Recensione: Manipulated Mind

Di Federico Mahmoud - 2 Gennaio 2009 - 0:00
Manipulated Mind
Band: No Return
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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69

Nonostante una carriera ventennale, avviata nel lontano 1990 con intenzioni risolutamente battagliere (cfr. il feroce Psychological Torment), i parigini No Return hanno assaggiato una parvenza di successo commerciale solo in tempi recenti, grazie alle positive recensioni ottenute da Self Mutilation (2001) e Machinery (2002). Manipulated Mind è il settimo sigillo della band transalpina: esce a due anni di distanza da No Return – primo LP con Moreno Grosso al microfono – e, come quest’ultimo, abbandona la deriva industriale dei predecessori per dedicarsi a un più canonico death / thrash d’importazione. La cifra tecnica del gruppo è indiscutibile, ma un songwriting che pecca d’audacia esalta i limiti costituzionali di un filone oramai esaurito.

Tanto efficace quanto prevedibile, l’azione dei galletti prende corpo in una raffica di brani che condividono le medesime dinamiche: tempi ossessivi, piede inchiodato sull’acceleratore, uso (e abuso) di growl asettico sono i motivi essenziali della title-track apripista, che ricorreranno sistematicamente con vario assortimento. Le brutali Puzzle of Life e Rising (con un’azzeccata concessione melodica nel refrain) completano un trittico che si muove sulla stessa lunghezza d’onda, con evidenti richiami alle scuole svedese e americana (nei pattern di batteria). Dallo stampo usciranno anche New Items – una fotocopia dei titoli già menzionati – e The Right Course, ad alimentare il sentore di un processo compositivo imbrigliato negli schemi ordinari del genere. Take Me Beyond, composizione relativamente più lunga e articolata, è un raro tentativo di arricchire la formula con cambi di tempo. Out of Control, in chiusura, ne raccoglie il testimone e ricorda nelle brillanti progressioni chitarristiche i Death di fine carriera (influenza dichiarata del combo parigino). Un fuoco di paglia, un timido proposito di rimescolare le carte e uscire, pur relativamente, dal proprio seminato; a conti fatti, si poteva osare di più.

Mirabilmente prodotto e suonato, Manipulated Mind è un album che ha tutti i requisiti per incontrare i favori degli aficionados. D’altro canto, va soppesato il detto vizio di personalità che pregiudica, in sostanza, la pur eccellente prestazione dei musicisti, capeggiati dal chitarrista Alain Clement (unico superstite della line-up originale). Permane un certo rammarico nei confronti di una band che, quando azzarda un passo più lungo della gamba, dimostra di poter offrire ben altro di un mero esercizio di stile.

Federico Mahmoud

Tracklist:
1 Manipulated Mind
2 Puzzle of Life
3 Rising
4 Take Me Beyond
5 New Items
6 Blackness
7 Carnal Violence
8 The Right Course
9 Out of Control

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