del valore storico della line up della “Vergine di Ferro” dei primissimi anni 80, consiglio di visionare la Home Video “Live at rainbow”, dove si può gustare appieno le doti della storica metal band inglese 

Tracklist:

1)Running Free
2)Remember Tomorrow
3)Wrathchild
4)Killers
5)Innoncent Exile

Line Up:

Paul Di’anno – Vocals
Steve Harris – Bass
Dave Murray – Guitar
Adrian Smith
Clive Burr – Drums

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