Recensione: Man Made Paradise

Di Nicola Furlan - 3 Settembre 2008 - 0:00
Man Made Paradise
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Anno: 2008
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64

Man Made Paradise è il disco d’esordio del polistrumentista messicano Jacobo Córdova, già al lavoro con Antiqua e Majestic Downfall e autore finora di un solo demo uscito nel 2006. Mi sono sempre rivolto con attenzione all’ascolto di album in cui a suonare chitarra, basso, tastiere e batteria fosse una sola persona. L’ardito orgoglio di chi intraprende l’identità di one man band non sempre ha portato come risultato una vittoria sotto il profilo stilistico e, soprattutto, tecnico. Lungi da me giudicare le potenzialità e la preparazione di un musicista, ma un dubbio all’origine resta sempre.

Il progetto solista Ticket to Hell ha in parte ammorbidito questo mio atteggiamento, a volte troppo prevenuto. Questo per due motivi: primo, perchè il musicista in questione se la cava egregiamente con ogni strumento (microfono compreso), secondo perchè un songwriting di qualità adotta con merito diversi generi. Parliamo di thrash violento e aggressivo, che non di rado lascia spazio a qualche melodia tanto cara al death/thrash di matrice scandinava, ma non disdegna neppure l’oscuro mood che permeava le produzioni dei primi Possessed. Ammettere che i Testament di The Gathering continuino a fare scuola non è così scontato.

Biglietto da visita di tutto rispetto quello della canzone d’apertura, brano caratterizzato da ritmiche iniettate di potente groove e le cui linee vocali aggrediscono ritornelli e break per sfociare in chorus che tanto ricordano la scena thrash californiana dei primi anni ’90. Altro brano interessante è Join The Blind che, grazie a ritmiche dall’elevato numero di bpm, riporta alla mente l’accostamento della scena thrash/core al grind newyorkese anni 90. A conferma dell’eclettismo del compositore, Jacobo Córdova piazza in tracklist Eyes Of Fire. Il brano è caratterizzato da una vena sperimentale caotica, ma che nello sviluppo complessivo appare equilibrata in ogni settore. Il pezzo costituisce il tassello progressivo di un album ancora più vario di quanto fin qui sentito. Chiude We March, violenta e melodica espressione di un trademark di sicuro successo, tanto ispirato quanto equilibrato nelle sonorità.

Un disco di sicuro interesse, indirizzato agli amanti di sonorità borderline tra il thrash più estremo e il death metal più canonico. Una registrazione di buona qualità mette il sigillo a un esordio interessante, che colloca Jacobo Córdova tra le personalità che vale la pena seguire.

Nicola Furlan

Tracklist:
01 Ticket To Hell
02 Dynasty 
03 Join The Blind
04 A.H. 05:41 
05 Eyes Of Fire 
06 I Am I 
07 Man Made Paradise  
08 We March

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