Recensione: Marasmus

Di Stefano Risso - 5 Maggio 2007 - 0:00
Marasmus
Band: Leng Tch’e
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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65

Era lecito aspettarsi di più dai belgi Leng Tch’e per questa seconda
uscita per Relapse Records. Il debutto con la label americana aveva visto
la band intraprendere una nuova via rispetto ai primi due lavori, con risultati
non completamente soddisfacenti, una direzione su cui si snoda anche
Marasmus
, accentuando le proprie influenze “extra grind”, purtroppo con
gli stessi risultati altalenanti.

Un disco che alterna episodi molto convincenti ad altri che non lasciano
nulla dopo il loro passaggio, privi di mordente, in cui la volontà di presentare
un lotto di brani che non siano semplicemente delle stilettate inferte alla
velocità della luce è palese dal numero di tracce che compongono il disco
(diminuite rispetto ai lavori precedenti) e dalla struttura che vengono ad
assumere, in cui vediamo i Leng Tch’e alla ricerca della cosiddetta
“forma canzone”, tutto questo a discapito della violenza pura. Le intenzioni di
Sven de Caluwe (cantante degli Aborted, qui impegnato dietro le
pelli) e soci sono lodevoli, ma tanto impegno non è supportato da una effettiva
qualità delle idee e delle soluzioni messe in atto, con la sensazione di avere
tra le mani un disco altalenante, involuto, in cui in più di un frangente i
nostri sembrano procedere col freno a mano tirato.

Le buonissime songs in apertura possono trarre inizialmente in inganno, con
Lucid Denial a colpire senza pietà e con 1-800-Apathy a
dimostrazione che le carte in regola per un disco di livello i nostri le
posseggono eccome. Carte che vengono “sprecate” in malo modo, o meglio, in modo
poco incisivo presentando una serie di tracce in cui il death metal si fa strada
prepotentemente tra le principali influenze dei belgi, tra groove e ripartenze
sulla carta ineccepibili ma che inserite nel contesto di Marasmus
mostrano il fianco diverse volte. Non mi sento di indicare un brano in
particolare, in quanto un po’ tutti appaiono leggermente slegati l’un l’altro,
con pochi picchi qualitativi, vedi Obsession Defined, la title-track
Marasmus
e l’ottima The Divine Collapse, in grado di alzare le
quotazioni di un album che certamente poteva essere sviluppato in maniera
migliore.

Due anni dopo
The Process of
Elimination
i Leng Tch’e continuano sulla scia propria di quelle
formazioni perennemente sul filo del rasoio, in bilico tra produzioni più o meno
dignitose, ma che non rendono giustizia alle reali potenzialità della band, per
altro espresse in passato.

Stefano Risso

Tracklist:

1. Lucid Denial
2. 1-800-APATHY
3. Tightrope Propaganda
4. Nonsense Status
5. Tainted Righteousness
6. Marasmus
7. Confluence Of Consumers
8. The White Noise
9. Obsession Defined
10. Abstained
11. The Sycophant
12. Social Disgust
13. The Divine Collapse
14. Submissive Manifesto
15. Pattern
16. Trauma|Scourge

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