Recensione: Manzo Criminale

Di Daniele D'Adamo - 9 Maggio 2012 - 0:00
Manzo Criminale
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Anno: 2012
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77

Spesso e volentieri i vocalist che si cimentano con il brutal death metal, il goregrind, il grindcore, il porngrind, ecc., gorgogliano così tanto che è assolutamente impossibile discernere anche una sola sillaba di testi così… ‘lavandinati’. I romani Buffalo Grillz, allora, con una buona dose di autoironia, preferiscono evitare di perdere tempo per scrivere delle frasi a tema lasciando al singer Enrico “Tombinor” Giannove (voce: “Insults and No Lyrics”) il compito di cimentarsi con un tremendo growling fatto solo di rumori simil-onomatopeici. Il risultato finale, inutile dirlo, non si discosta minimamente da quelli ottenuti da coloro che, invece, rigurgitano per davvero dei versi di senso compiuto.

Ancora ironia, anzi goliardia, per la scelta dei titoli delle ventuno canzoni che compongono “Manzo Criminale”, secondo full-length per i Nostri dopo “Grind Canyon” del 2010. Professionalità totale, invece, per la qualità complessiva del CD: dal suono (missaggio e masterizzazione presso i polacchi Hertz Recording Studio) all’artwork (Remy C.) nulla è stato lasciato al caso, consentendo così la realizzazione di un prodotto in grado di girare per il Mondo senza sfigurare, nel modo più assoluto, con le migliori manifatture del genere (e non).  

E così, ventisette anni dopo l’insuperato “Speak English Or Die” dei leggendari newyorkesi Stormtroopers Of Death (S.O.D.), autori di un micidiale crossover fra thrash e hardcore, i Buffalo Grillz propongono una formula analoga, anche se – stavolta – a incrociare l’hardcore è il death o, meglio, il grind. E, analogamente, oggi come ieri, se l’attitudine per l’approccio tematico (o non-tematico) è scherzosa, lo stesso non si può dire se ci si concentra sull’aspetto meramente musicale: i Buffalo Grillz, come i S.O.D., sono delle vere e proprie macchine da guerra, capaci di alimentare un tremendo impatto sonoro con la forza belluina dei loro strumenti. L’azzeccata idea di introdurre alcuni brani con degli spezzoni tratti dai cosiddetti ‘spaghetti western’, rende benissimo l’atmosfera sudaticcia e puzzolente da scalcinato e polveroso Far West; aumentando inoltre la sensazione di stordimento al momento dell’attacco della song vera e propria (“Grind Sasso”, “Vision Divan”). Massimo “Mastino” Romano (batteria: “Blast”) è una furia scatenata che percuote le pelli senza pietà, triturando tutto e tutti con i suoi possenti mid-tempo e i suoi fulminanti blast beats. Giannove aggredisce le linee vocali con una foga talmente esagerata che le tonsille paiono dovergli uscirgli dalla gola da un momento all’altro come dimostrano, per esempio, le terribili ‘suinate’ di “Sermoneta Chainsaw Massacre”. Marco “Cinghio” Mastrobuono (chitarra: “High Noise”) e Luciano “Gux” Robibato (basso: “Low Noise”), da par loro, mulinano senza pace le pesantissime asce per sfasciare più timpani possibili. Oltre a quelli menzionati ci sono altri pezzi che identificano i Buffalo Grillz come un ensemble dotato, oltre che di tecnica, anche di personalità; in grado, cioè, di avere un’anima propria senza essere solo e soltanto dei cloni di altre realtà grindcore. Si possono citare: la devastante “Forrest Grind”, dal ritornello così semplice da schiantarsi immediatamente nel cervello («Forrest, Forrest… Forrest!»), l’esagerata title-track, il mega-mosh di “Sacro e ScrofAno”, le hardcoriane “Dawson Crick” e “Impovvisation Intuition Casaccium”, la divertente “Dimmu Burger”, la dissacrante “La Canzone del Sale”… insomma ce n’è per tutti i gusti, per coloro che amano le emozioni forti anzi fortissime.      

“Manzo Criminale” è, senza dubbio, un lavoro fatto apposta per spassarsela senza spremere troppo le meningi al fine d’interpretare testi astrusi o musiche dodecafoniche. Però, è una bombardata sui denti. E siccome i Buffalo Grillz pestano durissimo, alla fine il rischio è quello di farsi male ridendo.  

Daniele “dani66” D’Adamo

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Tracce:
1. Intro 1:06
2. Linkin Pork 1:47
3. Forrest Grind 1:47
4. Lapo Elgrind 1:57
5. Manzo Criminale 0:50
6. Gux & Gabbana 1:49
7. Bufalismo 1:59
8. Sacro e ScrofAno 1:58
9. Dawson Crick 1:57
10. Impovvisation Intuition Casaccium 2:45
11. Dimmu Burger 3:27
12. Grind Sasso 2:56
13. Il Marchese del Grill 0:07
14. Vision Divan 2:24
15. Il Delitto al Blue Grind 1:48
16. Sermoneta Chainsaw Massacre 1:48
17. Eau De Vergogn (Raul Bove) 1:48
18. Pig Floyd 1:47
19. The Truffer (bonus track) 2:39
20. La Canzone del Sale (bonus track) 1:15
21. Outro (bonus track) 1:43

Durata 40 min.

Formazione:
Enrico “Tombinor” Giannove – Voce (“Insults and No Lyrics”)
Marco “Cinghio” Mastrobuono – Chitarra (“High Noise”)
Luciano “Gux” Robibato – Basso (“Low Noise”)
Massimo “Mastino” Romano – Batteria (“Blast”)

Musicisti addizionali:
Gordo RDP (Ratos De Potao): voce in “Sacro e Scrofano”
Keijo (Rotten Sound): voce in “Sermoneta Chainsaw Massacre”
Tom (Mumakil): voce in “Dawson Crick”
Cristiano (Fleshgod Apocalypse): chitarra solista in “Forrest Grind”
Luca Mai (Zu, Mombu): sassofono solista in “Dimmu Burger”
 

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